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Londra 2012. Analisi e bilancio dello sport azzurro

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Cari amici, sono appena finite le Olimpiadi estive ed è tempo di bilanci per lo sport italiano. Ecco, dunque, un’analisi dettagliata (e non senza polemica) della nostra spedizione in terra britannica; “la battaglia di Inghilterra”, come ha definito il capo missione Pagnozzi questi Giochi. E veramente sono state Olimpiadi difficilissime, vediamo il perché. A 100 giorni dall’avvio dell’avventura londinese, il CONI diramò una proiezione che – sulla base dei primi tre posti delle prove olimpiche ai Mondiali – prevedeva per l’Italia un incremento di 5 medaglie rispetto a Pechino: da 27 podi nell’Olimpiade cinese (8ori-9argenti-10bronzi) saremmo dovuti arrivare a 32, con un aumento degli ori a 12. Alla vigilia dei Giochi, poi, le aspettative si erano notevolmente ridimensionate e il n°1 del Coni Petrucci (chissà perche…forse sapeva già qualcosa che noi non sapevamo? Ad esempio, la situazione del nuoto o di Schwazer…..) parlava di una spedizione di successo, qualora ci fossimo attestati intorno alle 25 medaglie, restando tra le prime 10 Nazioni del medagliere. Ebbene, le cose sono andate addirittura meglio. Pechino2008 è stata superata per un bronzo: abbiamo chiuso con 28 medaglie (8-9-11), contro le 27 cinesi. Ma non è tutto oro quel che luccica: il dato che siano andati sul podio ben 31 esordienti (contro i 14 di Pechino), la dice lunga sul fatto che molte punte della spedizione ci hanno tradito in questi Giochi. Mi riferisco in primis a Federica Pellegrini ed Alex Schwazer, olimpionici 4 anni fa. Ma anche le pallavoliste, che secondo me erano da oro, e nuovamente non hanno potuto superare i maledetti quarti di finale ( e sono 3 edizioni consecutive). Dopo aver esposto un quadro più generale della situazione, vediamo ora un’analisi più specifica del tutto:

1.-Quindici discipline sono andate a medaglia a Londra, contro le tredici di Pechino nel 2008. Dunque, in questo senso, c’è un miglioramento nella competitività del Bel Paese.

2.-Il tanto sospirato sorpasso delle donne azzurre, auspicato dopo Pechino, non è avvenuto. E non solo. Proprio le nostre punte al femminile ci hanno tradito. L’elenco delle delusioni è troppo lungo -Pellegrini, Bronzini, Cagnotto, Sensini, Quintavalle, Setterosa, Volley rosa-. Forse hanno sentito il peso della responsabilità del possibile sorpasso, e la parte mentale ne ha risentito. Alla fine, solo 8 dei 28 podi (28,6%) sono al femminile. 3.-Oltre ai 28 podi, bisogna evidenziare i quarti e quinti posti dei nostri atleti. Le famose “medaglie di legno” sono state otto in totale, e ben quattordici i quinti posti ottenuti. Se vogliamo fare un gioco, e sommiamo i “quasi-podi” ai podi reali, scopriamo che le medaglie sarebbero potute essere addirittura 50! Questo è un dato che dimostra -indipendentemente dall’operato dei giudici- la forza d’urto del nostro sport. Perché potranno buttarci fuori dal podio per 20 centesimi di punto o addirittura con lo stesso punteggio del bronzo (come ad esempio è successo alla Cagnotto e a Vanessa Ferrari), ma il valore complessivo del risultato non ce lo toglie nessuno.

4.-Dal punto precedente, possiamo concludere che con più fortuna, avremmo potuto superare tranquillamente il record di podi azzurri in una singola olimpiade (36). Secondo me questo è il vero valore del nostro sport a Cinque Cerchi, e non quello che volevano farci credere i vari Petrucci o i tanti gufi italici che -all’improvviso- ogni 4 anni si dimostrano esperti di sport e non solo calciofili. Ma, credetemi, chi conosce “day by day” ognuna delle 28 discipline sportive del programma, sapeva che non meritavamo di ridurre la raccolta di Pechino 2008. E non voglio mescolare la politica con lo sport. Molti volevano meno podi, anche per giustificare l’operato di questa o quella federazione, o del CONI stesso. Di ogni singola federazione parlerò nel prossimo post, con il pagellone sport per sport. Dico addirittura che meritavamo un numero superiore di ori (come quello scippato a Cammarelle nella boxe), e dunque i conti alla fine tornano tutti. Anche con i tanti ori mancati dalle nostre star, non sono mancati dunque gli acuti degli outsider.

5.-Purtroppo, negli sport dove il parere dei giudici è più decisivo che in altri (boxe, ritmica, artistica, tuffi, nuoto sincronizzato), noi contiamo meno del due di picche a livello politico in codeste federazioni internazionali, e dunque lo scippo è sempre dietro l’angolo! Emblematico il caso della Federazione Internazionale Ginnastica, il cui presidente è addirittura italiano! Senza commenti.

6.-Partendo dalla premessa del punto 5, ecco una considerazione abbastanza polemica: in questa Olimpiade noi italiani siamo stati bravi a mettere palloni in rete, a colpire piattelli o bersagli, a tirare di scherma, a combattere, a mettere un kayak o un’imbarcazione davanti a tutti, ecc. Dunque, abbiamo eccelso in discipline dove l’influenza dei giudici è relativamente ininfluente. Anche nel caso di sport di combattimento che non hanno punteggi misteriosi che si vedono solo alla fine, ma si possono seguire sullo schermo durante tutta la durata del match (ad esempio Judo o Taekwondo). Ebbene, è proprio in questi sport che dovremo investire di più, sin da adesso. Così non saremmo mai più condizionati dai giudici corrotti, e all’estero non diranno mai più che noi italiani ci lamentiamo. Purtroppo, la situazione è questa e non cambierà. Sia per invidia o per peso politico pari allo zero. Vedrete, sport come la ritmica, o il nuoto sincronizzato, o la boxe, diminuiranno il loro appeal sempre di più, e se non rivedranno d’urgenza i loro meccanismi di punteggi, il CIO prima o poi li farà sparire dal programma. Ma, intanto, noi dobbiamo essere più intelligenti e puntare di nuovo sulla canoa sprint, sul canottaggio, sul nuoto, sul ciclismo pista (ora abbiamo il velodromo coperto di Montichiari, sfruttiamolo!), sulla vela, sport dove siamo sempre stati forti e abbiamo una storia; tutte discipline non ancora globalizzate come l`atletica dove è molto più difficile andare a medaglia.

7.-Guardando invece oltre il nostro giardino, scopriamo che ci sono nazioni che dovrebbero essere (eccome!) molto più preoccupate di noi. Ad esempio, tra le top 15 del medagliere, osserviamo come ben 6 paesi hanno diminuito la raccolta di ori rispetto a Pechino2008, 2 sono rimaste con gli stessi ori (Italia e Corea del Sud), e 7 hanno aumentato gli ori pechinesi. Preoccupante il caso dell’Australia, che ha dimezzato i gradini più alti del podio (da 14 a 7!), ma anche Cina (-13), Germania (-5) e Giappone (-2) non devono essere molto felici, e i rispettivi presidenti dei comitati olimpici dovrebbero tremare in questi giorni post-Londra. Neanche Canada (da 3 ori ad uno appena nel 2012!), Spagna (da 5 ori a 3, oltre la ventesima posizione, da ridere oltretutto per chi li considera una potenza…) e Cuba (10 podi in meno di Pechino) non se la passano bene di certo. Chiudo, infine, con il mio voto alla spedizione italiana a Londra2012: 7. Siamo andati bene, ma l`impressione è che si poteva fare anche meglio. Intanto, le dichiarazioni del ministro dello sport Gnudi fanno ben sperare; dice che si batterà per evitare più tagli al CONI; è una notizia che fa bene allo sport. I grandi risultati si ottengono con anni di dedizione e disponibilitá di risorse. Nel merito considero un errore molto grave l’aver rinunciato alla gestione dell’Olimpiade del 2020. Era proprio l’occasione per effettuare un cambio radicale (anche culturale-sportivo), ma forse la vista corta dei nostri politici ha impedito l’avverarsi di un sogno. Domandiamo ai britannici come si fa. Cari amici, al prossimo articolo sul top ten azzurro a Londra!

Maurizio Ricardo Contino

maurizio.contino@olimpiazzurra.com

6 Commenti

1 Commento

  1. maurizio contino

    21 Agosto 2012 at 04:49

    Grazie per i complimenti Franky; interessanti i tuoi commenti: forse in Italia funziona di più il modello sport-territorio, inteso come che ogni disciplina ha la sua regione/provincia/centro tecnico federale di maggiore sviluppo nel territorio nazionale, e da lì parte tutto. Funzionano come centri-reclutamento anche, e molte volte con tutto (foresteria, possibilità studio, ecc) a disposizione. Ma chi vive in altre regioni e piace codesto sport( e naturalmente e un talento e ha un futuro) , dovrebbe emigrare preferibilmente in quel posto se vuol continuare ad alto livello. Forse per cultura, forse per tradizione in quel territorio, ma io non cercherei di imitare in quel caso la Gran Bretagna. Sì la imiterei, però, come marketing e come attenzione dei media a ogni sport.
    Il caso del canottaggio è emblematico: un presidente che fa le foto e fa “passarella” con gli junior, invece di sedersi ad un tavolo e parlare con gli atleti su chi vorrebbero come guida tecnica.
    E vero Gabriele, non sarà facile per Pagnozzi o Malagò o chissia il prossimo presidente CONI. Ma a volte, le migliori decisioni si devono prendere anche a costo di perdere alleati o crearsi enemici. Sempre ci sarà qualcuno che rimarrà deluso, ma alla fine sarà per il bene dello sport.

  2. Gabriele

    18 Agosto 2012 at 22:13

    Sì, concordo con franky, il compito delle federazioni DEVE innanzitutto essere la promozione e la diffusione, senza nascondersi dietro la troppa visibilità del calcio. Spiegare la causa degli insuccessi con la troppa visibilità del calcio o, peggio ancora, con la crescita degli altri paesi, NON è un atteggiamento vincente e fa venire subito in mente una domanda: perché gli altri crescono e noi no?
    I risultati del canottaggio, a livello juniores, testimoniano che la base c’è. Il problema in Italia è che spesso i giovani si perdono nel passaggio alla categoria dei seniores. E questo è vero per tanti altri sport (nuoto, vela, canoa, ciclismo). Le recenti uscite di Magnini e Mornati, che a molti non sono piaciute, hanno confermato un’idea che coltivo da tempo: molte federazioni non sanno sostenere i talenti. Credo che il problema sia di duplice natura: tecnica e dirigenziale. A volte ci vorrebbe l’umiltà di scegliere, nei ruoli chiave, uno o più individui esterni all’ambiente. Individui che sappiano imporre nuovi modi di pensare e di agire. E’ quello che a suo tempo fecero il tiro con l’arco e il taekwondo (con un presidente e/o dei quadri tecnici coreani) e i risultati si vedono. Chiaro che ci sono sport con situazioni più complesse, dove per l’Italia è oggettivamente più difficile emergere, sia per mancanza di tradizione, sia per scarso appeal esercitato sui giovani, sia per altri motivi. E qui il discorso si allaccia a quanto propone Maurizio sui finanziamenti alle federazioni. Attualmente il meccanismo già ricalca in parte quanto dici. Credo che Pagnozzi, probabile futuro presidente del CONI, abbia in mente di svilupparlo ulteriormente. Ma bisogna capire con quanta forza politica sarà eventualmente eletto. Mi spiego meglio. Dire: “Ok, votatemi tutti ma poi i soldi li darò solo ad alcuni” non è la premessa migliore. Non so se rendo l’idea…
    Infine una considerazione: è vero, abbiamo vinto di più con un finanziamento del 20% in meno. Ma è un dato che si presta a due interpretazioni. La prima è che i tagli ai finanziamenti spesso non si pagano subito ma col passare degli anni. La seconda è che la crisi è dura per tutti; i tagli non li ha subiti soltanto il nostro comitato olimpico. Motivo in più per non cercare scuse quando si perde.
    Ciao a tutti!

  3. franky

    18 Agosto 2012 at 16:31

    comunque invito tutti a osservare cosa sta succedendo nel mondo del canottaggio italiano, prima il caso sartori – battisti, poi la lettera di mornati con risposta del presidente federale, oggi a sky ha parlato goretti e le sue parole non mi sembravano appoggiare l’operato della federazione, anzi gli ha attribuito buona parte della debacle olimpica; adesso però riusciranno a vantarsi dei grandi risultati nei mondiali juniores e non olimpici in corso in bulgaria

    p.s.: sono contento, da abbonato sky, che si sia trovata una decina di minuti per parlare con goretti; è ancora poco ma è una bella cosa che questi ragazzi e il loro sport trovino un po’ di visibilità

  4. franky

    18 Agosto 2012 at 10:51

    intanto complimenti per l’analisi, concordo che è stata un’olimpiade positiva seppur manchiamo in alcuni sport (su tutti nuoto,atletica,canoa,canottaggio,ciclismo,vela) anche se c’era da aspettarselo visti i risultati; il discorso finanziamenti/infrastrutture è difficile da affrontare, lo sport non è certamente la priorità del paese quindi le federazioni dovrebbero puntare su una gestione efficace con una diffusione capillare in tutto il territorio come fa la scherma per esempio; se non ci possiamo permettere per ora i grandi centri magari legati a scuola/università, allora creiamo piccole scuole e il compito della federazione è il coordinamento di tali strutture; in ogni caso bisogna arrangiarsi e tirare fuori spirito d’iniziativa

    vi faccio un esempio di gestione federale da non seguire : il rugby, tanti sforzi in strutture federali centralizzate ma finché la base (società medio-piccole…) non è adeguata a preparare giocatori di un certo livello non serve a niente.

    infine si parla tanto giustamente degli atleti che arrivano nei corpi militari, si sentono sicuri, magari vincono 1 gara all’anno in italia agli assoluti ecc, allora bisogna prenderli e portarli a fare gare in tutto il mondo perché, finché gareggiamo tra di noi (livello molto basso), non cresceremo mai, non c’è concorrenza interna e non ci sono stimoli; in tal senso invito a guardare l’esempio dell’ostacolista abate e sono moderatamente fiducioso per le parole del capo allenatore della squadra azzurra di nuoto che meditava nel cambiare un po’ il nostro sistema (meno collegiali,più tour/meeting) dopo il fallimento alle olimpiadi

  5. maurizio contino

    17 Agosto 2012 at 19:27

    Grazie Gabriele per seguirci con affetto. Leggendo il tuo commento, a proposito della torta del Coni che se la spartiscono tutte le federazioni, mi è venuta in mente questa idea: vogliamo dare i giusti contributi a ogni federazione? Allora facciano così: ad esempio, se il ciclismo su pista disputa 10 ori nel programma olimpico, e la ginnastica ritmica solo 2, allora il CONI dia 5 volte di più (10/2) risorse al ciclismo pista rispetto alla ritmica. Semplice, e giustissimo, secondo me. Le discipline che spartiscono più medaglie d`oro nel programma dovrebbere avere più soldi e basta. E poi includerei anche le variabili culturali e dei tesserati. Ad esempio, se nel sollevamento pesi non potremo MAI qualificarci in tutte le categorie di peso maschili e femminili (sia per motivi di reclutamento della base, sia per numero di tesserati), allora non è giusto dare le risorse a seconda delle medaglie d`oro in gioco. Sul fatto dei tagli non avere paura. Anche con il 20% in meno nel 2011-2012, siamo riusciti a vincere un podio in più. Secondo me, gli italiani tirano fuori gli attributi nei momenti di più difficoltà, anche economici. Naturalmente bisognerà gestire meglio le spese superflue.
    Concordo pienamente con te sul fatto dell`Australia e della Spagna, non sono potenze.
    Ciao e grazie di nuovo per i complimenti!

  6. Gabriele

    16 Agosto 2012 at 22:55

    Condivido in pieno la bella analisi di Maurizio, punto per punto.
    Per me gli ori sono 9 (Cammarelle), per cui di fatto, considerando anche il bronzo in più, siamo andati meglio che a Pechino (non che lì non ci abbiano scippato, ma lasciamo stare!). Anch’io ritengo giusto puntare di più sugli sport dove abbiamo più possibilità e tradizioni (ormai è un discorso che fanno anche i comitati olimpici più ricchi). Ma, per ragioni politiche, la torta del CONI se la spartiscono tutte le federazioni. Quello che mi preoccupa, invece, sono proprio i tagli: ho paura che Gnudi conti meno del famoso due di picche (è pure un ministero senza portafoglio) e, lasciatemi fare una polemica, è già tanto che il governo non abbia requisito le medaglie ai nostri atleti.
    Vorrei sapere chi ha messo in circolazione la voce che la Spagna è una potenza sportiva. Basta guardare i medaglieri delle passate edizioni dei Giochi per rendersi conto che non è così. Questa non è una polemica, soltanto la verità…
    L’Australia ha sfruttato l’effetto Sidney 2000 più di quanto ci si potesse attendere ma pian piano i nodi vengono al pettine.
    La Germania unificata è al livello di quanto storicamente faceva la Germania occidentale.
    Il Giappone quasi mai è stato tra i primi. E il Canada storicamente e culturalmente punta di più sulle discipline invernali. La Corea del Sud, invece, ha avuto l’abilità di centrare per la seconda volta consecutiva un gran numero di ori. Ma è al nostro livello.
    Ciao a tutti!

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