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Formula 1
F1, GP Austria 2018: nessun ordine di scuderia in casa Ferrari. Una scelta giusta per non demotivare Raikkonen
Sono passati 16 anni da un episodio che continua far discutere: il famoso ordine di scuderia della Ferrari, volto a favorire Michael Schumacher nei confronti di Ruben Barrichello, nel corso del GP d’Austria 2002. La sceneggiata sul podio, con Schumacher che fece salire Rubens sul gradino più alto rappresentò una pagina non certo edificante per il marchio del Cavallino Rampante anche se in quel caso ci si giocava il Mondiale.
Ebbene, stavolta, le cose sono andate diversamente. Sempre sul tracciato del Ring, Kimi Raikkonen (2°) e Sebastian Vettel (3°) hanno guadagnato diversi punti nei confronti della Mercedes, fuori dai giochi per un doppio ritiro che ha del clamoroso. Uno zero che ha consentito a Vettel di tornare in testa alla graduatoria iridata riservata ai piloti e alla Rossa di prendersi il primato nella classifica dei costruttori. Un doppio colpo che avrebbe potuto suggerire a Maranello di favorire il tedesco e guadagnare un numero maggiore di punti nei confronti di Lewis Hamilton.
Maurizio Arrivabane ed i suoi uomini non erano d’accordo. La bella gara disputata da Kimi non meritava una presa di posizione del genere anche per dimostrare al finlandese il massimo supporto. Oggi, il campione del mondo 2007 ha corso come sa, rischiando e lottando come un leone. Per onestà nei suoi riguardi la squadra ha agito per il meglio, per salvaguardare la figura del finnico e non demotivarlo anche perché la Ferrari ha bisogno di due piloti per centrare l’iride.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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