Ciclismo
La macchina perfetta Omega Pharma
Forse Cavendish vincerebbe comunque, anche perché in passato ha dimostrato di sapersela cavare pur senza l’aiuto della squadra. Ma quanto fatto oggi-e non solo oggi-dalla sua Omega Pharma-Quickstep è stato un capolavoro di tattica ciclistica e conferma l’importanza di questo fattore nei successi dello sprinter dell’Isola di Man.
Anzitutto, il team diretto da Patrick Lefevere e Davide Bramati ha portato a questo Tour de France una rosa assolutamente competitiva e perfettamente organizzata: ognuno sa perfettamente che cosa deve fare e quando entrare in azione, sfruttando la perfetta ripartizioni tra passisti puri, passisti veloci e velocisti che aiutano Cannonball nelle ultime fasi. Quando mancano ancora molti chilometri al traguardo, è Niki Terpstra il primo ad entrare in azione: già due volte campione d’Olanda, sa guidare il gruppo ad andature non troppo forsennate, ma lo sa fare per decine e decine di chilometri. Quindi, l’energia di Peter Velits, un ragazzo che prometteva anche come possibile capitano, e la potenza di Jérôme Pineau; ma le prime, decisive stoccate per rientrare sulla fuga di giornata vengono puntualmente firmate da Sylvain Chavanel e Tony Martin. Entrambi non hanno bisogno di presentazioni: il secondo, in modo particolare, si gioca da anni con Cancellara lo scettro di miglior cronoman del mondo e sa dare delle “frustate” a 60 km/h veramente impressionanti. All’occorrenza, dà una mano anche Michal Kwiatkowski: il giovane polacco, smaltita la delusione di ieri (maglia gialla persa per appena 1”), sta disputando una stagione sublime in quanto a regolarità di piazzamento e, nonostante l’ottima classifica, non lesina aiuti alla causa comune.
Negli ultimi chilometri, lo stesso Kwiatkowski oggi ha recitato un ruolo da protagonista, anche se il capolavoro lo hanno confezionato anzitutto Matteo Trentin e Gert Steegmans: il ventiquattrenne della Valsugana cresce in esperienza e furbizia giorno dopo un giorno, e ha probabilmente le doti, in futuro, per fare da leader in un’altra formazione; il belga invece è uno sprinter di altissimo livello, con un fisico potentissimo e l’astuzia necessaria per proteggere Cav sino all’ultimo momento. Quando tutto ciò funziona alla perfezione, è difficile non vedere il britannico alzare le braccia al cielo.
foto tratta da velonews.competitor.com
marco.regazzoni@olimpiazzurra.com