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Formula 1

F1, 4 anni fa il grave incidente di Michael Schumacher a Meribel. Un grande campione che non smette di lottare

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Era il 29 dicembre del 2013 e sulle nevi di Méribel (Francia) ebbe inizio il calvario di Michael Schumacher, 7 volte campione del mondo di Formula Uno e una delle leggende del Circus. Un incidente banale sugli sci, il coma e poi le cure specifiche nella sua casa in Svizzera. Quattro anni nei quali le speculazioni dei giornali scandalistici hanno portato all’attenzione della cronaca la vicenda, andando ben oltre il consentito e travalicando la “sottile linea rossa” del buon gusto.

La rivista Bunte si era resa protagonista di un episodio increscioso, ad esempio, sfruttando una fonte anonima e pubblicando un articolo relativo alle condizioni di salute del tedesco: “Michael è molto magro. Ma può ancora camminare un poco grazie all’ausilio dei terapisti. E’ in grado di fare qualche passo ed anche di alzare un braccio“. Affermazioni costate una condanna ad una salatissima multa da 50000 euro. Felix Damm, avvocato di Schumacher, espresse sdegno rispetto a questa pubblicazione, ritenendola gravemente lesiva della privacy del pilota, oltretutto accusando la testata di fornire “false speranze“. Non a caso, nel dicembre 2016, Sabine Kehm, manager del teutonico, era stata categorica: “La salute di Michael non è una questione pubblica e quindi continueremo a non fare nessun commento a questo proposito“. Nessuna notizia ufficiale dunque e solo indiscrezioni, ultime delle quali rivelanti il trasferimento di Michael negli Stati Uniti d’America, dove uno specialista in danni cerebrali potrebbe intervenire. 

Una dura battaglia quella portata avanti da Schumacher che, con la stessa determinazione del suo gareggiare in pista, continua a lottare giorno dopo giorno per la sua sopravvivenza, protetto dai suoi cari, per infondere speranza. “Conosco la sua forza, sogno che presto possa tornare in mezzo a noi“, le parole Luca Cordero di Montezemolo, ex-presidente della Ferrari. E’ lo spirito battagliero del tedesco, infatti, a tenere aperte le porte del nostro cuore in attesa di un bollettino medico, di un qualcosa che possa regalarci un sospiro di sollievo.

Al momento, però, tutto tace e quel che ci resta sono le immagini di uno “Schumi” sul podio più alto festeggiare i suoi titoli con la Ferrari come nel 2000, il suo primo Mondiale in Rosso, con quel grido liberatorio dopo aver tagliato il traguardo di Suzuka (Giappone) da vincitore. Dopo 4 anni dal suo arrivo sotto l’insegna del Cavallino Rampante e due campionati vinti (1994 e 1995) con la Benetton, il sogno si era tramutato in realtà ed iniziò da lì, da quella giornata nel Paese del Sol Levante, la propria leggenda, capace di conquistare l’iride anche nel 2001, 2002, 2003 e 2004. Un pilota che per la sua fame di vittoria e la meticolosità nella preparazione fisica e mentale ha rappresentato un modello per le generazioni successive in grado di lasciare un segno indelebile nel Circus.

Il destino ora ha riservato la sfida più difficile all’asso di Kerpen che noi tutti ci auguriamo sappia vincere per rendere meno sbiadite quelle immagini festanti ed aggiungerne delle altre sul suo presente e futuro.





 

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: fonte libera Ferrari

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