Ginnastica e cultura fisica
Le Farfalle aprono le ali: sono di bronzo!
Le nostre Farfalle si tingono di bronzo. Brillano, luccicano, scintillano. Danzano, ballano, volano. Con Testa e Cuore. Il loro motto. La loro filosofia di vita. In perfetta sincronia, sempre precise e ritmiche sulla musica. Come richiede la disciplina. Come vorrebbe il codice. Sì ho usato il condizionale perché le nostre ragazze sono sempre rispettose delle regole, portano un solo motivo come base per ogni esercizio (Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini). La Russia, invece, porta ben tre canzoni (Let it loose, Candela, At last). In barba ai regolamenti. Poco importa per chi può tutto. Ovviamente non ricevono penalizzazioni, ci mancherebbe e vengono premiate con due fantascientifici 28.375 ai cinque palloni (9.550 di difficoltà, 9.700 per la parte artistica, 9.450 per l’esecuzione) e 28.300 ai tre nastri e due cerchi (9.650 di difficoltà, 9.600 per la parte artistica, 9.050 per l’esecuzione) che sommati le portano a un pazzesco 57.000. Certo, al di là di questa dovuta precisazione, hanno nettamente meritato. Sono state sicuramente superiore. Si sono presentate con due esercizi rinnovati, sicure, non titubanti, motivate a riscattarsi dopo i tre deludenti mondiali che l’Italia ha loro strappato in questo quadriennio. Una Russia totalmente nuova con tre diciassettenni, una diciottenne e due diciannovenne si conferma campione olimpico per la quarta volta consecutiva! Hanno mancato l’oro solo all’esordio della disciplina a Barcellona 1992 quando si misero al collo il bronzo dietro alle padrone di casa e alla Bulgaria. Tutto merito della potentissima signora Viener che ha letteralmente preso in mano il movimento e l’ha riportato in auge nell’ultimo anno.
Le azzurre potevano essere d’argento se non avessero perso un nastro alla seconda rotazione che le condanna a un non eccellente 27.325 (9.325 di difficoltà, 9.400 per la parte artistica, 8.800 per l’esecuzione, 2 decimi di penalità per l’uscita dell’attrezzo dal campo di gara). In precedenza un’eccellente prestazione ai cinque palloni aveva loro regalato 28.125 (9.375 difficoltà, 9.600 artistica, 9.150 esecuzione) per un totale di 55.450. Un vero peccato. Ma va bene così. L’importante era tornare sul podio dopo il furto di Pechino e dopo il sorprendente argento di Atene. Davanti a noi la Bielorussia (55.500). Dietro la Bulgaria che ha pasticciato con i nastri.
Favolose le nostre eroine, tutte appartenenti al gruppo sportivo dell’Aeronautica Militare, che non hanno niente da rammaricarsi. Emanuela Maccarani, tecnico di questa Nazionale, fantasiosa, creativa, arriva all’ottantesima medaglia in carriera. Quanto c’è di suo in questi esercizi lo dicono le stesse ragazze. Un gruppo omogeneo che fonde potenza muscolare, concentrazione e grande senso di squadra. Elisa Santoni e Elisa Bianchi, coetanee del 1987, dal Lazio, sono le due veterane, coloro che c’erano anche in quel trionfale pomeriggio in terra greca, accomunate da una profonda amicizia e dall’università di scienze motorie dell’Aquila. La capitana Sasa e La Blanche semplicemente. A Pechino oltre a loro due c’era anche Anzhelika Savrayuk, classe 1989, origine ucraina, amante della danza che si scatena sul tappeto. Romina Laurito era all’esordio, il cervello del gruppo, futura ingegnera, classe 1987 da Gallarate, la Gigi Buffon perché riesce a prendere un attrezzo dopo esser uscita in rovesciata da una difficilissima collaborazione. Marta Pagnini da Firenze, classe 1991, e Andreea Stefanescu, classe 1993, sono le due piccoline del sestetto. Il futuro della ritmica italiana in ottica Rio de Janeiro, alla caccia di una nuova, grande impresa.