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Formula 1
F1, GP Azerbaijan 2018: Red Bull all’esame di maturità. C’è ancora un gap da colmare per lottare per il Mondiale
La Formula 1 si sposta in Azerbaijan e le attenzioni sono tutte per la Red Bull. In testa al Mondiale c’è la Ferrari, in crisi c’è la Mercedes, ma in Cina a vincere è stata la scuderia di Chris Horner, aprendo a nuovi scenari per la lotta per il titolo. Mai, nell’era del turbo, i “bibitari” avevano vinto così presto, troppo impegnati nella prima parte di stagione a lottare per mettere a punto la monoposto, poi rivelatasi competitiva solo nel finale, quando i giochi erano già fatti.
La vittoria in Cina ha quindi messo la Red Bull seriamente nella lotta per il Mondiale per la prima volta, per quanto il gap accumulato in Australia e Bahrein non sia di certo scomparso. Al pari dei limiti della RB14, gli stessi delle sorelle che l’hanno preceduta. La monoposto austriaca è inferiore, al momento, a Ferrari e Mercedes, ed è questa la principale nota a sfavore che delimita le possibilità di titolo. Verstappen e Ricciardo pagano un deficit di potenza in qualifica troppo elevato rispetto alle due vetture concorrenti, aspetto riconducibile alla “solita” power unit Renault.
In Cina a fare la differenza è stata la prontezza di riflessi del team, che ha richiamato i due piloti nel momento in cui la Safety Car ha fatto il suo ingresso in pista, aiutato da quel pizzico di fortuna. Il resto lo ha fatto poi il talento dei due piloti (sì, anche quello di Verstappen, che senza la sua irruenza avrebbe potuto giocarsi la vittoria con il suo compagno di scuderia) Ma la strategia non sempre può arrivare là dove la potenza del motore non arriva. Baku sarà quindi un test importante per valutare i progressi effettuati dalla RB14, sempre in attesa dei tanto temuti aggiornamenti in termini di aerodinamica, da sempre il carattere distintivo delle vetture disegnate da Adrian Newey.
Proprio a Baku, la strategia fu fondamentale per consegnare la vittoria a Ricciardo lo scorso anno (con la compartecipazione di Vettel e Hamilton, autoesclusi dalla lotta per la famosa “ruotata”). È stato proprio Daniel a parlare dell’importanza del prossimo appuntamento e a gettare acqua sul fuoco delle ambizioni di titolo. “Dobbiamo vincere di più per poter lottare. Se vinceremo anche a Baku allora forse potremo giocarcela“. La gara in Azerbaijan sarà dunque un crocevia fondamentale, un esame di maturità che potrebbe rivelarsi decisivo anche per il futuro dello stesso Ricciardo. Il suo contratto è in scadenza a fine stagione e l’australiano non ha ancora sciolto le riserve. A 28 anni ha il talento e la maturità per poter lottare per il Mondiale e se la Red Bull dovesse dimostrarsi per l’ennesima volta non all’altezza allora Dan potrebbe guardare fuori dalla finestra. Dove Ferrari e Mercedes sono in attesa…
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alessandro.tarallo@oasport.it
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