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Nuoto, Europei Copenhagen 2017: l’Italia è da urlo grazie alle seconde linee. Il trionfo nella classifica a punti parla chiaro

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5 ori, 7 argenti e 5 bronzi. E’ questo il bilancio dell’italia del nuoto nella vasca della Royal Arena di Copenhagen (Danimarca), sede dell’edizione 2017 degli Europei in vasca corta. Un’ultima giornata pazzesca (3 ori ed un 1 argento) ha portato il Bel Paese in terza posizione nel medagliere alle spalle di Russia ed Ungheria in una rassegna che di spunti ne ha offerti diversi e val la pena analizzarli.

LE SECONDE LINEE TRASCINANO LA SQUADRA

L’assenza di Gabriele Detti, oro mondiale negli 800 stile libero a Budapest e bronzo nei 400 sl (senza contare i due bronzi olimpici nei 400 e 1500 stile libero), un Gregorio Paltrinieri non al top (comunque argento nei suoi 1500 sl) ed una Federica Pellegrini non sui blocchetti di partenza dei 200 stile libero, avevano fatto presagire una rassegna in cui le esultanze in casa Italia sarebbero state meno. Niente di più falso, il numero 17, mai come in questo caso, è un numero fortunato: la selezione nostrana raggiunge lo stesso numero di medaglie di Netanya (Israele) pur priva dell’apporto sostanziale delle sue stelle. E’ questo il dato più confortante di tutti in tema di bilancio di cui i tecnici dovranno tener conto anche per confermare quanto visto nelle acque danesi.

Siamo prossimi a Capodanno e possiamo tranquillamente dire che abbiamo disputato un campionato europeo col botto. Ultima giornata entusiasmante con i tre ori di Luca Dotto nei 100 stile libero, Marco Orsi nei 100 misti e Simone Sabbioni nei 50 dorso e un argento con i ragazzi della 4×50 mista, che vanno a completare un bottino di 17 medaglie, pari a quello di Netanya 2015. La squadra ha girato molto bene ed ha saputo esprimersi ad altissimi livelli, sebbene avessimo assenza illustri come quelle di Gabriele Detti e Silvia Di Pietro, un Gregorio Paltrinieri non al top della forma e Federica Pellegrini che ha scelto di partecipare alle gare della velocità, nelle quali è meno competitiva – i concetti espressi dal ct Cesare Butini riportati sulla Fin – “L’avvicinamento tra gli atleti più esperti e più giovani – ha aggiunto – sta dando i risultati che cercavamo. Bisogna continuare ad accelerare il progetto di sviluppo dei giovani per la loro crescita tecnica. Confidiamo che alle Olimpiadi di Tokyo 2020 arrivi una squadra composta da esperti e giovani che abbiano acquisito sicurezza e una dimensione internazionale. Il ricambio generazione assicura ciclicità di risultati e trasmette entusiasmo e verve a una nazionale che ci sta stupendo giorno dopo giorno“.

Un dato su tutti è la vittoria nella classifica per nazioni della nostra nazionale che tiene conto di tutti i piazzamenti conseguiti dagli atleti: Italia in vetta con 959 punti a precedere la Russia (901 punti) e l’Ungheria (705 punti).

 

IL BEL PAESE DEI GRANDI RITORNI

Ma che Italia è stata? Quella dei grandi ritorni di Fabio Scozzoli, Simone Sabbioni, Luca Dotto, Marco Orsi e Matteo Rivolta capaci di tornare ad alto livello e portarsi a casa il risultato massimo. Il ranista di Lugo, guardando alle gare individuali, è riuscito nell’impresa di battere il russo Kirill Prigoda e “Sua Maestà” Adam Peaty con il nuovo record europeo nei 50 rana. Un riscontro incredibile replicato anche nella gara, in questo momento, meno congeniale all’emiliano, cioè i 100, dove la distanza da Peaty è stata minima (2 decimi) e quell’argento con il primato nazionale abbassato di mezzo secondo.

Un destino in comune, come detto, con gli altri alfieri italia: Sabbioni, dopo un anno e mezzo di magagne fisiche, a giugno ha preso una decisione volendo andare a Verona ed allenarsi al centro federale, nel gruppo gestito da Matteo Giunta (tecnico di Federica Pellegrini). I risultati sono stati più che confortanti e la doppietta (nell’individuale) oro-argento nei 50 e 100 dorso, in una specialità che vedeva al via il fenomenale Kliment Kolesnikov, dà lustro alle prestazioni del romagnolo.

E poi Dotto, oro nei 100 stile libero e bronzo nei 50 sl. L’incedere sicuro nella finale della gara regina ha impressionato: partenza a bomba, con passaggio ai 50m da 22″00, e ritorno da 24″11. Il veneto ha interpretato la finale non temendo nessuno e scacciando i fantasmi del passato, bissando il successo negli Europei in vasca lunga di Londra 2016.

Stessa storia e stesso mare per Orsi e Rivolta. Il Bomber di Budrio, nei 100 misti, ha manifestato un chiaro segnale di vitalità, prendendosi una piccola rivincita, reduce da un periodo molto difficile nel quale l’eventualità del ritiro era tutt’altro che distante. Mentre per il farfallista, sempre estremamente esigente con se stesso, le quattro vasche della farfalla gli hanno regalato un minimo di serenità.

LA PRIMA DI ILARIA CUSINATO E I RECORD DI MARTINENGHI

Una rassegna in cui anche la coppia classe ’99 Ilaria Cusinato e Nicolò Martinenghi si è ben messo in mostra. La veneta allenata da Stefano Morini si è presa una medaglia di bronzo di grande valore nella finale dei 200 misti. Un risultato frutto di un incessante lavoro ad Ostia nel quale la mistista ha messo in mostra determinazione e voglia di arrivare. Il primo podio a livello assoluto può essere un trampolino di lancio. E poi il ranista varesino a cui non sono state concesse le luci della ribalta ma attraverso le finali dei 50 e 100 rana ha saputo migliorare costantemente i suoi tempi a suon di WJ in una piscina che mai ha troppo digerito. Miglioramenti che fanno ben sperare in vista del 2018 in cui il lombardo vuol farci divertire.

 





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Foto: Marco Orsi_OASport

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