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F1, Force India e Mercedes: quando l’antisportività è cosa pubblica…

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Il GP di Montecarlo 2018, sesta tappa del Mondiale F1, non ha regalato molti spunti: la gara è stata relativamente noiosa con ben poche emozioni, poca azione in pista e nessun pilota che ha cercato di attaccare chi lo precedeva. Daniel Ricciardo ha dettato il ritmo e ha conquistato una vittoria di lusso nel Principato, Sebastian Vettel ha chiuso in seconda posizione precedendo Lewis Hamilton e recuperando così tre punti in classifica generale. A seguire Kimi Raikkonen e Valtteri Bottas: i primi cinque sono arrivati nell’ordine in cui erano partiti, l’unica sosta ai box non ha cambiato le carte in tavola e naturalmente sorpassare per le anguste vie di Montecarlo si è rivelato impossibile.

C’è però stato un episodio che andrà analizzato anche in vista del prossimo futuro. L’atteggiamento della Force India nei confronti della Mercedes: le vetture in rosa non sono state molto sportive in pista, in particolar modo Esteban Ocon (poi sesto al traguardo) ha lasciato tranquillamente passare Lewis Hamilton dopo la girandola di soste ai box: il francese non ha posto la minima resistenza nei confronti del Campione del Mondo, in uscita dal tunnel non ha cercato di chiudere la traiettoria e ha lasciato uno spazio abbondante al britannico che così non ha perso tempo ed è riuscito a salire sul podio. Se Lewis avesse dovuto sudarsi la manovra, probabilmente Kimi Raikkonen poteva tornare in lizza per il terzo posto: non c’è certezza, naturalmente, ma l’atteggiamento del pilota della Force India non è piaciuto. E gli ordini arrivavano dall’alto come ha ammesso tra le righe nelle interviste rilasciate dopo la gara.

Le vetture dalla livrea rosa hanno infatti uno stretto rapporto con Mercedes. La scuderia tedesca, infatti, fornisce il team di Silverstone, Ocon è cresciuto nella scuderia di Stoccarda e nelle ultime ore si sta parlando di una possibile acquisizione della Force India (in crisi finanziaria) da parte della Mercedes. L’antisportività vista a Monaco non fa certamente bene alla Formula Uno e speriamo che certi episodi non si verifichino più perché il rischio di snaturare le gare (e i Mondiali) è sempre molto alto.

 





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