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Ciclismo
Milano-Sanremo 2018: il percorso. Analisi degli aspetti tattici: dove si può attaccare per evitare la volata?
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Una volata scontata? Non per forza. Pur essendo la Classica Monumento più adatta ai velocisti, la Milano-Sanremo non è una corsa scontata e la volata di gruppo non è l’unica soluzione possibile, oltre ad essere molto diversa dai classici sprint che siamo abituati a vedere, per esempio, nelle tappe dei grandi giri. Nelle otto edizioni che si sono disputate dal 2010 in poi, ben tre volte (considerando anche il 2013 in cui vinse Ciolek imponendosi in gruppetto da 7 uomini) la corsa si è risolta con un attacco sul Poggio, che in questo momento storico sembra l’unico trampolino di lancio per poter evitare la volata di gruppo.
L’ultima salita termina a circa 5 chilometri dal traguardo e tre di questi sono in discesa, che non va sottovalutata. Le rampe più dure arrivano verso la fine dell’ascesa, prima di un tratto in falsopiano che precede la picchiata: attaccare sul tratto all’8% potrebbe permettere di fare la differenza, ma anche sul tratto più facile si possono sviluppare alte velocità spingendo un buon rapporto. Per cullare la speranza di arrivare fin sul traguardo, è fondamentale la discesa, per andare ad incrementare quel vantaggio di 50-100 metri che si può creare in salita. Gli ultimi due chilometri, poi, non consentono di rallentare e gli eventuali attaccanti devono continuare a spingere per evitare di venire risucchiati dal plotone.
Difficile, invece, immaginare un attacco da più lontano. Nelle ultime stagioni gli allunghi nati sulla Cipressa si sono esauriti ai piedi del Poggio. Difficile resistere davanti e mantenere anche le energie per affrontare i 3 chilometri dell’ultima ascesa con la brillantezza necessaria per sperare di arrivare verso la vetta ancora davanti. Sulla prima delle due salite che caratterizzano il finale, potrebbero muoversi delle seconde linee, ma anche in questo caso gli attacchi in genere si rivelano velleitari.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Pier Colombo