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Volley, Leo Lo Bianco: “Il mio ritorno giocando col mancino. Edema all’omero, batto col braccio di un’altra. Che forza i paralimpici”

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Leo Lo Bianco è tornata a giocare titolare tra le fila di Casalmaggiore dopo un lungo infortunio, la palleggiatrice si è messa in discussione e ha usato il braccio sinistro per battere e murare come ha dichiarato in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: “In effetti confermo che è stata la mia prima volta ma ci stavo lavorando ormai da un mesetto. Ne ho parlato con coach Lucchi, gli ho detto che mi sentivo pronta a giocare, usando il braccio e la mano sbagliata. Fortunatamente, giocando da palleggiatrice, non devo schiacciare ma solo battere e qualche volta murare, dunque non devo forzare troppo. E’ chiaro che le mie battute così sono meno incisive ma non ne potevo più di stare fuori dal campo. Era una sofferenza e qualcosa dovevo pure inventare“.

Leo parla anche del suo infortunio “che tocca da vicino molti pallavolisti: solo che la mia tendinite alla spalla destra ha avuto, come complicazione, un edema sull’omero. Tenendo conto che il mio muscolo della spalla destra è già lievemente atrofizzato per conto proprio, era un bel contrattempo: non è un tipo di dolore che si sopporta stringendo i denti. Mi impediva proprio il movimento e così, praticamente da inizio stagione, mi sono sottoposta a terapie. Oggi mi sento meglio: non ancora al top, ma ci arriverò. Diciamo che nel 2018 tornerà a battere col destro“.

Come è stato battere con il sinistro?: “E’ stato come battere con il braccio di un’altra persona. La difficoltà sta tutta nella coordinazione: inizialmente mi accontentavo di mandarla di là, poi ho provato ad affinare un movimento migliore, in ogni caso era indispensabile che le mie giocate fossero utili al gruppo. Per questo ho aspettato che anche la spalla e il braccio destro rispondessero bene: a quel punto riuscivo, a parte le battute col sinistro, a lavorare a muro e a effettuare le alzate solo con la mano destra“.

Sensazioni strane che hanno fatto apprezzare alla Lo Bianco le imprese dei paralimpici: “Quando non potevo usare il braccio destro, mi sono resa ancora più conto della grandezza di questi atleti: io faticavo con la spalla destra malandata e con il braccio sinistro sano e forte, ma un po’ scoordinato. Loro hanno saputo rialzarsi da drammi ben peggiori, sono dei modelli“.

Casalmaggiore, invece, è decima e in grande difficoltà: “Per rialzarsi serve tanta fiducia. Mille particolari sono andati male, si sono messi di traverso, ma non dobbiamo piangerci addosso: l’ambiente ci capisce e ci sostiene, noi però dobbiamo comprende che se siamo lì è perché ce lo meritiamo“.

 





(foto Roberto Muliere)
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