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Nuoto, verso gli Europei 2018: le possibili carte da medaglia dell’Italia

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Non è ancora l’Italia dei giovani, non è più solo l’Italia dei veterani. A Glasgow l’Italnuoto prosegue il suo percorso di rinnovamento, poggiando sempre e comunque sulle basi solide degli atleti che hanno regalato grandi soddisfazioni ai colori azzurri nelle ultime stagioni. Due dei quattro atleti medagliati a livello individuale ai Mondiali di Budapest di un anno fa sembrano (o sono) fuori dai giochi in chiave medaglie europee. In modo forzato Gabriele Detti che, dopo un inverno travagliatissimo a causa di una fastidiosa infiammazione al tendine della spalla, ha deciso di non prendere parte agli Europei, togliendo di colpo all’Italia del nuoto tre o quattro potenziali medaglie (1500, 800, 400 stile libero più una a scelta fra 200 e 4×200 stile che, senza il livornese, perde vertiginosamente di peso specifico).

In modo volontario per Federica Pellegrini che si è imposta, in modo categorico, di rispettare l’anno sabbatico celato dai proclami di addio ai 200 stile libero che torneranno ad essere la sua gara in prospettiva Tokyo 2020. Anche in questo caso l’Italia perde una carta da medaglia sicura in una gara che non presenta interpreti indimenticabili come i 200 stile, anche se la Divina potrebbe regalarsi qualcosa di importante nei 100 stile libero ma in questo caso sarebbe necessaria anche una controprestazione di una delle tre star del firmamento europeo della velocità, Sjostroem, Blume e Kromowidjojo: difficile ma non impossibile.

L’unico oro di Budapest che sarà in vasca nelle sue gare a Glasgow è sempre lui, Greg Paltrinieri che cerca il quarto titolo consecutivo nei 1500 e l’affermazione anche negli 800. Per quanto ha mostrato a Tarragona, Paltrinieri potrebbe essere protagonista anche sui 400 grazie al lavoro sulla velocità svolto nei lunghi stage in Australia e non è escluso che possa giocarsela anche su questa gara. Di certo dovrà vedersela con l’avversario ormai tradizionale, l’ucraino Romanchuk e dovrà fare attenzione anche al tedesco Wellbrock, che ha il miglior tempo dell’anno e al britannico Jervis ma sulla carta da medaglia, soprattutto nei 1500 stile, c’è anche l’azzurro Domenico Acerenza che ai Giochi del Mediterraneo ha saputo tenere per molto tempo il ritorno di Gregorio Paltrinieri.

La quarta punta di diamante della spedizione azzurra è la fondista Simona Quadarella, bronzo nei 1500 a Budapest un anno fa e capace di migliorarsi praticamente ogni volta che scende in acqua, sia nei 1500 che negli 800 che è una gara che ancora digerisce meno bene. L’allieva di Christian Minotti punta in alto nei “suoi” 1500 dove ritroverà Mireia Belmonte, già battuta a Tarragona, Boglarka Kapas, già battuta al Settecolli ma soprattutto la tedesca Sarah Koehler che invece ha saputo sconfiggerla agli Europei in vasca corta di Copenhagen. Speranze di podio per Quadarella anche negli 800 stile, meno nei 400 dove comunque scenderà in acqua per migliorarsi ulteriormente e per testare la sua competitività in una specialità che al momento lascia abbastanza spazio a livello mondiale alle spalle dell’inarrivabile Ledecky e nella quale vanta comunque il terzo crono europeo dell’anno.

STILE LIBERO. L’Italia della velocità al maschile ha tre frecce al proprio arco per il podio. Luca Dotto è il campione in carica dei 100, quest’anno non sempre tutto per lui ha funzionato al meglio ma, a sprazzi, ha mostrato buone cose e c’è da credere che arriverà tirato a lucido a Glasgow. Il nuovo che avanza si chiama Alessandro Miressi, a Roma ha strabiliato con un 48″25: una prestazione che potrebbe, se ripetuta, garantirgli già un posto sul podio ma l’azzurro vuole fare ancora meglio. Nei 50 stile spicca il 21″70 di Andrea Vergani che ha sorpreso tutti a Riccione ma si è confermato su livelli alti a Roma e potrebbe essere un outsider di lusso per la medaglia, avendo poca pressione sulle spalle.

FARFALLA. Doppia coppia a caccia di medaglie. In campo femminile Ilaria Bianchi ed Elena Di Liddo nei 100 si sfideranno a colpi di record italiano. Entrambe lo hanno avvicinato e con lui la barriera dei 57″ nella marcia di avvicinamento all’appuntamento Europeo e potrebbe essere, quella tra le due italiane, una battaglia che vale anche il podio continentale sul quale Ilaria Bianchi è già salita (terza) nelle ultime due edizioni. Nei 200 farfalla Alessia Polieri vuole rompere il tabù delle grandi manifestazioni in vasca lunga. Ha vinto tre medaglie in vasca corta e, dovesse migliorare il personale al termine di una stagione nella quale non ha avuto problemi fisici di sorta, potrebbe aspirare a migliorare il quinto posto di Londra e magari trovare un posto sul podio.

In campo maschile la coppia che aspira alla medaglia non è più la solita. Matteo Rivolta sembra essersi fermato al titolo europeo in vasca corta di Copenhagen e al momento non ha lanciato segnali incoraggianti da Riccione in poi, nonostante la qualificazione conquistata. Piero Codia, invece, sembra pronto per giocarsela ad altissimo livello in una gara che ha tanti pretendenti ma nessun padrone vero (il migliore stagionale è Guy con 51″30). La sorpresa, invece, potrebbe farla il giovanissimo Federico Burdisso che a Roma è diventato il terzo uomo italiano a scendere sotto i 52″, facendo segnare l’ottavo tempo europeo, non lontano dai primi, dell’anno. Un Burdisso in forma potrebbe essere molto competitivo in quella che in tanti considerano la sua vera gara, i 200 farfalla.

DORSO. Qui potrebbero arrivare molte soddisfazioni per l’Italnuoto che ha trovato in Margherita Panziera una campionessa vera, consapevole della sua forza e capace in questa stagione di migliorarsi in ogni manifestazione di portata internazionale a cui ha partecipato. E’ lei ora la regina incontrastata del dorso italiano (con i record di 100 e 200) e, dopo il bronzo di Copenhagen, è decisa a diventarla anche a livello europeo. E’ vero, c’è la “montagna” Katinka Hosszu da battere e se l’ungherese è in condizione è davvero difficile riuscirci ma da questa Panziera, quella determinatissima vista a Riccione prima e soprattutto a Tarragona e Roma poi, ci si può attendere di tutto, sia nei 100 che nei 200 che sono la sua gara.

In campo maschile la coppia su cui puntare è quella formata da Simone Sabbioni e Thomas Ceccon. Entrambi sono un’incognita: Sabbioni a Copenhagen sembrava aver superato i problemi fisici che lo avevano assillato nell’anno precedente ma a Riccione è piaciuto a metà. Ha vinto a Tarragona (ma su tempi non eccelsi), ha faticato tanto a Roma, denotando una condizione non ancora ottimale. Questo mese è decisivo per lui che, se sta bene, se la può giocare con i più grandi nei 100 e nei 50, anche se il fenomeno russo Kolesnikov, sembra di un altro pianeta. Su Ceccon si è detto e scritto di tutto. Potenzialmente è un fenomeno e il dorso è la specialità che più lo esalta ma ancora non sembra aver raggiunto quella maturazione per poter esprimere il meglio al momento giusto. Agli Europei juniores ha gareggiato tanto e vinto poco per quelle che erano le aspettative. La speranza è che abbia puntato tutto sull’Europeo e che in questo contesto possa esplodere definitivamente.

RANA. Anche qui l’Italia esprimerebbe una doppia coppia da fare invidia a tutti ma l’assenza di Nicolò Martinenghi è nota da tempo e la speranza è di rivedere al più presto il ranista lombardo battersi per le medaglie importanti. Al momento il nome della rana italiana al maschile sarà rappresentato dal veterano Fabio Scozzoli, che sembra aver ritrovato la verve giusta per puntare al podio, più nei 50 che nei 100 al momento ma non è giusto porre limiti alla provvidenza. A Copenhagen ha completato il percorso di rinascita, a Riccione ha fatto capire che se la può giocare anche in vasca lunga e a Roma ha constatato che Peaty è inavvicinabile al momento. Peaty… ma non tutti gli altri: in lotta per un posto al sole ci sarà anche lui. Nei 200 Luca Pizzini è sempre lì. A Londra portò a casa un bronzo insperato, qui un inserimento nella lotta medaglie non sorprenderebbe più di tanto. Difficile, ma non impossibile, che ci sia la fidanzata Martina Carraro, protagonista più sui 50 che sui 100 rana al femminile dove invece l’Arianna Castiglioni vista a Riccione e poi a Roma può giocarsela ad altissimo livello sia sui 100 che sui 50. L’Efimova del Settecolli è imprendibile, le altre rivali no.

MISTI. Anche da qui possono arrivare tante soddisfazioni per l’Italnuoto, a Glasgow e anche in prospettiva. Ilaria Cusinato è pronta per tuffarsi e andare a raccogliere fra due anni, magari in collaborazione con Simona Quadarella, lo scomodo testimone di Federica Pellegrini. A Roma, con un esame di maturità sul groppone, ha impressionato, togliendo il record italiano dei 200 misti a sua maestà Alessia Filippi e battendo fior fiore di avversarie. Nei 200 e nei 400 misti è da medaglia anche se il suo idolo Hosszu è ancora molto più forte e Belmonte è sempre una bruttissima gatta da pelare. Lei vuole e sa stupire.

STAFFETTE. La 4×100 stile libero uomini e mista è da podio ma la Russia, con tanti giovani fulmini, rischia di fare incetta di ori nelle gare a squadre. Anche in campo femminile, con una Pellegrini in forma, una Ferraioli sempre performante in queste gare e prestazioni di buon livello di Raco e Letrari si può sperare nel bersaglio grosso. Da medaglia anche le due staffette miste ma vanno evitati gli errori che sono costati carissimi nelle ultime manifestazioni internazionali (Tarragona e Copenhagen al maschile), mentre al femminile, colmato il gap del dorso, si può davvero pensare in grande, come nella mista mista. Note dolenti: le due 4×200 che sulla carta non sono da medaglia.

 





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