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Ciclismo
Giro d’Italia 2018, quanto potranno incidere le cronometro? 44 km decisivi, gap colmabili sulle montagne?
Un Giro d’Italia 2018 per scalatori: sin dalla presentazione del percorso infatti è stato dato questo appellativo alla Corsa Rosa che si appresta a partire da Gerusalemme domani, con le prime tre tappe in terra israeliana e il ritorno poi nel Bel Paese. Non saranno però, come di consueto, solo le salite a decidere la Maglia Rosa: bisognerà fare attenzione nelle frazioni miste, ma, soprattutto, anche alle cronometro, che spesso e volentieri risultano decisive in chiave distacchi tra i big.
Vista la startlist, anche quest’anno le prove contro il tempo daranno una spallata importante alla graduatoria. Il vincitore uscente, Tom Dumoulin, va a caccia del bis e può sfruttare al meglio le sue doti di cronoman: è il campione del mondo in carica della disciplina, una spanna sopra tutti gli altri nella specialità, come ha dimostrato in quel di Bergen ai Mondiali, dove ha sbaragliato la concorrenza. La stella del Team Sunweb punta dritto alla prima Maglia Rosa e l’obiettivo potrebbe essere anche quello di tenerla al più a lungo possibile. Quest’anno però, a sfidare l’olandese, non ci saranno solo scalatori puri (Nibali e Quintana, nel 2017, la maggior parte del distacco finale l’hanno perso proprio nelle prove contro le lancette), ma anche l’attesissimo Chris Froome: nei Tour de France dominati dal keniano bianco le cronometro sono state parte decisiva per aggiungere divario tra sé e i rivali.
Un uno contro uno importante, ma non decisivo. I chilometri contro il tempo infatti saranno solo 44: 9.7 al debutto in quel di Gerusalemme e 34.2 nella frazione numero 16 da Trento a Rovereto. Un paio di minuti, nel totale, potrebbero scapparci in favore degli specialisti, ma non mancheranno le salite per riscattare gli scalatori. Gap dunque, importanti, ma non decisivi: le cronometro incideranno sicuramente, ma difficilmente risulteranno fondamentali verso l’assegnazione del Trofeo Senza Fine.
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Foto: Valerio Origo