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Ciclismo
Tour de France 2013: les jeux sont faits
3’25” su Valverde, 3’37” su Mollema, 3’54” su Contador. I distacchi dei primi tre inseguitori da Chris Froome, dopo la suggestiva cronometro di Mont-Saint-Michel cannibalizzata da Tony Martin, la dicono lunga sulla reale competitività del Tour 2013 finora. Eppure, siamo appena al giro di boa della Grande Boucle del centenario, si è appena conclusa l’11esima tappa, da scalare ci sono Mont Ventoux, Alpe d’Huez e l’ascesa verso Annecy-Semnoz; insomma, tanti chilometri da pedalare, la lotta alla Maglia Gialla potrebbe accendersi di nuovo. Perché no? I tifosi degli avversari del White Kenyan hanno tutto il diritto di sperarci nonostante tutto, di sognare una lenta risalita nella prossima settimana e mezza, che possa poi incrinare le consapevolezze del fenomeno britannico. Potrebbe succedere ancora di tutto. O forse no.
La frase “Il Tour è già finito” non la vuole sentire nessuno, dagli appassionati ai media; si spera sempre in un maggiore spettacolo, magari con una crisi della Sky e del suo capitano, ma, ora come ora, quella frase rappresenta la più pura realtà. Chris Froome ha le mani sul Tour de France 2013 e difficilmente qualcuno riuscirà a strapparglielo. Innanzitutto perché avversari non se ne intravedono: Contador non ha la stessa brillantezza dei giorni migliori, Valverde non sembra poter reggere per tre settimane il ritmo di Froome e Mollema rappresenta ancora un’incognita troppo grande. Ma, soprattutto, per la straordinaria forza del 28enne di Nairobi: non della Sky, di Froome. Infatti, l’impressione è che Chris possa stravincere anche senza il cospicuo apporto dei vari Porte, Boasson Hagen e Stannard, talmente immenso è il suo potenziale; al momento, nessuno può permettersi di affrontare una cronometro con un ritmo simile (e ci sono altri 32km…) e di sfiancare gli avversari quando la strada sale. Già lo scorso anno il keniano diede un antipasto della sua classe, perché di fatto il Tour 2012 fu dominato da lui, perlomeno in salita, lasciando nemmeno le briciole ai vari Evans e Nibali.
Più che l’inizio di una risalita, dunque, la prossima settimana e mezza per Valverde&co. rappresenterà con tutta probabilità una lenta e cruda sofferenza, in cui il distacco da Froome presumibilmente aumenterà sempre più, a dismisura. Si lotterà per il posto sul podio, inutile girarci intorno, perché su un altro pianeta continuerà il monologo del ragazzo venuto dall’Africa, pronto a prendersi quel che gli spetta.
Foto: AFP
daniele.pansardi@olimpiazzurrra.com