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Wimbledon 2018: la solidità vincente di Angelique Kerber, la giornata no che non cancella il gran torneo di Serena Williams

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Il torneo femminile di Wimbledon ha regalato una nuova campionessa, la seconda tedesca a vincere sui prati più famosi del mondo dopo Steffi Graf: Angelique Kerber ha dimostrato una volta di più di non aver vinto due Slam per caso, come pure di non esser diventata numero uno del mondo, a fine 2016, per grazia ricevuta.

Tutti i riflettori erano puntati su Serena Williams, sul ritorno dalla maternità. Aveva, Serena, vinto tre turni al Roland Garros e aveva poi dato forfait per gli ottavi contro la russa Maria Sharapova (poi regolata facilmente dalla Muguruza). Sull’erba, ha iniziato a ritrovare sé stessa passo dopo passo, turno dopo turno. Di un particolare, però, non si era tenuto grande conto: le avversarie fino ad oggi affrontate, pur valide, non sono state i grandi nomi del tennis, quelli che ti costringono ad alzare il livello di gioco. Quel che è andato bene contro le sei giocatrici precedenti non è andato bene contro la Kerber, perché la tedesca obbliga a rigiocare il punto una, due, tre volte. Difende tantissimo, sempre, e sbaglia poco, giocando un tennis di solidità. In realtà, Serena non è nemmeno insoddisfatta: in conferenza stampa, ha denotato sostanziale contentezza per il risultato ottenuto in misura maggiore dell’amarezza per il 24° Slam sfumato (senza mai, in verità, sfiorarlo, almeno oggi).

Per sua stessa ammissione, la teutonica ha detto di essersi voluta concentrare molto sui game di risposta. Sembra un controsenso, dal momento che una delle preoccupazioni più grandi del giocare contro la statunitense è il doversi difendere quando dal proprio servizio può tornare indietro un missile terra-aria, ma la tedesca è tra le poche che può attuare con reale continuità questa tattica. Aveva già battuto Serena, l’aveva fatto in una finale Slam e oltretutto ha ritrovato fiducia nei suoi mezzi. Il 2017 terribile non c’è più, sostituito da una grande fiducia, acquisita sia nel ritorno ad alti livelli che nel percorso verso la finale, pieno di trappole (Zvonareva e Bencic solo per dirne due, senza citare per forza la Ostapenko). Con la partita di oggi, la Kerber è diventata l’unica giocatrice che non si chiami Venus Williams ad aver battuto Serena in due diverse finali Slam. L’ha fatto facendo valere un paio di dati per tutti: ha concesso una sola palla break nell’incontro (quella trasformata dalla Williams nel quarto gioco del primo set) e ha lasciato che l’avversaria sbagliasse dopo i suoi recuperi. Alla fine, il rapporto vincenti/errori gratuiti è risultato di 11/5 per la 30enne di Brema, di 23/24 per la Williams. Tradotto in termini semplici, la tedesca non ha sbagliato quasi mai. E se una non sbaglia quasi mai, i casi sono due: o dall’altra parte c’è qualcuna che gioca la partita perfetta, o lei va inevitabilmente verso la vittoria. E oggi è capitato il secondo caso, con grande merito.

 





 

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Foto: Jimmie48 Photography / Shutterstock.com

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