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Ciclismo, Chris Froome rischia la sospensione? Lappartient: “Lo escludo, non ci sono precedenti. Se si va in appello non si chiude prima del Giro d’Italia”

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Il caso Chris Froome è ben lontano da una risoluzione. Il 32enne britannico, risultato non negativo al salbutamolo durante l’ultima Vuelta di Spagna, potrebbe addirittura esordire il prossimo 14 febbraio alla Ruta del Sol: il kenyano bianco non è infatti stato sospeso e la sostanza contenuta comunemente nel Ventolin non prevede che un atleta venga fermato, almeno fino alla sentenza.

Il processo, però, è ben lontano dallo svolgersi e c’è il serio rischio che la vicenda non si chiuda per il Giro d’Italia che scatterà a Gerusalemme il prossimo 4 maggio: il vincitore del Tour de France ha annunciato la propria partecipazione. Ieri si è pronunciato ancora una volta il Presidente della UCI, David Lappartient: “Qualcosa si arrivasse all’appello di sicuro il caso non si chiuderebbe prima del Giro. E gli organizzatori della Corsa Rosa non sarebbero disposti a vivere un nuovo caso Contador.

Ci sarebbe una remota possibilità di una sospensione cautelativa di Froome in base al famigerato articolo 7.9.3 del regolamento internazionale ma Lappartient ha smentito: “Per una sostanza come il salbutamolo, anche in passato non ci sono state sospensioni. Se decidessimo così, Froome farebbe ricorso al Tribunale arbitrale dello Sport e perderemmo“. Si rimane dunque in attesa del processo e della sentenza: la difesa del vincitore dell’ultimo Tour de France è corposa, vedremo cosa si deciderà a Losanna. Il rischio è anche di due anni di squalifica.

 

Foto: © Unipublic/Photogomez Sport





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