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Biathlon
Biathlon, il dt azzurro Fabrizio Curtaz: “Il vento ci ha penalizzato. A PyeongChang con tante responsabilità: fossi a casa guarderei le gare femminili…”
Non perde il sorriso, Fabrizio Curtaz, direttore tecnico della nazionale di biathlon, nonostante il risultato non eccezionale della squadra maschile nella sprint di Anterselva davanti al pubblico di casa (sparuta ma rumorosa la rappresentanza di italiani sulle tribune gremitissime dello stadio).
“Il vento stavolta non ci ha dato una mano ma ho visto in tutti i ragazzi la voglia di lottare e di reagire ad una situazione non favorevole e alla fine il risultato non è da buttare – commenta il dt azzurro – si sa che il nostro è uno sport fatto di variabili e oggi non siamo stati fortunati ma, nell’arco di tre settimane i gare, ci sta anche una prestazione come quella di oggi. Mi aspetto una bella reazione domani“.
Il pensiero è ovviamente rivolto a PyeongChang anche se Curtaz esclude che le gare di Anterselva valgano come trial per scegliere il quarto frazionista della staffetta da affiancare a Hofer, Bormolini e Windisch. “Stiamo tirando le somme, quello sì – dichiara – ma non prenderemo qui le decisioni definitive. Il gruppo che abbiamo portato ad Anterselva è quello che si è scremato durante la stagione e probabilmente questi saranno gli atleti per PyeongChang, poi la scelta dei vari frazionisti delle staffette verrà fatta sul posto, in base anche alla condizione del momento dei ragazzi. Questi sono giorni importanti soprattutto per Montello che ha avuto problemi fisici e deve dimostrare di poter essere all’altezza di affrontare una grande manifestazione. Oggi ha confermato di essere in crescita e ha lanciato i segnali che noi attendevamo. Chenal lo abbiamo visto all’opera, arriva dalla Nazionale B ed ha fatto ottime cose, oggi ha chiuso con 0 errori e si è qualificato per l’inseguimento. Non stiamo parlando di atleti di altissimo livello ma di gente in grado di dare il massimo quando gareggia per la squadra e vedremo chi fra 20 giorni sarà in grado di dare qualcosa in più. Anche sulla distribuzione delle frazioni decideremo più avanti. Finora abbiamo fatto scelte che possiamo chiamare conservative, con i più esperti nelle prime frazioni e gli altri nel finale e potremmo proseguire su questa strada visto che quando si è davanti anche la soglia di attenzione è più alta e magari chi ha meno qualità e capacità riesce a dare qualcosa in più di quello che darebbe se dovesse inseguire. Detto questo non abbiamo deciso nulla e lo faremo alla vigilia delle gare”
L’Italia va a PyeongChang con grandi aspettative, grazie ai risultati ottenuti nelle ultime prove di coppa del Mondo. “A Sochi andammo con l’obiettivo di guastare la festa a chi doveva far vedere qualcosa – prosegue Curtaz – e siamo riusciti a farlo, adesso gli stessi ragazzi vanno in Corea con una responsabilità maggiore, con più attesa alle loro spalle ma anche con quattro anni in più di esperienza. E’ tutto bilanciato. Quali gare seguire con più attenzione a PyeongChang? Io fossi un tifoso italiano seguirei prima di tutto le gare femminili e poi, perché no, anche quelle miste e maschili ma dovendo fare una scelta… Nel femminile non ci sono i Fourcade e i Boe che sono dei fuoriclasse, nel femminile può veramente succedere di tutto e noi proveremo a farne parte di questo tutto“.
Curtaz è soddisfatto della marcia di avvicinamento della squadra azzurra all’appuntamento olimpico dal punto di vista atletico. “Nel complesso sono contento – dichiara – tutto è andato abbastanza liscio. Ogni atleta ha la sua storia. Montello ha avuto un problema abbastanza difficile da gestire e quello per la staffetta maschile è stato una disdetta. Era un atleta collaudato e stava veramente bene a novembre, quando viene a mancare un tassello così importante non è mai semplice. Devo però allo stesso tempo ringraziare lo staff che ha lavorato sulla squadra B perché i ricambi, come ad esempio Chenal, non sono mai mancati e il lavoro ha pagato. Sugli sci comunque i ragazzi vanno mediamente forte. Qualcuno è in attesa del picco di condizione e questo è un bene, qualcuno l’ha già raggiunto e ora sta cercando di mantenerlo. Abbiamo lavorato per arrivare a questa situazione e devo dire che possiamo essere soddisfatti“.
Curtaz guarda anche oltre PyeongChang. “L’Olimpiade in Corea secondo me è un passaggio – conclude il direttore tecnico italiano – questi ragazzi sono ancora giovani, tutti sotto i 30 anni, avranno ancora molto da dare in questo sport. La stessa Dorothea ha già dichiarato che continuerà fino al 2020, ci sarà ancora tempo per tifare questa bella squadra che abbiamo costruito con tanto sacrificio“.
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