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Calcio, Mondiali Russia 2018: la Danimarca ai raggi X. Fisicità e talento per gli scandinavi, la stella è Christian Eriksen

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Fisicità e compattezza per puntare in alto. La Danimarca dispone di un gruppo equilibrato, che farà leva sulla solidità dei reparti di difesa e centrocampo e sulla qualità di un attacco di elevato spessore tecnico. Inclusa nel gruppo C con Francia, Perù e Australia, la compagine scandinava, guidata dal ct Age Hareide, ha un’elevata possibilità di passare il turno e di insidiare anche il primato della Francia. Ma la Danimarca non può permettersi passi falsi, perché ogni incertezza potrebbe rivelarsi fatale per il destino di una squadra il cui talento finisce anche per cozzare con una fragilità che va di pari passo con l’inesperienza di molti suoi elementi.

Tra i pali ci sarà Kasper Schmeichel, il figlio del grande Peter, che ha deciso di seguire le orme del padre, concedendosi anche il lusso di trionfare in Premier League due anni fa con il Leicester dei miracoli, targato Claudio Ranieri. Ad ergere una diga davanti a lui ci saranno Christensen, titolare ormai stabile nel Chelsea, e Kjaer, vecchia conoscenza del calcio italiano, con trascorsi nel Palermo e nella Roma, ed oggi al Siviglia. Krohn-Dehli del Deportivo e Delaney del Werder Brema saranno i perni di una linea mediana che dovrà fare tanta legna per lasciare campo libero ad Eriksen, il vero fenomeno del gruppo. Fantasista del Tottenham, ha infilzato Buffon su punizione all’Allianz Stadium in Champions League e ha letteralmente preso per mano la Danimarca con tre reti messe a segno nel match di ritorno dello spareggio playoff sul campo dell’Irlanda, espugnato dagli scandinavi con un clamoroso 1-5 dopo lo 0-0 dell’andata. In attacco, infine, Hareide ha diverse alternative: i favoriti per una maglia da titolare sembrano Poulsen del Lipsia e Sisto del Celta Vigo, ma non è da sottovalutare l’immenso talento del giovane Dolberg dell’Ajax, al pari della fisicità di Cornelius, centravanti dell’Atalanta.

La Danimarca è arrivata seconda alle spalle della Polonia nel gruppo E di qualificazione ai Mondiali 2018 in Russia, ma vanta anche un successo per 4-0 proprio contro i polacchi. Alle spalle della Danimarca si sono piazzati Montenegro, Romania, Armenia e Kazakistan, ma a fare la differenza è stata la solidità di un gruppo che nei momenti chiave ha saputo sempre tirare fuori il meglio di sé.

ROSA
Portieri: Ronnow (Brondby), Lossl (Huddersfield), K. Schmeichel (Leicester City)

Difensori: Christensen (Chelsea), Dalsgaard (Brentford), Vestergaard (Borussia Moenchengladbach), Larsen (Udinese), Knudsen (Ipswich), Jorgensen (Huddersfield), Kjaer (Siviglia)

Centrocampisti: Eriksen (Tottenham), Schoene (Ajax), Lerager (Bordeaux), Krohn-Dehli (Deportivo La Coruna), Delaney (Werder Bremen), Kvist (FC Copenhagen)

Attaccanti: Cornelius (Atalanta), Dolberg (Ajax), Braithwaite (Bordeaux), Jorgensen (Feyenoord), Sisto (Celta Vigo), Fischer (FC Copenhagen), Poulsen (Lipsia)

LA STELLA: Christian Eriksen. Gioiellino classe ’92, cresciuto nell’Ajax ed ora al Tottenham, rappresenta l’oggetto del desiderio dei principali club europei e vanta una valutazione che sfiora i 100 milioni di euro per la qualità straordinaria delle sue giocate. Fantasista col vizio del gol, è in grado di sfornare assist prelibati ed è un autentico cecchino sui calci piazzati, oltre a disporre di una visione di gioco e di una tecnica di palleggio con pochi eguali al mondo. La sua velocità di pensiero rappresenta la chiave tattica della manovra della Danimarca, che grazie a lui ha acquisito fluidità e qualità. In Premier League quest’anno ha collezionato 10 gol e 10 assist, mentre in Nazionale il suo borsino comprende 77 presenze e 21 reti all’attivo. Dai suoi piedi passa il destino di un gruppo che può sognare un risultato di grande prestigio.

L’OBIETTIVO: i quarti di finale. La Danimarca dovrà sudare per passare un girone che include la Francia, sulla carta nettamente favorita per il primo posto, oltre al Perù e all’Australia, due avversari temibili ma alla portata degli scandinavi, che dovranno però stare attenti alle insidie e non lasciarsi prendere dalla foga agonistica se vorranno archiviare rapidamente la pratica e passare il turno. Un incrocio positivo agli ottavi, inoltre, potrebbe agevolare i danesi, anche se l’Argentina e la Croazia sembrano avversari proibitivi. Sognare però non costa nulla e il ricordo del magico 1992, quando la Danimarca vinse gli Europei, potrebbe dare ulteriori motivazioni ad una squadra ricca di talento.




mauro.deriso@oasport.it

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Foto: mooinblack / Shutterstock.com

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