Ciclismo
Kessiakoff re della crono, Rodríguez tiene
E’ una Vuelta che guarda in alto. Non solo un numero di montagne e di arrivi in salita enorme rispetto alla media dei grandi giri, ma anche una cronometro (l’unica individuale della corsa) caratterizzata da un percorso con ben poca pianura: 39.4 km verso Pontevedra, la prima metà in un lungo falsopiano all’insù, la seconda in una lunga discesa. Lo stesso Joaquim Rodríguez, che pure cronoman non è, aveva affermato di apprezzare molto un tracciato del genere, ben diverso dai tradizionali tic-tac tutta pianura. Effettivamente, la brillante prestazione di Purito è la sorpresa di giornata: settimo posto ad 1’16” e maglia rossa confermata, contro ogni pronostico, per appena un secondo.
Il vincitore è quel Fredrik Kessiakoff già dominatore della crono di Gossau al Giro di Svizzera. Una prova perfetta per il trentaduenne svedese in forza all’Astana, capace di infliggere 17” ad un Alberto Contador in grande spolvero e 39” a un Chris Froome che sembra lievemente appannato rispetto ai fasti della prima parte di estate. Valverde si ferma ai piedi del podio, distanziato di 1’08”, subito davanti al compagno Intxausti e a Richie Porte, quindi la maglia rossa che conserva il primato, appunto, per un solo secondo nei confronti di Contador. La nuova classifica generale vede Froome terzo a 16” e Valverde quarto a 59”, con la conferma che questi quattro si giocheranno la Vuelta montagna dopo montagna.
Indietro, come spesse accade nelle crono, gli italiani: per trovare il migliore bisogna scendere sino in trentaquattresima posizione, ovvero il piazzamento di un discreto Matteo Montaguti. Poi, in ordine, Cataldo a 2’57”, Nocentini a 3’30” e Capecchi a 3’32”. L’umbro slitta in sedicesima posizione nella graduatoria, distanziato di 5’56” da Purito.
Domani, sempre perché questa Vuelta non ama le cose facili, un’altra frazione che potrà rivelarsi insidiosa: i primi 188 km, con partenza da Vilagarcía de Arousa, sono pressoché pianeggianti, ma gli ultimi 2 sono ad una pendenza media del 13.1%, che potrebbe fare male, molto male. Probabile quindi che, a Mirador de Ézaro, si avrà un’altra battaglia tra i big della classifica generale.
Le pagelle
Kessiakoff Fredrik, 10: come un cecchino. Sapeva che questa era la sua unica occasione per fare bene alla Vuelta e non l’ha fallita. Peccato che si sia “trasferito” su strada tardi dopo una bella carriera in MTB, altrimenti Cancellara avrebbe potuto incontrare un rivale interessante.
Rodríguez Joaquim, 9: è lui il vincitore morale di giornata. Si difende con le unghie e con i denti e mantiene la maglia rossa, seppur per un battito di ciglia. Ora sarà solo salita, il suo terreno.
Contador Alberto e Valverde Alejandro, 7.5: risultati diversi, prove che assumono un valore simile. Il madrileno chiude ad una manciata di secondi da Kessiakoff, confermando quelle doti di cronoman che tanta gloria gli hanno portato nelle stagioni scorse; il murciano, non certo un funambolo della specialità, cede meno di un minuto dal rivale.
Froome Christopher, 6: non si può certo bocciare il terzo classificato della tappa. Eppure, dall’inglese ci si aspettava una prestazione migliore, soprattutto dopo quanto fatto vedere al Tour de France e alle Olimpiadi.
Capecchi Eros, 5: la cronometro non è il suo forte, però 3’30” dal vincitore sono davvero troppi per un ragazzo che ha tutte le potenzialità di chiudere nella top ten della classifica finale. Stesso voto per Dario Cataldo, campione nazionale, dal quale era lecito attendersi di più, quantomeno per onorare la maglia tricolore.
foto tratta da gulf.manoramaonline.com
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