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Setterosa, un’Olimpiade mai iniziata

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Il girone non conta nulla, dai quarti di finale sarà un’altra cosa“. Si era espresso con queste parole Fabio Conti, ct della nazionale italiana di pallanuoto femminile, in seguito alle due sconfitte maturate nel raggruppamento iniziale con Russia e Australia. Si sbagliava di grosso. Le vittorie, infatti, servono sempre per accrescere l’autostima di una squadra e consolidare le sue certezze, così come le sconfitte non fanno altro che provocare dubbi ed insinuare paure inconsce nelle giocatrici.

L’aver concluso il girone al terzo posto, inoltre, ha obbligato la selezione tricolore ad un quarto di finale durissimo contro gli Stati Uniti, ovvero la nazionale favorita per la medaglia d’oro insieme alla Spagna. L’ostacolo a stelle e strisce, in effetti, si è rivelato insormontabile per il Setterosa attuale, per il quale l’Olimpiade sembra non essere mai iniziata. Non uno squillo, non una reazione d’orgoglio. Solo tre sconfitte su quattro incontri per un bilancio che definire fallimentare è poco.

L’approccio mentale alla manifestazione è stato certamente non adeguato. Dopo l’oro agli Europei del lontano gennaio, la nazionale del Bel Paese ha subito una netta involuzione ed anche alcune scelte del ct, tra tutte la convocazione in extremis dell’ungherese Aniko Pelle, non hanno di certo contribuito alla serenità delle atlete.

Nel match odierno con gli Stati Uniti le azzurre hanno illuso con un parziale iniziale di 3-0, ma in seguito hanno subito un contro-break di 6-0, patendo all’inverosimile la fisicità delle rivali e denotando anche una tangibile insicurezza in fase offensiva. Le nord-americane non hanno fatto altro che controllare una sfida mai realmente in discussione e terminata 9-6.

Anonimo ed incolore, il Setterosa è fuori dai Giochi. Resta un gruppo giovane nella maggior parte dei suoi elementi, su cui si dovrà lavorare soprattutto sull’aspetto psicologico in vista dei futuri appuntamenti internazionali.

 

federico.militello@olimpiazzurra.com

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