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Golf, Augusta Masters 2018: Tiger Woods, l’uomo più atteso. La Tigre vuole tornare a vincere uno Slam
Dieci anni. Dieci lunghissimi anni. Questo è il tempo trascorso dall’ultima volta in cui Tiger Woods ha vinto un torneo dello Slam, lo US Open 2008, nel corso del quale superò al playoff il connazionale Rocco Mediate. Le peripezie degli ultimi anni sembravano aver minato definitivamente le chance della Tigre di tornare a graffiare. Ma la classe del più forte di tutti i tempi non è stata minimamente scalfita dalla ruggine derivante dalla prolungata inattività.
E così Woods si presenta all’Augusta Masters 2018 con fondate ambizioni di lottare per la vittoria, scrivendo una pagina di storia che resterebbe indelebile negli annali del golf, forse più ancora del suo decennale dominio in ambito internazionale. Nella sua carriera, Tiger ha trionfato 14 volte nei tornei dello Slam, vicendo già 4 volte l’Augusta Masters, torneo in cui tuttavia non riesce ad imporsi dal lontano 2005.
I problemi alla schiena, l’arresto per guida in stato di alterazione, dovuta all’abuso di antidolorifici, e persino la diffusione in rete di alcune sue foto scabrose a causa dell’hackeraggio del telefonino avevano proiettato Woods in una dimensione per lui inconsueta, in cui il gossip iniziava a turbarne gli equilibri già complessi in ragione dell’estenuante recupero, più volte tentato e successivamente rimandato. Ma stavolta sembra davvero tornato il sereno per Woods, che ad Augusta sarà senza ombra di dubbio l’uomo più atteso.
Il pubblico della Georgia, d’altra parte, avrà occhi solo per lui e in tanti fanno il tifo per una sua vittoria, che gli consentirebbe di portare a casa il 15° Major all’età di 42 anni e di dare linfa alla rincorsa a Jack Nicklaus, che detiene il record con 18 vittorie nei tornei dello Slam. Woods non vince un torneo da 5 anni, ossia dal Bridgestone Invitational 2013, e il secondo posto nel Valspar Championship è stato il primo importante acuto stagionale di Tiger, che si è poi ripetuto nell’Arnold Palmer Invitational, concluso al quinto posto.
Segnali, questi ultimi, di una ritrovata competitività al cospetto dei suoi “eredi” Dustin Johnson, Jordan Spieth e Justin Thomas, che dovranno ora far fronte al ritorno a pieno regime del numero 1 al mondo per eccellenza, smanioso di far saltare il banco e rendere epica una carriera già leggendaria, aggiungendo un nuovo trofeo ad una bacheca già ricchissima.
mauro.deriso@oasport.it
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Foto: Twitter PGA