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Calcio, caso Parma, Emanuele Calaiò: “Messaggi stupidi e scherzosi, sono una persona pulita”. Il club: “Non vogliamo che l’impresa sportiva sia offuscata”

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La procura della Figc ha chiesto quattro anni di squalifica per Emanuele Calaiò per tentato illecito sportivo nell’ormai nota vicenda legata ai messaggi Whatsapp scambiati prima del match con lo Spezia. Una situazione molto delicata, visto che il Parma rischia anche l’estromissione dalla Seria A nel caso in cui la penalizzazione di due punti venisse applicata nello scorso campionato.

Calaiò ha però respinto nuovamente ogni accusa rilasciando una dichiarazione spontanea al Tribunale Figc, come riportato da SportMediaset.it: “Ho passato un’estate d’inferno. Non mi aspettavo di arrivare qui davanti a voi per tre messaggi innocui, stupidi e scherzosi che non avevano secondo fine. Non ho mai pensato di alleggerire la posizione dei miei compagni o alterare il risultato della partita. Io queste cose non le faccio, sono una persona pulita e corretta e mi dispiace che non ci siano qui lo Spezia e i miei ex compagni a testimoniare che sono sempre stato un esempio per i giovani. Non voglio finire la carriera per situazioni che non mi appartengono”.

Sono arrivate poi anche le parole dell’amministratore delegato del Parma Luca Carra, che ha tenuto a sottolineare come la promozione sia stata ottenuta sul campo: “Lealtà e correttezza sono punti cardine della nostra società. Non vogliamo che la magnifica impresa sportiva effettuata sul campo sia offuscata“. La sentenza è attesa a giorni ed entro la prossima settimana si avrà un verdetto su questa spiacevole vicenda.

 





 

alessandro.farina@oasport.it

Twitter: @Alefarina18

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Foto: Dziurek / Shutterstock.com

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