Atletica
Atletica, è la solita Italietta…Una crisi ben lungi dalla conclusione
Ci eravamo illusi che gli Europei di Berlino potessero rappresentare uno spartiacque per l’atletica italiana tra un lustro che ha riservato anonimato ed un futuro finalmente più dignitoso.
E’ presto per stilare bilanci, tuttavia dopo appena due giorni sono già venute meno le due principali carte da medaglia. Filippo Tortu ed Elena Vallortigara erano i due pilastri su cui costruire le fondamenta della rinascita. Inutile girarci attorno: entrambi hanno deluso, e non poco.
Tortu è apparso ben distante dalla miglior condizione, quasi ingolfato. E’ probabile che la scelta di non gareggiare in prove individuali dal 22 giugno si sia rivelata perdente, perché il 20enne lombardo ha perso l’abitudine al confronto diretto con gli avversari, accumulando inoltre una eccessiva pressione creatasi nei suoi confronti dopo il 9″99 di cui ha parlato l’Italia intera per settimane. Ecco che Tortu è diventato una sorta di salvatore della patria, ruolo che, data la giovane età, non è riuscito a recitare come avrebbe voluto. Non è andata meglio alla Vallortigara, passata in pochi giorni dallo sfiorare il record italiano di Antonietta Di Martino nel salto in alto con 2,02 metri a non qualificarsi neppure per la finale continentale con un modestissimo 1,86. Un differenziale di ben 16 cm che la dice lunga sulla controprestazione della 26enne veneta.
Dopo due giorni le due annunciate stelle tricolori hanno già smesso di splendere. Non mancheranno le occasioni per rifarsi, magari già a partire dai Mondiali 2019, tuttavia è indubbio che le prestazioni negative di Tortu e Vallortigara abbiano messo in risalto il triste e conosciuto affresco degli ultimi anni: quella dell’atletica è un’Italietta spuntata ed inerme.
Se, come testimoniano le due medaglie complessive vinte negli ultimi tre rassegne iridate, in un contesto mondiale fatichiamo ad offrire un livello anche solo accettabile, le cose non vanno tanto meglio in Europa…A parte il bronzo di Crippa nei 10000 metri, si è visto qualche sprazzo da finale e poco altro. Limitato il numero di atleti da medaglia nel Vecchio Continente, figuriamoci pensando a Mondiali ed Olimpiadi. Difficilmente arriveranno dei podi tra domani e venerdì, mentre sabato ci affideremo alla solita marcia per respirare un po’ di ossigeno, sperando magari in un colpo di coda di Gianmarco Tamberi o in qualche sorpresa finale nelle maratone o nelle staffette. Poco, troppo poco. Francia e Gran Bretagna, attingendo a mani basse dalle ex-colonie, dominano la scena da anni e fanno man bassa di medaglie (anche alle Olimpiadi…), Germania e Polonia sfruttano la miniera dei lanci, dove l’Italia è inspiegabile e perenne assente.
Fermiamoci un momento a rispondere a questa domanda: ad oggi, quale atleta italiano potrebbe puntare ad una medaglia a Tokyo 2020 in questo sport? A noi viene in mente la sola Antonella Palmisano, già bronzo ai Mondiali 2017 nella 20 km di marcia. Stop. Tortu e Vallortigara, per quanto visto a Berlino, non sono ancora pronti (ma non è detto che lo diventino nel prossimo biennio). In attesa e nella speranza di essere prontamente smentiti già dai prossimi giorni, resta la percezione di una situazione immutabile: la crisi dell’atletica italiana appare ben lungi dalla conclusione.
federico.militello@oasport.it
ale sandro
9 Agosto 2018 at 09:10
Condividendo il commento da addetto ai lavori di Leon, aggiungo i miei complimenti a Cairoli e all’allenatore Calandrina, entrambi ben lontani dall’area Fidal.
La storia di Cairoli è l’emblema della situazione dell’atletica leggera italiana, non c’è molto altro da aggiungere. Si parla anche di giovani juniores alla ribalta, poi ci sono situazioni di chiusura di un impianto a Napoli, dove si allenava tra gli altri lo junior Sibilio campione del mondo nella 4×400. Del resto come stupirsi, se in altri sport non hanno più velodromi coperti nella nazione, fondamentale per allenarsi al meglio e stare al passo con gli stranieri.
Di discorsi da medaglia, come dissi forse a Fabio, la Palmisano e la Giorgi erano quelle più concrete, ma neppure così agevoli da raggiungere sia per l’oro che il podio. Poi i 400 con la Grenot ma solo se in massima condizione di forma e conseguentemente la 4×400 femminile.
E scrissi che andavano visti gli eventuali salti di qualità ulteriori dei giovani Tortu e Jacobs, anche per la 4×100, della Folorunso nei 400 hs (con Pedroso che era già allora con chance da podio), e di Crippa , che come speravo ha potuto gareggiare anche nei 10000, dove a mio parere aveva avuto sempre chance maggiori che nei 5000. Crippa è stato quello che ha interpretato tatticamente nella maniera migliore la sua gara raggiungendo uno splendido bronzo da cui ripartire per il futuro. E’ giusto riconoscergli che è stato bravo , visto che mi pare sia quasi passato sotto silenzio il suo risultato.
Tortu e Vallortigara per me non erano carte da medaglia sicure. Soprattutto Vallortigara. Non basta saltare in una splendida giornata per lei i 2 metri, per avere quel ruolo, quando senza scomodare Kuchina, Demireva e Levchenko sono più abituate a certe quote.
Il record personale non è lo standard di prestazione nell’atletica, è la punta. Ecco perchè le aspettative dovevano essere decisamente più contenute e realistiche ,non solo per lei ma per tanti altri.
Tortu è partito in una finale dove tutti avevano personali migliori dei suoi.Più atleti anche in stagione avevano avuto prestazioni migliori, perciò ci sarebbe dovuto essere un avvicinamento del suo nuovo primato, che evidentemente ancora non ha nelle gambe nella stessa stagione.
Lemaitre vinse gli europei nei 100 e 200 e fece podio olimpico a Rio nei 200, quindi mi pare che anche nella velocità non ci sia nulla di impossibile per un bianco come Tortu e con le sue qualità.
Vedremo cosa succederà con fiducia perchè il ragazzo la merita.
Leon
9 Agosto 2018 at 08:30
Innanzitutto complimenti a Cairoli e Calandrina. Sono un allenatore di Milano ho buoni atleti fra cui un paio di lanciatrici forti. Una delle quali, secondo gli esperti, talentuosa. A Milano di fatto non si può lanciare o perché stanno rifacendo i campi in sintetico o perché ci sono altri sport che si allenano in contemporanea. Quindi durante i corsi dei bambini non li si può far provare. Situazione analoga per le pedane. Perché adesso vi lamentate dei risultati? Premete sulla federazione facendo in modo che non succeda. Per ogni pista ci sono 10 campi di calcio o rugby
Federico Militello
9 Agosto 2018 at 08:31
E’ l’amara realtà purtroppo. E non interessa a nessuno, infatti non cambia mai niente…
Luca46
9 Agosto 2018 at 18:41
Purtroppo in Italia abbiamo campi da calcio con le piste di atletica che non servono al calcio. Impianti di atletica e velodromi lasciati a marcire. La pista olimpica dello slittino dismessa. Ricordiamoci dove si allenava Vanessa Ferrari … ma dove vogliamo andare. In questo paese la politica e la poltrona prevale sullo sport. Il mio sogno è quello di struttre polifunzionali in modo da favorire l’interdisciplinarietà, pur rimanendo studiate specificamente per le varie discipline. Vicine logisticamente ma indipendenti nel possibile. Ci sono le aree urbane, le aree industriali, le aree commerciali, bisognerebbe pensare a delle aree sportive.
Luca46
8 Agosto 2018 at 23:48
Tortu non aveva i tempi per vincere, e forse neanche per il podio. Bisogna lasciarlo tranquillo. Sta facendo mirabilie. 10.08 sembra un tempaccio ed invece è un buon tempo. Cambiano le gare, le variabili sono molte ma questo ragazzo sta correndo costantemente tra i 10.00 e i 10.10. Sono tempi a cui non siamo mai stati abituati. Se vi sembra poco … Quanto al resto qualcosa si muove ma la strada sarà lunga e faticosa. Quello che preoccupa è la crescita dei giovani che spesso si inceppa. Bisogna trovare le cause. Siamo sicuri che i tecnici siano all’altezza della situazione?
Federico Militello
9 Agosto 2018 at 07:21
A Tortu dobbiamo solo essere grati. Ma, purtroppo per lui, cosa potrà mai vincere nei 100 metri? Forse qualche medaglia nei 200, ma l’oro non credo, almeno non a Mondiali o Olimpiadi.
Graziano
9 Agosto 2018 at 19:33
Il discorso sui 100 è un po’ più complesso. L’Italia non ha mai avuto un finalista olimpico nella gara regina di tutti i Giochi, a prescindere dalla disciplina sportiva e Tortu ha tutte le possibilità per entrare fra i migliori 8 il che sarebbe già qualcosa di storico. Poi nel panorama attuale tutto può succedere, se in questi due anni saprà essere costante sotto i 10″, perché è la costanza di rendimento che fa il campione, non il tempone o la gran misura ottenuti in un meeting, anche se è il Golden Gala…
Fabio90
8 Agosto 2018 at 22:23
Federico rispondo alla tua domanda…NESSUNO..a parte la marcia femminile come giustamente hai detto.
E ti dirò di più…se proprio dovessimo sognare ad occhi aperti..potrei dire che potremmo sperare in un tamberi…poi i sogni finiscono li…perchè davvero non esiste nemmeno minimamente qualcuno che sia all’altezza di una medaglia olimpica..tortu non ne parliamo..ma nel suo caso non è una colpa che gli attribuisco…ma vedere un italiano vincere una medaglia nei 100m alle olimpiadi penso sia una cosa fuori dal mondo (sarebbe una delle imprese piu incredibili della nostra storia sportiva)..alla fine ci esaltiamo giustamente per i tempi mostruosi fatti da filippo..e per la sua giovane età..ma ci sarà sempre qualche americano e giamaicano o inglese o di altre nazioni tipiche che quei tempi li fa con scioltezza nei momenti clou. Per il resto se vallortigara va da 2.02 a 1.86 in una qualificazione europea..con un risvolto chiaramente psicologico (altro che condizioni fisiche)..figuriamoci a tokyo.
Oltre questi nomi..semplicemente proprio non ne esistono di altri.
Federico Militello
9 Agosto 2018 at 07:20
Grazie, mi fa piacere che la pensi come me.