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PGA Championship: Furyk torna in testa, torneo apertissimo!

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Ancora un cambio della guardia in testa al PGA Championship (montepremi $ 8.000.000). A prendere la leadership del quarto ed ultimo Major stagionale è ancora – dopo il primo giro – Jim Furyk, a cui basta un -2 per portarsi in vetta con 201 (65 68 68, -9). Il 43enne statunitense ha messo nel mirino il secondo torneo dello Slam della carriera, dopo lo U.S. Open 2003, ma all’Oak Hill Country Club di Rochester si prospettano 18 buche finali di fuoco e completamente imprevedibili.

Non mancheranno, infatti, i contendenti, a partire da un Jason Dufner ovviamente non sui livelli del secondo round, ma bravo a non crollare (+1 di giornata); il 36enne di Cleveland insegue ora a 202 (68 63 71, -8), in piena corsa per il titolo così come Henrik Stenson. Il n°11 del ranking mondiale conferma lo straordinario momento di forma, salendo in terza posizione con 203 (68 66 69, -3), davanti ad una vera e propria sorpresa, il suo connazionale Jonas Blixt, quarto con 204 (68 70 66, -6). Quattro colpi di distanza non sembrano un’enormità per fuoriclasse come Adam Scott e Steve Stricker, ancora in lotta per il successo finale pur partendo dalla quinta posizione (205, -5). Sei golfisti racchiusi in cinque colpi: gli ingredienti per uno scoppiettante finale ci sono tutti.
Il PGA Championship potrebbe aver rigenerato un Rory McIlroy lontano parente di quello non-ammirato finora nel 2013; il nord-irlandese realizza un ottimo -3 di giornata, con il quale risale la china sino alla settima posizione (207, -3) condivisa con Lee Westwood. Troppi, probabilmente, sei colpi di distacco da Furyk per rientrare nel discorso vittoria. Chiudono la provvisoria top ten Dustin Johnson, Kevin Streelman e Roberto Castro, noni con (208, -2)

Sembra migliorare giorno dopo giorno Francesco Molinari, alla ricerca della miglior condizione e decisamente sulla buona strada. Chicco gira pari al par (70), con un solo birdie ed un unico bogey, quantomai regolare ed utile per rosicchiare qualcosa in classifica e stabilirsi al 21° posto con 210 (72 68 70, Par). Non offre particolari emozioni, questa volta, Matteo Manassero, mai in ritmo ed autore di un +4 che lo fa scivolare in 52ma posizione, a 215 (72 69 74, +5). Quattro bogey, un triplo bogey e due birdie per il veronese, probabilmente senza la giusta tensione dopo aver finalmente superato il taglio in un Major nel 2013.

Non riesce (e forse non prova nemmeno) a reagire Tiger Woods, anzi, scende ulteriormente in classifica con uno scialbo 73 (+3). 214 (71 70 73, +4) lo score dello statunitense n°1 al mondo, 48° ad addirittura tredici colpi da Furyk. Un abisso inspiegabile. Che Phil Mickelson fosse ancora imballato e scarico dopo la vittoria all’Open Championship, invece, lo si poteva ampiamente prevedere, tant’è che il mancino di San Diego ha girato con un pessimo +7, sprofondando in penultima posizione, al 74° posto (220 – 71 71 78, +10).

Foto: Getty Images

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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