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Tabellone Wimbledon 2018: definiti i quarti di finale. Ostacolo Raonic per Federer, Del Potro e Djokovic per Nadal

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Con la conclusione dell’ultimo ottavo di finale tra Juan Martin Del Potro e Gilles Simon, il tabellone maschile di Wimbledon si è allineato ai quarti di finale. I principali favoriti, fatta eccezione per Marin Cilic e Alexander Zverev, sono tutti ancora in corsa. Tra i big spunta chiaramente il nome di Roger Federer, a caccia della nona corona sui prati verdi dell’All England Club. Lo svizzero fin qui ha faticato pochissimo, viaggiando veloce come un treno: le uniche palle break le ha concesse nell’ultimo turno al francese Adrian Mannarino, in una partita comunque senza particolare storia.

Il prossimo ostacolo di Federer sarà il sudafricano Kevin Anderson. Un big server, che di solito sull’erba farebbe paura a chiunque ma non a Federer, che su questi campi ha un ottimo bilancio contro giocatori con queste caratteristiche (l’unica sconfitta con Raonic nel 2016, ma Roger era a mezzo servizio, tra guai a ginocchio e schiena). Una preoccupazione in più per lo svizzero, però, arriva dal meteo: il Re ha infatti espresso la sua apprensione circa lo stato dei campi, resi secondo lui particolarmente adatti a chi gioca dal fondo e poco favorevoli ai giocatori in risposta (“Sarà molto difficile fare un break“), visto il clima secco che regna in questi giorni a Londra.

Se i dubbi di Federer dovessero concretizzarsi allora lo svizzero dovrà stare attento, perché di big servers dal suo lato ce ne sono altri due. L’altro quarto della parte alta vede infatti di fronte Milos Raonic e John Isner: una sfida da pallottoliere, tra due veri bombardieri. Basta un dato per capire a cosa andranno incontro gli spettatori: nei quattro precedenti (tutti a livello Masters 1000), comandati da Isner per 3-1, di 9 set giocati 7 si sono conclusi con un tie-break. Quanti ce ne saranno domani? I motivi di interesse, al di là delle facili battute, non mancano, tra la voglia del canadese di rilanciarsi dopo vicissitudini e infortuni vari e la grinta dell’americano, che dopo un avvio di stagione opaco ha saputo qualificarsi per la prima volta, a 33 anni, ai quarti dei Championships.

Ancora più frizzante è la parte bassa. Per Novak Djokovic c’è Kei Nishikori. Il serbo è al secondo quarto di finale Slam consecutivo, qualcosa che sembrava normalissima amministrazione fino a due anni fa ma diventata un traguardo notevole adesso. E non è un caso perché questa è la miglior versione di Nole in quest’arco di tempo, per testa, carattere (ciò che mancava a Djokovic) e gioco. Il prossimo test sarà Nishikori. Il giapponese è giunto ai quarti per la prima volta quasi a fari spenti, senza farsi notare. Può provarci domani, ma il bilancio dei precedenti parla chiaro: 13-2 Djokovic, ma l’ultima vittoria di Kei risale alla semifinale degli US Open 2014…

Il piatto forte dei quarti, però, sarà la sfida tra Rafael Nadal e Juan Martin Del Potro. Lo spagnolo torna ai quarti per la prima volta dal 2011 (quando perse in finale da Djokovic) e, proprio come nel caso del serbo, un Rafa così sull’erba non si vedeva da anni. Forse aiutato dai campi, forse no, Nadal è stato quanto mai solido, tonico e concentrato. La dimostrazione è stata nell’ultimo turno con Jiri Vesely, quando il maiorchino ha concesso solo 7 punti al servizio nei primi due set, archiviando la sfida in men che non si dica. Ma Del Potro è un’altra cosa e allora quale modo migliore per testare se realmente Rafa potrà tornare in finale? L’argentino dalle parti di SW19 è avversario assai pericoloso, ma forse potrà fare la differenza l’aver giocato oggi. Domani lo sapremo: giornata da non perdere a Wimbledon.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: proma 1 / Shutterstock.com

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