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Nuoto, Olimpiadi Tokyo 2020: i prospetti da medaglia dell’Italia. Tanti possibili assi da calare

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Un’edizione nella storia. Il nuoto italiano in piscina sbanca a Glasgow (Gran Bretagna), sede degli Europei 2018, e il Tollcross International Swimming Centre si è trasformato nel Foro Italico. 6 ori, 5 argenti e 11 bronzi, 22 medaglie in totale, sono un bottino eccellente, superiore a quanto fatto a Debrecen 2012, edizione però disputata nell’anno olimpico e quindi di livello diverso rispetto a quella britannica. A far da cornice a tutto questo il secondo posto nella classifica per nazioni: 44 presenze in finale (ivi comprese le staffette), quattordici record italiani, un primato italiano cadetti, due juniores, tre migliori prestazioni in tessuto e trentanove primati personali. Questi i dati (fonte Fin) che descrivono la portata del trionfo del Bel Paese.

Tuttavia, l’analisi quantitativa va accompagna anche ad una qualitativa, cioè ad una valutazione della portata dei tempi siglati dagli azzurri. Ebbene, i crono ottenuti dalla truppa italica sono di grande qualità e sono un segnale chiaro di vitalità. Un aspetto enfatizzato anche dal fatto che le nostre solite punte non hanno dato il loro contributo: i malanni di Gregorio Paltrinieri (argento e bronzo negli 800 stile libero e 1500 stile libero), le assenze di Gabriele Detti e di Nicolò Martinenghi per infortunio e una Federica Pellegrini dedita alla velocità rientrano nel contesto in cui il nostro movimento ha saputo dare una risposta convincente. Pertanto, al di là dei soliti noti, le carte da medaglia a Cinque Cerchi, dopo questi Europei, sono diverse.

SIMONA QUADARELLA – La regina del mezzofondo in Europa. Come ha saputo fare Katie Ledecky nei Panpacifici di Tokyo 2018, così l’atleta allenata da Christian Minotti ha realizzato una fantastica tripletta, condita da un primato nazionale (8’16″45, negli 800 sl) e due record personali (4’03″35 nei 400 sl; 15’51″61 nei 1500 sl e miglior prestazione italiana in tessuto). Dopo il bronzo iridato dell’anno scorso nelle trenta vasche, il Vecchio Continente ha scoperto una campionessa che ha ancora tanta fame ed ambizione. Certo, il mostro Ledecky le sbarrerà la strada ma lei per le medaglie, di qualunque colore, ci sarà.

ALESSANDRO MIRESSI – Primo oro continentale nella gara regina con un crono di 48″01, migliorato proprio ieri nel corso del Campionato Italiano di Categoria (47″92 e nuovo record italiano). Un atleta che ha ancora tanti margini di miglioramento nella partenza e nella propria costruzione fisica. L’aver infranto il muro dei 48″ a Roma e l’aver gestito da campione l’atto conclusivo di Glasgow dimostrano che la materia prima su cui lavorare c’è, con la fiducia di essere all’altezza dei rivali.

ILARIA CUSINATO – Classe ’99 e con un esame di maturità superato brillantemente sia tra i banchi di scuola e sia in piscina. I due argenti dei 200 e 400 misti per la ragazza veneta, allenata da Stefano Morini, rappresentano un punto di partenza importante. Era alle sue prime finali di un certo livello e la nativa di Cittadella ha saputo esprimere il suo potenziale, sfiorando l’oro, e dimostrando carattere. Come per Miressi i margini sono ancora ampi: c’è una frazione a stile libero da migliorare, dopo i progressi enormi nella rana. Va da sé che per Ilaria il futuro è decisamente roseo e, soprattutto guardando ai 400 misti, si può sperare in una medaglia olimpica.

MARGHERITA PANZIERA – 2’06″18 è questo il tempo siglato dalla 22enne di Montebelluna. Era attesa, dopo gli strepitosi miglioramenti di questo 2018, e la vasca di Glasgow è stato il suo palcoscenico nei 200 dorso. Un tempo da podio a Cinque Cerchi, quello della veneta, valso l’oro e la conferma che il duro lavoro paga.

PIERO CODIA – 50″64! Questa la firma del friulano in quella corsia 8 dei 100 farfalla che tutti ricorderemo. La semifinale non era stata brillante: un tempo di 52″02 che sembrava precludergli ogni via per le medaglie. E così, senza avere nulla da perdere, Piero ha letteralmente volato, esibendo uno stile leggero e continuo, toccando la piastra con un tempo più veloce del suo 50 delfino al passaggio di metà gara, e chiudendo con un crono fantasmagorico. Un tempo che neanche Sua maestà Caeleb Dressel nella sede dei Panpacifici ha saputo abbassare. E allora, si può davvero pensare in grande, consci che ogni gara fa storia a sé. L’augurio è che l’atleta italiano, dopo questa prestazione “monstre“, accresca la propria autostima e affronti con determinazione e forza i prossimi eventi perché ne ha le possibilità.

ANDREA VERGANI/FEDERICO BURDISSO – I bronzi della sorpresa e del coraggio. Due esordienti ma che sfrontatezza! E così Vergani e Burdisso hanno posto la loro firma in maniera inaspettata in questo Europeo dando un saggio delle loro capacità. Il classe 2001 non era rientrato in finale dei 200 farfalla (nono tempo). La rinuncia però di James Guy gli ha spalancato le porte dell’atto conclusivo e così da quella corsia 8 ha saputo mettere in acqua una prova maiuscola, con passaggi folli (54″29 ai 100 metri), in grado di resistere nell’ultima vasca e toccare la piastra in 1’55″97 (suo personale). Un crono che potrebbe valere una finale olimpica ma migliorabile per le qualità del ragazzo che ha ancora due anni per affinarsi ed essere della partita. E poi l’allievo di Gianluca Caspani, capace di scendere in semifinale nei 50 sl fino a 21″37 (record italiano), togliendo 33 centesimi al suo personale e siglando un riscontro cronometrico da top3 mondiale. Un guadagno che nell’unica vasca è incredibile. Poi, in una gara di tensione come questa, il peggioramento dell’atto conclusivo (21″68) era fisiologico ma trattandosi di un esordiente c’è da essere soddisfatti. Il particolare della partenza deve essere migliorato perché sul nuotato il ragazzo è fantastico. Anche qui ci sono delle chance.

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: OASport

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