MotoGP
MotoGP, Mondiale 2018: la gara del Mugello rimescola completamente le carte per un campionato che si riapre
Il circus della MotoGP era arrivato al Mugello con diverse certezze, confermate anche nel corso delle prime due giornate del Gran Premio d’Italia. La domenica, invece, ha preso tutte queste convinzioni e le ha buttate nel cestino. I 23 giri della corsa toscana non passeranno alla storia del Motomondiale per lo spettacolo visto in pista, ma hanno sicuramente rimesso in gioco diversi piloti sotto molti punti di vista.
In primo luogo, dal Mugello torniamo con un campione ritrovato: Jorge Lorenzo. Lo spagnolo della Ducati ha messo in scena una prestazione “Old style”, dal pilota che conoscevamo dai tempi della Yamaha, che sapeva dominare e vincere anche i titoli iridati. Ieri, infatti, il maiorchino ha rimesso indietro le lancette dell’orologio ed è tornate quello di qualche anno fa. Al semaforo verde ha bruciato tutti, ha preso subito il comando delle ostilità e non si è più voltato indietro. Un GP dominato che ha fatto tornare il sorriso al numero 99 che, a questo punto, potrebbe non essere più un “separato in casa” nel team di Borgo Panigale. Probabilmente i rapporti si sono ormai logorati ed il tempo è ampiamente scaduto per un rappacificamento, ma trattasi comunque di una vera boccata d’ossigeno per un campione che sembrava ormai destinato a lottare solamente per entrare nella top ten.
La seconda certezza che è svanita al Mugello riguarda Marc Marquez. Il campione del mondo in carica, infatti, arrivava in Italia con un ampio margine in classifica generale e con il vento in poppa, dopo tre vittorie di fila. Lo spagnolo, tuttavia, non ha la continuità del 2014, quando vinse 10 gare in fila. Va ad alti e bassi. E lo si è visto anche ieri. Al quinto giro finisce nella ghiaia della Scarperia-Palagio e getta alle ortiche punti pesanti in ottica iridata. Sembrava che il Cabroncito fosse tornato quello calcolatore del 2016 e 2017, ma tra Argentina e Italia ha piazzato due “zero” quanto mai improvvidi.
Dopo le qualifiche di sabato, invece, sembrava che la Yamaha avesse cancellato con un solo colpo di spugna tutti i problemi presenti e passati. I 23 giri della gara, invece, hanno riportato sulla terra il team di Iwata. Se non ci fosse stato un Valentino Rossi ai limiti della perfezione, il morale sarebbe assolutamente sotto i tacchi. Maverick Vinales ha chiuso solamente in ottava posizione dopo una prova quanto mai negativa, mentre Johann Zarco ha fatto addirittura peggio, entrando a fatica nei primi dieci. La M1 soffre, tanto, ed i miglioramenti arrivano a singhiozzo. Quando si alza la temperatura la moto non rende, mentre sul passo gara i piloti devono forzare il meno possibile, per non distruggere le gomme. Un mix per niente incoraggiante, ma il bicchiere mezzo pieno arriva dalla graduatoria dopo sei gare.
Sembrava tutto concluso, o almeno indirizzato, mentre il Mugello ha riaperto, in parte, la corsa al titolo. Adesso, prima del GP di Catalogna, Marc Marquez guida la classifica con soli 23 punti su Valentino Rossi, 28 su Maverick Vinales e 29 su Andrea Dovizioso. Tutto, quindi, è ancora in palio. Di norma dopo una gara simile il catalano tira fuori gli artigli ed inanella un filotto di prestazioni importanti, vedremo se sarà in grado di farlo anche questa volta. Alle sue spalle, nonostante le difficoltà, Rossi, Vinales e Dovizioso, non sono distanti. E sperano. Confidano in altri errori del campione del mondo e, soprattutto in casa Yamaha, di un miglioramento del proprio mezzo. Il Mondiale 2018, comunque, è ancora vivo. Fino al quinto giro del Mugello non sembrava affatto. E già questa non è una cosa da poco..
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alessandro.passanti@oasport.it
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