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Biathlon, Michela Ponza: “Per i Giochi Olimpici abbiamo un’ottima staffetta, il movimento ha dei giovani seri che stanno crescendo bene”

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In vista della tappa italiana di Coppa del Mondo di Anterselva e dei Giochi Olimpici, abbiamo intervistato una ragazza che conosce bene il circuito, con 15 anni di carriera alle spalle. Stiamo parlando della gardenese Michela Ponza, la quale è rimasta nel biathlon come tecnico della Fisi e delle Fiamme Gialle. Da diversi anni sta seguendo le prestazioni al poligono della squadra Juniores, che ha conquistato tre ori nella rassegna iridata giovanile di Brezno-Osbrlie (Slovacchia), supportando i giovani con l’esperienza di ben quindici stagioni trascorse in Coppa Del Mondo.

Ciao Michela, il movimento conta sempre più praticanti, molti ragazzini preferiscono impugnare la carabina piuttosto che continuare con lo sci di fondo. Anche a livello di strutture l’Italia sta migliorando ed è stato importante anche l’apporto di Livigno che ha recentemente inaugurato il poligono per allenarsi in altura. Indubbiamente il biathlon, anche se silenziosamente, sta crescendo in Italia…

“Sicuramente il movimento è cresciuto molto, sia a livello nazionale che a livello internazionale. Ricordo i primi anni quando gareggiavo in Coppa Europa, eravamo al massimo una sessantina di atleti, l’asticella si è alzata e soprattutto molti atleti possono raggiungere dei risultati di altissimo livello. Grazie ai riscontri ottenuti in Coppa del Mondo anche i giovani vogliono praticare il biathlon e sempre più ragazzi prendono in mano la carabina ed è più facile trovare il campione in un bacino di atleti più ampio, ma soprattutto fanno sport che gli permette di crescere in maniera sana”. 

Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi sono riuscite a conquistare il podio in questa prima parte di stagione sebbene per motivi diversi non siano al top della condizione. Pensi che possano lottare ai Giochi per la conquista di una medaglia a livello individuale?

“Hanno fatto degli ottimi risultati, tante atlete hanno concentrato la preparazione in vista dei Giochi per cui non è facile capire a che punto sono le azzurre per quanto riguarda la condizione: le carte migliori ce le giocheremo molto probabilmente nella staffetta perchè siamo, anzi sono, davvero pericolose per la concorrenza”.

La tua conterranea Alexia Runggaldier è stata la sorpresa più grande della scorsa stagione con il podio ad Anterselva e ai mondiali di Hochfilzen nell’individuale, completa il quartetto Federica Sanfilippo: abbiamo una squadra femminile davvero tosta e competitiva

“Alexia è sempre stata un’ottima tiratrice, ho avuto la fortuna di seguirla nel primo anno da tecnico per la squadra B. La gara individuale è sicuramente quella più adatta alle sue caratteristiche, non avendo un motore super per competere con altre atlete nelle sprint, però al tiro sui quattro poligoni può sempre dare la zampata. Speriamo che, malesseri permettendo, riesca a tornare a quei livelli anche quest’anno.  A livello di squadra, la mia impressione è che le ragazze siano ancora più forti del quartetto del 2013, quando vincemmo il bronzo ai Mondiali di Nove Mesto. Ogni gara fa storia a sè, l’importante è che siano concentrate sul lavoro come sanno fare e poi si vedrà”.

Dall’Ibu Cup anche Karin Oberhofer e Nicole Gontier sono al momento nella squadra B ma hanno comunque fatto vedere di essere in forma e di ottenere buoni risultati, in particolare in Ibu Cup. Pensi possano rientrare in squadra A per contendersi il posto ai Giochi? 

“Per i tecnici c’è ancora un po’ di tempo per valutare i risultati e le loro prestazioni ai fini della selezione. Karin mi ha impressionato per come ha saputo recuperare la condizione così velocemente dopo la maternità, si è allenata con il gruppo juniores ad Obertilliach con il bimbo al seguito e se saprà confermare i risultati potrebbe anche giocarsi un posto per i Giochi.  Nicole sugli sci sta andando veramente forte, in Ibu Cup ha sempre fatto segnare degli ottimi tempi, è migliorata anche al tiro, anche se è andata in difficoltà nella sprint di Oberhof, ma è tornata ad esprimersi al meglio nel weekend di Ruhpolding, gareggiando ad ottimi livelli e contribuendo al podio nella staffetta femminile. Ha bisogno solo di trovare un po’ di fiducia in se stessa perchè ha passato un paio di stagioni difficili e le auguro di poter centrare i propri obiettivi.”

In campo maschile si è rivisto un pimpante Hofer mentre Windisch ha avuto degli alti e bassi ed è in cerca di continuità, come valuti Bormolini, Chenal e Montello e che possibilità ci sono per i numerosi atleti seniores che si stanno allenando con i corpi militari in attesa di una chiamata per le competizioni internazionali?

“Effettivamente il numero di seniores maschi è il doppio rispetto a quello delle donne, ma è una ruota che gira: ci sono periodi in cui gli uomini sono più competitivi rispetto alle donne e in altri il contrario, bisogna avere solo un po’ di pazienza. Dominik Windisch e Lukas Hofer sono dei punti fermi, Thomas Bormolini è migliorato molto negli ultimi anni, gli altri hanno bisogno di trovare costanza di risultati che darebbero loro un po’ di fiducia. Devono concentrarsi sul loro lavoro e aspettare di crescere passo dopo passo. Ci sono anche dei giovani interessanti tra gli juniores, però vedremo fino a che punto possono arrivare con la loro maturità”.

A livello juniores abbiamo delle ragazze d’ ”oro” con Michela Carrara e Irene Lardschneider che hanno fatto vedere ai Mondiali Giovanili di che pasta sono fatte, inoltre Samuela Comola, Patrick Braunhofer e Cedric Christille sono a loro volta ottimi prospetti. L’obiettivo è quello di farle crescere passo per passo un gradino alla volta oppure pensi che siano pronte/i a fare il salto tra i grandi, quanto meno in Ibu Cup?

“E’ pericoloso saltare le tappe, Lisa Vittozzi è andata in Coppa del Mondo molto presto ma alle sue spalle aveva numerosi risultati a livello giovanile. Come abbiamo visto la concorrenza internazionale è molto elevata ed è quindi giusto che prima si confrontino con le loro coetanee che dia loro fiducia. Per loro in questo momento è più importante fare bene in Ibu Junior Cup ed ottenere dei bei risultati che le permettono di lavorare sui dettagli piuttosto che ottenere una 50esima posizione in Ibu Cup e concludere la gara demoralizzate. Nella tappa di Ibu Junior Cup di dicembre disputatasi in Val Ridanna abbiamo ottenuto dei bellissimi risultati, anche i ragazzi si sono ben comportati e sono tutti nelle prime 20-30 posizioni. Sarà difficile per noi ripetere i risultati del Mondiale di Brezno-Osrblie, l’importante è che i ragazzi non vengano caricati di troppe aspettative, devono essere sereni e lavorare sugli aspetti tecnici in gara come in allenamento, senza pensare al risultato che è una conseguenza del lavoro”.

In Val Ridanna è arrivata la vittoria nell’ individuale per Irene Lardschneider che segui anche come tecnico delle Fiamme Gialle ed è stata allenata fin da piccola da tuo papà Luigi

“Irene è una ragazza molto precisa e volenterosa, è uscita dalla maturità con il massimo dei voti a scuola non a caso, molto attenta ai dettagli e se le chiedo di fare una cosa lei la mette subito in pratica: è una brava ragazza ed è molto seria. Sugli sci ha un ottimo motore ed è molto forte, Alex Inderst la sta gestendo davvero bene e sta facendo con lei, come con gli altri ragazzi, un ottimo lavoro. Nel biathlon è importante che il fisico rimanga sano e che permetta di svolgere tutti gli allenamenti e le competizioni, sul tiro abbiamo lavorato nella posizione a terra che è diventato un suo punto di forza, in piedi ha ancora qualche margine ma si sta migliorando, l’importante è che rimanga concentrata sul proprio lavoro e negli anni vedremo dove potrà arrivare. Ad oggi preferisco che si sappia togliere delle belle soddisfazioni nella Junior Cup ed aspettare il momento giusto per fare il salto tra le grandi”.

Per anni sei stata la migliore tiratrice del circuito, percentuali superiori al 90%. Negli ultimi anni si è però focalizzato l’attenzione al tiro a livello di shooting range e velocità di esecuzione, perché, soprattutto nelle sprint, possono fare la differenza. Ai tuoi ragazzi a livello di priorità, preferisci che si focalizzino sullo sparare più veloci oppure il più puliti e precisi possibile?

“La priorità è prendere i bersagli, i risultati arrivano con gli 0 al poligono, limitando i giri di penalità. La velocità di esecuzione è una conseguenza dovuta al livello di fiducia. Abbiamo la possibilità di lavorare per il terzo anno consecutivo con gli stessi ragazzi ed ogni anno i tempi tecnici al poligono diventano sempre più corti: la posizione, il respiro, la mira e lo scarto. La velocità la ottieni andando in posizioni in modo pulito, se ci si concentra solo sulla velocità tralasciando gli aspetti tecnici la situazione è pericolosa, perchè ti può andare bene una volta ma spesso accade il contrario. L’importante è lavorare in modo corretto il più velocemente possibile e non fare il contrario. L’obiettivo del tiro nel biathlon è questo, per un giovane è ancora più importante perchè se meccanizza un movimento sbagliato poi se lo trascina per tutta la carriera”. 

Domanda di curiosità, stai già allenando i ragazzi delle giovanili con i quali condividi la tua esperienza di tanti anni in Coppa del Mondo, hai degli obiettivi che ti sei prefissata da raggiungere

“L’obiettivo è quello di ogni tecnico, ossia tirar fuori il 100% da ogni atleta”.

nicolo.persico@oasport.it

 

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