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Cambiare le regole, una scelta non sempre indovinata

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Molto spesso nello sport si parla di cambiare le regole per rendere le competizioni più appassionati e colmare qualche lacuna. Ma non sempre questa scelta ha degli effetti positivi, sebbene non manchino gli esperimenti riusciti.

Certamente tra i cambiamenti più riusciti c’è quello della pallavolo: uno sport dai tempi troppo lunghi, che è divenuto molto più spettacolare ed avvincente dall’introduzione del cosiddetto rally point system nel 1998. Allo stesso tempo, però, il nuovo regolamento porta ad esultare anche per una battuta sbagliata dell’avversario. Detto questo, il bilancio di questa modifica resta ampiamente positivo.

Spettacolo aumentato anche con l’eliminazione degli obbligatori nelle gare singole di tuffi, che sta portando gli atleti a trovare salti sempre più difficili ed innovativi per cercare di aumentare il proprio coefficiente di difficoltà, una possibilità che era limitata quando due dei tuffi in programma erano degli obbligatori, sistema tutt’ora valido per le gare sincro.

Un risultato opposto è invece stato ottenuto con l’introduzione delle nuove regole del judo. Il cambiamento è recente, quindi è difficile dare un parere definitivo: ma, il nuovo golden score (i tempi supplementari, in pratica) che si protrae all’infinito, fino a quando uno dei due judoka non mette a segno una mossa vincente, sta prolungando gli incontri, rendendoli più tattici nel momento in cui si arriva alla fase decisiva.

E che dire del nuovo regolamento della boxe? I Campionati Europei di Minsk stanno evidenziando tutte le lacune delle nuove regole, modificate per la seconda volta in pochi anni. Il cosiddetto “sistema delle macchinette” garantiva quantomeno una visibilità immediata dei punti assegnati. Successivamente il sistema è stato occultato agli spettatori, mentre ora si procede addirittura per riprese: il che vuol dire, paradossalmente, che un pugile può vincere prendendo più colpi di quanti non ne dia, a patto che vinca due riprese.

Quando in cui si decide di cambiare le regole, sarebbe forse più opportuno sperimentarle prima in competizioni di caratura inferiore (ad esempio nei campionati nazionali) per poi eventualmente trasferire le modifiche alle competizioni internazionali, solo dopo aver ascoltato il parere di persone competenti ed averne analizzato accuratamente i pro ed i contro.

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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