Ciclismo
Giro delle Fiandre 2018, parla Vincenzo Nibali: “Devo prendere i muri vicino ai miei compagni più esperti”
Non proprio un bambino emozionato al primo giorno di scuola, ma siamo lì: a 33 anni Vincenzo Nibali si appresta a vivere il suo primo Giro delle Fiandre con indosso il numero di dorsale. Dopo una lunga sgambata sul finale del percorso di quella che è una tappa di avvicinamento alle Classiche delle Ardenne, il messinese ha parlato in conferenza stampa, nella quale ha annunciato anche i suoi prossimi impegni.
Nel Giro dei Paesi Baschi lo Squalo dello Stretto farà da gregario a Ion e Gorka Izagirre, poi correrà per l’appunto Amstel e Freccia prima di arrivare alla Liegi, con la voglia di fare bene. Sulla corsa del giorno di Pasqua però il siciliano ha dichiarato: “Una bella opportunità pedalare oggi sulle strade del Fiandre e conoscere questi strappi mitici. In gara però cambiano tantissime cose e mi affiderò ai miei compagni che hanno maggior esperienza e conoscenza del percorso. Oggi ho visionato gli ultimi 70 chilometri, bisogna conoscere molto bene il percorso perché si passa da una strada molto grande a una più piccola, e successivamente si vanno a prendere i muri che sono molti impegnativi e sono fanno una grande selezione“.
La corsa non lascia spazio a colpi di mano, ma la forma mostrata alla Classicissima fa ben sperare: “La condizione è buona già dalla Tirreno e dalla Sanremo e non ho fatto altro che continuare ad allenarmi sulla stessa riga. Oggi ho pedalato con i ragazzi, ho visto solo la parte finale e penso che prima di tutto bisogna conoscere prima di pensare di potersi inventare qualcosa. Se le gambe ci sono e si correrà bene, magari qualcosa si potrà fare, ma penso che in un Fiandre ci si può inventare veramente poco“.
Passando ai muri, vera caratteristica di questa corsa, Nibali ha affermato: “Oggi abbiamo fatto due volte sia il Kwaremont che il Paterberg, sono veramente belle, ma faccio ancora fatica a identificare tutte le salite. Per me sarà importante arrivare a prenderle vicino ai miei compagni per poter fare una buona gara. È veramente difficile inventarsi qualcosa al primo anno, però a pelle è una corsa che mi piace“.
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Foto: Pier Colombo
roberto.santangelo@oasport.it