Sofia Goggia come Federica Pellegrini a Pechino 2008: dalla grande amarezza al trionfo totale

Sci alpino e nuoto sono sport agli antipodi, eppure esistono tante analogie tra la storia di Sofia Goggia e quella di Federica Pellegrini alle Olimpiadi di Pechino 2008.

In Cina la fuoriclasse di Spinea dovette reagire ad una tremenda delusione, prima di prendersi con orgoglio l’agognata medaglia d’oro. Nei 400 sl, infatti, timbrò addirittura il record del mondo in finale, salvo chiudere in quinta piazza l’atto conclusivo. Restava così una sola occasione per prendersi la gloria eterna, quella dei 200 sl: l’azzurra, spalle al muro, tirò fuori il meglio di sé, conquistando la vittoria e superando di mezza bracciata la sorprendente slovena Sara Isakovic, poco accreditata alla vigilia.

Sofia Goggia, sostanzialmente, ha vissuto il medesimo percorso alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018. In superG si trovava in vantaggio a metà pista, salvo compromettere un possibile (e probabile…) oro con un errore che l’aveva relegata addirittura fuori dalla top10. Anche in questo caso, restava solo un’occasione per agguantare l’alloro più prezioso (a meno che la bergamasca non si inventi qualcosa in combinata domani): la discesa libera.

L’azzurra non si è persa d’animo, anzi dalla sconfitta ha acquisito maggiore consapevolezza per disputare una gara finalmente esente da sbavature. Come 10 anni fa a Pechino, anche questa volta è spuntata fuori una outsider che ha rischiato di rovinare la festa. La norvegese Ragnhild Mowinckel, già argento in gigante, ha messo i brividi alla nostra portacolori, finendo alle sue spalle per appena 9 centesimi.

Federica Pellegrini ha scritto indelebili pagine di storia dello sport italiano: è una pietra miliare sulla breccia da ormai quindici anni. La speranza è che anche Sofia Goggia possa ripercorrere le stesse orme della campionessa veneta, seppure in una disciplina differente.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Fisi/Pentaphoto