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Basket, Finale Scudetto: la settima meraviglia della Montepaschi Siena
La Montepaschi Siena è per la settima volta consecutiva Campione d’Italia e quest’ultima gioia tricolore arriva al termine di un anno difficile, vissuto tra mille difficoltà, dove per la prima volta i toscani non hanno ricoperto il ruolo di ammazza campionato, trovandosi ad inseguire al termine della stagione regolare. La rivoluzione della scorsa estate aveva profondamente cambiato la Mensana, che ha visto terminare il glorioso ciclo Pianigiani e la partenza di propri simboli come Stonerook, Kaukenas, Lavrinovic, McCalebb, ma nonostante tutto alla fine lo Scudetto resta ancora in terra toscana.
E’ il tricolore di Daniel Hackett, il primo della sua carriera. Assoluto protagonista nei playoff e votato MVP delle finali. Il playmaker italo-americano è l’uomo copertina di questo successo, perchè è il giocatore che ha saputo cambiare la faccia della Montepaschi, risultando decisivo più volte nel corso dell’anno e soprattutto nelle cruciali sfide di gara7 in casa di Milano e Varese. Una crescita esponenziale quella del prodotto dell’università di USC, diventato un leader con il passare della stagione, cominciando a prendersi le responsabilità che un tempo avevano reso grandi i vari McIntyre e McCalebb. Una felicità e una soddisfazione che vengono fuori anche dalle parole dello stesso Daniel: “Coroniamo un anno straordinario per noi, ma difficilissimo per questa città. E’ stato l’anno dei casini, degli infortuni, delle difficoltà, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. E’ arrivata la Coppa Italia, in Eurolega stavamo andando bene fin quando gli infortuni non ci hanno messo a terra. Ma dopo essere usciti dall’Europa ci siamo allenati per tre settimane in palestra senza impegni infrasettimanali: quella è stata la chiave del nostro scudetto. Ringrazio tutta la gente che ci è stata vicina, la mia famiglia, questi splendidi tifosi. Tutti hanno fatto qualcosa per raggiungere questo traguardo straordinario”.
Non c’è solo il volto di Hackett su questo settimo scudetto, ma anche quello di Bobby Brown e David Moss: il primo è stato il miglior marcatore stagionale tra i nero verdi e lo ha dimostrato anche ieri sera mettendo a referto 18punti; mentre il secondo ha giocato forse la miglio stagione della carriera, risultando spesso decisivo sia in attacco che in difesa. Sono stati entrambi due pedine fondamentali nello scacchiere toscano e lo dimostra che la crisi di Siena tra i mesi di Gennaio e Marzo aveva coinciso con il crollo fisico proprio di questi due giocatori.
Un tricolore ottenuto da una gruppo straordinario, che non ha mai mollato anche quando nessuno dava alla Montepaschi la minima credenziale, ma che ha saputo dettare legge quando e dove contava. Un’unione di squadra formidabile, dove i collanti sono i senatori come Carraretto e Ress, uomini chiave anche loro nella festa toscana. Entrambi hanno spiegato quale è stato il momento chiave della stagione: “Gara-7 dei quarti vinta a Milano, senza dubbio. Superato quell’ostacolo abbiamo capito che potevamo arrivare in fondo”. Il capitano (Carraretto ndr) aggiunge: “Noi giocatori siamo stati attori protagonisti, ma voglio citare e lodare il lavoro di tutti. Da chi ci lava le divise a chi pulisce la palestra, fino allo staff tecnico e ai preparatori, che ci hanno permesso di arrivare in queste condizioni dopo quasi 80 partite stagionali. E spero che questo scudetto sia lo slancio per una città che ha sofferto tanto, e che quando viene a vedere la Mens Sana per un’ora e mezza riesce a emozionarsi”.
E’ lo scudetto di Luca Banchi, il primo da capo coach, dopo quelli vissuti da assistente al fianco di Simone Pianigiani. Una soddisfazione incredibile per l’allenatore toscano, che ha dovuto sopportare molte critiche, ma che alla fine ha saputo conquistare due straordinari trofei come il campionato e la Coppa Italia. Si parla continuamente di un suo approdo l’anno prossimo sulla panchina dell’Emporio Armani Milano, ma più volte Banchi ha negato la possibilità di una tale trattativa. Ieri sera non è arrivata nessuna domanda sul mercato, ma il tecnico dei Campioni d’Italia si è espresso così: “Non è facile rimanere lucidi, trovare le parole: speravamo tutti che la stagione si potesse chiudere stasera, ma era difficile, quindi non mi ero preparato niente, vado a braccio. Siamo stati bravi a rifiutare ogni confronto col passato: io non valgo Pianigiani, Brown non vale McCalebb, Kangur non vale Stonerook e così via. Siena ha fatto il suo cammino e lo ha fatto bene. Non ci sono più i budget, i nomi del passato, ma questo non ci ha impedito di essere unici. La Coppa Italia poteva bastare, ma abbiamo fatto in modo che la serie di vittorie potesse non finire lì. E così è stato”.
Si chiude una stagione bellissima, emozionante, ma anche molto faticosa. Siena è stata la più brava a rimanere lucida nei momenti importanti, trovando energie extra, soprattutto mentali, quando ormai tutti la davano per spacciata. Le critiche sono state motivazioni ulteriori per raggiungere il traguardo e regalare questa settima indescrivibile gioia ai propri tifosi.
andrea.ziglio@olimpiazzurra.com
foto tratta da ilpost.it