Ciclismo
Ciclismo, Davide Cassani d’accordo sulla Bike Card: “Non è tassa sul sudore, ma per la sicurezza. I motivi per pagare i 25 euro”
Il mondo degli amatori del ciclismo è in subbuglio per l’introduzione della bike card, la già ribattezza “tassa sul sudore” che obbliga a versare una quota alla Federciclismo per poter partecipare alle gare. Il dissenso regna sovrano tra i tanti praticanti mentre Davide Cassani, CT della Nazionale Italiana di ciclismo e volto molto apprezzato da tutti gli appassionati dei pedali, è d’accordo sull’introduzione della bike card come dichiara in un’intervista rilasciata al Resto del Carlino.
“La Federazione ha voluto lanciare un messaggio importante, perché ha voluto far capire che anche nel settore amatoriale certe regole vanno rispettate“. E poi chiarisce su chi debba pagare questi famigerati 25 euro: “Anzitutto sono da pagare solo dai tesserati degli enti di promozione che non hanno aderito alla convenzione. Infatti, gli enti di promozione col maggior numero di tesserati sono esenti. L’operazione è stata fatta per uniformare le quote. I tesserati amatori della Federazione pagano 45 euro, ma 28 sono destinati all’assicurazione. Viceversa ci sono enti di promozione che fanno pagare anche solo 15 euro per il tesseramento“. Dunque i “25 euro sono per una loro tutela e per la sicurezza“.
Lo stesso Cassani è tesserato per la Federazione: “E sono anche felice di pagare la quota perché quando salgo in bici mi sento tutelato. Il nostro è uno sport bellissimo, ma anche con qualche rischio. Tutto deve essere predisposto al meglio per renderlo sicuro“.