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Ciclismo, caso Froome. Davide Cassani: “Diverso da Armstrong, ma Chris Froome deve spiegare”

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Il CT della nazionale italiana Davide Cassani è stato raggiunto nelle scorse ore da Repubblica, per provare a fare chiarezza sul caso di doping che ha coinvolto il ciclista britannico Chris Froome, in carriera quattro volte vincitore del Tour de France e capace di mettere e a segno la doppietta con la Vuelta a España nella scorsa stagione. E proprio in Spagna, i valori di concentrazione del Salbutamolo di Froome nelle urine era il doppio del consentito. Data la portata dell’atleta, il paragone con Lance Armostrong ha aperto l’intervista effettuata da Giulia Santerini: “Secondo me stiamo parlando di tutt’altro, stiamo parlando di una sostanza che qualsiasi sportivo può assumere, non è nemmeno una sostanza a restrizione d’uso, che gli sportivi devono denunciare l’assunzione. È consentita fino a determinate dosi, Froome è stato trovato con alte percentuali in una tappa su 21 della Vuelta a España, stiamo parlando di un antiasmatico e non fa andare più forte, è un qualcosa che dovrà spiegare, bisogna capire se le condizioni hanno influenzato le alte concentrazioni ma non stiamo parlando di una sostanza dopante, ma di una che si può assumere.  

Un percorso misterioso? Ha vinto quattro Tour de France, ha avuto delle malattie e risolte quelle ha trovato la condizione che gli ha permesso di vincere tanto. Parliamo di un prodotto di Salbutamolo che non fa andare più forte e che può assumere chi ha problemi di asma. Deve saper dire perché quel giorno fosse così alta, la cosa che potrebbe far pensare male è se la concentrazione fosse stata alta per tutta la Vuelta, ma i giorni prima e dopo le concentrazioni erano basse. Per di più, con tanti “puff” i medici mi dicono che la frequenza cardiaca si alza, quindi potrebbe essere controproducente

Rischia di perdere la Vuelta. Ci sono dei parametri, come sono stati squalificati Petacchi e Ulissi per lo stesso motivo potrebbe essere squalificato Froome. Non penso sia stato un caso di doping clamoroso come sono stati altri casi, perché il prodotto per quanto mi dicono i medici non fa andare più forte. Se gli togliessero la Vuelta vincerebbe Vincenzo Nibali, sarei contento per lui, ma non penso che anche a Nibali la vittoria della Vuelta dopo una squalifica sia contento come ad averla vinta in strada. 

Tornano le associazioni ciclismo e doping? Anche questo caso lo dice chiaramente: tutto quello che c’è viene fuori, anche in questo caso in cui, ripeto, si parla di un prodotto che non fa andare più forte e che non va neanche denunciato“.





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Foto: By Martin Mystère (Own work) [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons

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