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Mosca 2013: out La Mantia e Chesani, Farah accorto, ok alto

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Dopo il bel quinto posto di Elisa Rigaudo nella 20km di marcia (clicca qui per leggere l’articolo), la mattinata di Mosca ci regala due cocenti eliminazioni.

 

Simona La Mantia è 14esima, seconda delle escluse, nel salto triplo. Una brutta prestazione per la siciliana che si ferma a 13.80m, a soli otto centimetri dall’accesso all’atto conclusivo. Un vero peccato perché queste sono misure davvero semplici per l’azzurra che quest’anno, però, non riesce ancora ad andare oltre i 14 metri all’aperto.

Brucia perché serviva una La Mantia neanche troppo in forma per almeno avere la soddisfazione di essere tra le 12, nella gara meno affollata dell’intero panorama iridata. Davanti le favorite Olha Saladuha e Caterine Ibarguen si prendono già a sportellate: super volo per l’ucraina a 14.69, la colombiana si contiene con un ottimo 14.52.

 

Le qualifiche del salto in alto mescolano il mazzo rispetto alle previsioni. Il super favorito Bohdan Bondarenko, che vorrebbe provare ancora una volta l’attacco al record del Mondo, si toglie la tuta solo due volte: facile saltino a 2.24, replica a 2.29 in apparente facilità. Il qatariota Mutaz ha seriamente rischiato, prima di infilare 2.29 solo al terzo tentativo.

Bei percorsi netti per Shustov e Grabarz (forse recuperato), oltre che per il bahamense Thomas e per il campione olimpico Ivan Ukhov, sebbene non sia dato in grandissime condizioni. Passa per il rotto della cuffia Erika Kynard (2.37 in stagione), che sbaglia tre volte a 2.29 e acciuffa la finale con l’ultimo posto utile.

Escluso il nostro Silvano Chesani che riesce sì a passare 2.26, ma compromette il sogno per un errore a 2.17 e un altro proprio alla misura che lo classifica in 16esima posizione. Un vero peccato perché la forma sembrava quella giusta e c’erano ottime prospettive.

 

Mo Farah, dopo aver vinto i 10000m, cerca la doppietta sulla mezza distanza come a Londra. Il britannico passa in testa alla propria batteria ai 3km e ai 4km, prima di controllare la situazione e chiudere in quinta posizione (13:23.93, ultimo posto utile per l’accesso automatico). Impressionano gli etiopi Gebrhiwet d Edris, bene i kenioti Soi, Koech, Longosiwa ma rimane fuori Kipkoech.

 

Al termine della sesta prova, l’ucraina Ganna Melnichenko conduce l’eptathlon (5619) con 68 lunghezze di vantaggio sulla canadese Brianne Theisen Eaton (5551): un buon margine da amministrare in vista degli 800m conclusivi. Per il bronzo sarà una battaglia all’ultimo sangue tra l’olandese Dafne Schippers (5492), la francese Antoinette Nanda Djimou (5481), la britannica Katarina Johnson-Thompson (5450) e la tedesca Claudia Rath (5444).

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