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Ciclismo
Tour de France 2018: il pagellone finale. Geraint Thomas e la Sky dominanti, che sfortuna Vincenzo Nibali
Si è concluso dopo 21 giorni entusiasmanti il Tour de France 2018: tempo di giudizi dunque. Andiamo a rivivere la Grande Boucle con le pagelle dei protagonisti.
Geraint Thomas, voto 10: un Tour de France magnifico per il gallese, visibilmente emozionato in quel di Parigi. Un’impresa unica e piuttosto inaspettata: i valori si erano visti al Giro del Delfinato, ma nessuno avrebbe immaginato che avesse potuto tenere una condizione simile per tutte le 21 tappe. È sembrato addirittura gestire sui Pirenei, dopo la fantastica doppietta di vittorie sulle Alpi: non ha mai perso un metro dai rivali, è sempre rimasto davanti, merita il trionfo (mai stato in discussione da quando ha vestito la maglia gialla). Un nuovo fenomeno per le corse a tappe?
Tom Dumoulin, voto 9: secondo al Giro d’Italia, secondo al Tour de France. Dopo il trionfo nella Corsa Rosa del 2017. È, escluso Chris Froome, il più importante esponente delle corse a tappe: una regolarità mostruosa. Pedalata sempre incisiva, mai in crisi, sempre con il proprio passo: la Farfalla di Maastricht ormai sa gestirsi alla perfezione e non subisce gli scatti degli avversari, anzi, rimonta e di ritmo fa male ai rivali. A cronometro poi non c’è storia: anche in Francia, così come nel Bel Paese, con la maglia iridata sulle spalle, va a conquistare la prova contro il tempo.
Chris Froome, voto 8: non è mai stato al top, lo si è visto già dalle prime montagne approcciate (anche sul Mur de Bretagne non è rimasto con i migliori). Di testa e di cuore, superando anche l’ostacolo psicologico portato dal pubblico e dai media, il britannico si è andato a prendere un podio comunque fondamentale anche per il morale. Non ne aveva per stare con il compagno di squadra e quando ha ammesso la resa ha addirittura mostrato alcuni segnali di aiuto verso Thomas. Forse non rimarrà negli annali, ma questo podio può comunque far gioire il kenyano bianco.
Primoz Roglic, voto 8: è nato un nuovo fenomeno? L’ex saltatore con gli sci ormai è entrato in una nuova dimensione. Le brevi corse a tappe sono il suo terreno di caccia, ma lo sloveno della LottoNL-Jumbo ha dimostrato di tenere al meglio il passo per le tre settimane, anzi, è andato addirittura in crescendo sui Pirenei dove ha conquistato con coraggio e tecnica la più bella frazione di montagna di questo Tour. Il podio è sfuggito proprio a cronometro, ci sarà sicuramente spazio per rifarsi.
Team Sky, voto 10: la più forte squadra di questo Tour, alla vigilia, ha confermato le forze in campo anche sulla strada. Nonostante l’errore di Gianni Moscon (perfetto prima dell’esclusione), la rosa ha fatto giorno dopo giorno il proprio lavoro al meglio, non lasciando davvero spazio a nessuno dei rivali. Se puoi permetterti due gregari del calibro di Michal Kwiatkowski ed Egan Bernal non puoi che meritare di vincere il Tour, piazzando due uomini sul podio.
Movistar, voto 4,5: doveva essere la grande rivale della Sky, invece è andata sgretolandosi tappa dopo tappa. Il successo di Nairo Quintana sui Pirenei non può accontentare, così come le due top 10 con Mikel Landa (settimo) e lo stesso Quintana (decimo). L’obiettivo era fissato molto più in alto. Da dimenticare un Alejandro Valverde ormai lontano dal top in queste gare.
Romain Bardet, voto 5: doveva essere la grande speranza dei francesi di riportare il titolo in terra transalpina. Invece il corridore dell’AG2R non è mai entrato in forma, accontentandosi della sesta posizione (che arriva dopo due podi di fila). Neanche per le tappe è riuscito a far molto.
Daniel Martin, voto 7,5: premiato come corridore più combattivo del Tour de France, l’irlandese è rinato in maglia UAE Emirates e si è andato a prendere una bellissima vittoria, con uno scatto eccezionale, sul Mur de Bretagne. In classifica è ottavo, non può che essere soddisfatto.
Peter Sagan, voto 9: difficile trovare altri aggettivi per questo fenomeno slovacco. Ottiene l’ennesima maglia verde, al ritorno al Tour de France dopo l’esclusione clamorosa dell’anno scorso, il campione del Mondo dà spettacolo giorno dopo giorno riscrivendo il record di punti fatti alla Grande Boucle. Arrivano anche due vittorie di tappa.
Vincenzo Nibali, senza voto: fino alla caduta sull’Alpe d’Huez il voto era vicino all’8. Da lì però si è spenta la luce italiana in questa Grande Boucle, con un ritiro anticipato davvero molto difficile da mandare giù. Sulle Alpi sempre pronto a seguire gli avversari, sembrava addirittura in grado di provarci in prima persona. Non lo sapremo mai.
Dylan Groenewegen e Fernando Gaviria, voto 8: fino a quando sono rimasti in corsa hanno fatto vedere il valore nelle volate. Due successi a testa: l’olandese ed il colombiano al momento nelle volate pure sono un gradino sopra a tutti gli altri, compreso Peter Sagan. Punte di velocità e scelte tecniche perfette.
Julian Alaphilippe, voto 9: due vittorie di tappa, la maglia a pois e tantissimi applausi dal pubblico transalpino. Il padrone di casa della Quick-Step Floors è un attaccante nato: esce di classifica e poi si lancia in ogni fuga per provare a vincere. Trova l’accoppiata Alpi-Pirenei per quanto riguarda i successi di tappa, poi si dedica alla Maglia a pois e domina in lungo e in largo in volata.
Marcel Kittel, voto 4: un Kittel davvero in ombra, fino a quando è rimasto in corsa. Non è più il velocista che dominava tutte le volate, ora a malapena riesce a giocarsi il podio contro avversari che sono in netta crescita.
gianluca.bruno@oasport.it
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Foto: Radu Razvan / Shutterstock.com