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Nuoto, Europei Copenhagen 2017: IL PAGELLONE. Scozzoli, la gara perfetta. Dotto: che lancio per la 4×50!

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FABIO SCOZZOLI 9.5: Il dieci non arriva solo per quella partenza che preoccupa tutti ma che il romagnolo riesce a far dimenticare con una seconda parte di gara strepitosa che gli frutta il terzo oro continentale nei 50 rana a cinque anni dall’ultimo titolo. Sta vivendo una seconda giovinezza e si propone come quinta punta di una Nazionale di stelle in vista di Tokyo 2020.

FEDERICA PELLEGRINI 7: i 100 dorso non erano la gara per cui è venuta in Danimarca, eppure sbriciola il personale stagionale, supera un turno e sfiora una finale che comunque non avrebbe disputato per il gioco delle concomitanze. E’ in forma e sta bene, per ora basta così.

MATTEO RIVOLTA 8: domina la semifinale contro avversari di tutto rispetto ed entra in finale con il miglior tempo nei 100 farfalla. Fantastiche le virate e le subacquee del farfallista lombardo che oggi vorrà vincere il “blocco da finali” e magari dare l’assalto al record italiano e ad un posto sul podio che gli compete.

PIERO CODIA 6.5: centra l’obiettivo finale, confermando di non essere né al massimo della condizione, né particolarmente amico della vasca corta. Disputa la gara migliore in batteria, poi in semfiinale non è brillante e fatica tanto per centrare l’obiettivo.

ILARIA CUSINATO 7: la giovane mistista cresce e si gioca le sue carte in una finale dominata da Katinka Hosszu. Le due francesi sono più solide e la lasciano fuori dal podio ma questo è un quarto posto che vale e che può servire per farle trovare una nuova dimensione internazionale. Al resto penserà Stefano Morini.

SIMONA QUADARELLA 6.5: secondo crono alle spalle di Koehler (già battuta ripetutamente dalla romana in vasca lunga) e domani si gioca il podio. Litiga ripetutamente con le virate (“non ne ho indovinata una” dichiara a fine gara) però combatte e si lascia alle spalle tante potenziali rivali. Magari indovinando qualche virata si può davvero puntare in alto.

NICOLO’ MARTINENGHI 7: non inganni l’ottavo posto in finale. Il varesino si migliora per due volte nei 50 rana, stabilendo il record mondiale juniores in semifinale, dopo l’europeo in batteria. Migliorarsi due volte nell’arco della stessa giornata, su questi livelli, non è semplice per chi ancora non ha trovato la sua dimensione in vasca corta. Il ragazzo cresce e arriverà.

MARTINA CARRARO 6.5: non ci fosse stata Castiglioni avrebbe migliorato per due volte il record italiano nella stessa giornata. Si deve accontentare del doppio personale che non le permette però di entrare in finale. Proverà a rifarsi nei 100. La condizione c’è.

SILVIA SCALIA 5: troppa differenza fra l’ottimo crono della batteria e il tempo deludente che non le permette neppure di avvicinare l’ingresso in finale. La delusione è forte perché al mattino era piaciuta molto.

TANIA QUAGLIERI 5.5: la giovane dorsista non riesce ad esprimersi al meglio e alza ben presto bandiera bianca. Ci riproverà sui 50 ma soprattutto in vasca corta.

MARGHERITA PANZIERA 6.5: come allenamento per i “suoi” 200 niente male. Senza due azzurre davanti avrebbe centrato la semifinale e conferma di essere in ottima condizione.

LUCA DOTTO 8: Un lancio che luccica, quello del velocista veneto che resta sotto ai 21″ e porta l’Italia davanti dopo la prima frazione della 4×50 stile libero. Un’altra cosa rispetto al Dotto macchinoso visto a Riccione due settimane fa.

ALESSANDRO MIRESSI 7: non è uno specialista della corta e nemmeno dei 50, si trova a fianco un motorino come Fesikov, eppure riesce a chiudere con un buon tempo, senza perdere la testa e andare fuori giri. Un altro passo avanti, con medaglia, verso la maturità.

LORENZO ZAZZERI 7.5: se la gioca alla pari con un certo Morozov e lo lascia addirittura indietro. Non è più una sorpresa, è una realtà della velocità azzurra e ogni volta che scende in vasca riesce a stupire e si conferma competitivo ad altissimi livelli.

MARCO ORSI 7: “la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo” diceva il suo quasi concittadino Freak Antoni e con Orsi la sfortuna è ormai sistematica. Labirintite due giorni prima della gara: rischia di non scendere in vasca, poi va tra un giramento di testa e un altro e si batte come un leone, ottenendo anche un buon risultato cronometrico. Senza rimpianti perché per battere la Russia a quel punto ci sarebbe voluto un motoscafo.

STEFANIA PIROZZI 4.5: la qualificazione alla finale dei 400 misti era tutt’altro che impossibile ma l’impressione è che questa gara rientri sempre meno nelle sue corde. La delusione è comunque forte.

GREGORIO PALTRINIERI N.G.: un 400 stile per ritrovare la sensazione della gara a cinque mesi dal titolo mondiale di Budapest e per scaldarsi in vista dei 1500 stile libero. Niente di più. Eliminazione annunciata. Resta comunque il migliore degli azzurri.

FABIO LOMBINI 6.5: affronta la batteria dei 400 stile con coraggio e guida fino ai 325 metri con autorità. Nel finale cala vistosamente ma riesce comunque a migliorare il personale facendo un passo avanti all’esordio nella nazionale maggiore.

FILIPPO MEGLI 4.5: ti aspetti un Megli aggressivo, cattivo, che si gioca il tutto per tutto per centrare la finale dei 400 stile e invece in vasca c’è la versione “molle” del mezzofondista che tanto era piaciuto a Riccione. Aspettiamo i 200.

SIMONE SABBIONI N.G.: stesso discorso fatto per Paltrinieri. Alla vigilia dei “suoi” 100 non vale la pena dannarsi più di tanto l’anima per conquistare la finale dei 200 senza prospettive di podio. Vale comunque la pena scendere in acqua per prendere le misure.

LORENZO MORA 5.5: il coraggio non gli manca. Quello che manca sono le energie nel finale. Prova a giocarcela e a sorprendere i rivali partendo forte ma a 50 metri dalla fine si fa risucchiare dai rivali e chiude non lontano dalla finale.





 

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