Short Track
Short track, Arianna Fontana lancia l’allarme: “Futuro grigio per l’Italia, non vengo ascoltata dalla Federazione. La conduzione tecnica…”
Burrasca piena per lo short track in casa Italia. L’inverno era stato eccellente grazie alle medaglie conquistate alle Olimpiadi di PyeongChang 2018 ma la situazione non è così rosea, sulle pagine della Gazzetta dello Sport Arianna Fontana ha voluto mettere i puntini sulle i e si è lamentata della conduzione tecnica della Nazionale. La lombarda, che in Corea del Sud aveva conquistato un oro, un argento e un bronzo, non si è tirata indietro: il problema di fondo sta nella nomina del bulgaro Assen Pandov e dello statunitense Anthony Barthell rispettivamente per uomini e donne: “In tutti questi anni ho gareggiato per me stessa, ma anche per la passione per lo short track e per rappresentare al meglio l’Italia. L’affetto di tanti, oltre ai risultati, dimostra che ci sono riuscita. Ma avverto che la Federazione, nonostante tutto, non si fida del mio giudizio relativo a quel che serve per vincere. Sono preoccupata di quel che succederà a me, alla squadra e al mio sport. Un giorno mi ritirerò. Vorrei lasciare con un sistema che permetta alle future generazioni di stare al vertice. Dopo anni di battaglie, nonostante medaglie e applausi, non mi viene riconosciuta la capacità di sapere quale sia la strada per il successo ed è la sensazione più brutta che un atleta possa provare“.
Arianna Fontana racconta meglio la situazione: “Verso maggio, finita la sbornia olimpica, ho cominciato a pensare al futuro. A Roma, nel mezzo dei miei periodi in Florida, a casa di mio marito Anthony Lobello, ho incontrato Giovanni Malagò e Carlo Mornati, presidente e segretario del Coni e per la prima volta è emersa la possibilità di avere Anthony, che è stato fondamentale nella mia preparazione per PyeongChang, quale allenatore della squadra femminile. Ne ho parlato anche in Federazione. Pareva un’idea apprezzata. “Ci faremo sentire”, mi dissero. Sono passati giorni, settimane, un mese. Dopo avergli scritto, il presidente Gios mi disse che come c.t. sarebbe rimasto Kenan Gouadec. Seguì una mail a tutta la squadra che, di fatto, ufficializzava la conferma”.
L’azzurra non avrebbe voluto Kenan: “Kenan, per il quale mi ero battuta dopo Sochi 2014, privo del supporto del quale avrebbe avuto bisogno, negli anni è cambiato. Ma a parte questo, erano stati i modi a non piacermi. Non vuoi Lobello? Dimmelo subito. Così ho deciso che, con Anthony impegnato in un master universitario fino a dicembre, sarei rimasta in Florida a far gare su rotelle per poi a gennaio provare a rientrare in squadra per verificare la situazione”.
La situazione è poi precipitata: “Il 16 luglio vengo convocata a Roma per un incontro con Coni, Fisg e Fiamme Gialle. E’ lì che Gios, a sorpresa, mi dice che avrebbero proposto ad Anthony la responsabilità della squadra femminile. Faccio presente che, data la situazione, ha preso altri impegni, almeno fino a gennaio. “Sistemiamo tutto” mi dicono. Seguono non più di due telefonate e due mail in otto giorni. E la proposta è univoca. Anthony non avrebbe avuto alcuna autonomia, né tecnica, né economica. Tutto ciò avrebbe portato al suo fallimento come allenatore, a quello della squadra e magari persino del nostro matrimonio. Credo che la federazione, in verità, non abbia mai voluto Anthony e che sentitasi “costretta” ad assumerlo, gli ha proposto un contratto che nessuno avrebbe mai firmato. Il paradosso è che Kenan è rimasto supervisore tecnico di Pandov e Barthell perché i due non sono in grado di far da soli. Gouadec però s’è sposato e s’è trasferito in Australia, dove lavora per il Western Australian Institute of Sport. Circa Barthell: ho parlato con chi lo ha avuto come allenatore e l’impressione è quella che ho avuto vedendolo e incontrandolo alle gare: sarà “amico” della squadra, la squadra sarà contenta, ma certo non crescerà. E non ha senso, mi fa rabbia: mi piange il cuore vedere ciò che amo finire così”.
L’allarme lanciato da Arianna è chiaro: “Sto alla finestra, resto in Florida e mi alleno: intanto siamo a settembre e si parte con grave ritardo. Spero di venir smentita dai fatti: vedo un futuro molto grigio”.
Foto: FISI Pentaphoto
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Luca46
2 Settembre 2018 at 13:38
Non lo so. E’ difficile giudicare, soprattutto per il fatto che Lobello è legato sentimentalmente ad Arianna. Soprattutto per quanto riguarda il femminile la guida tecnica non mi sembra un disastro. Forse c’è da rivedere qualcosa in campo maschile. Queste decisioni dovrebbero spettare alla federazione e non agli atleti (nel caso Arianna Fontana) tuttavia in Italia il dubbio sull’operato delle federazioni è molto forte. Spesso le scelte sono più politiche e legate agli affari che non al bene delle discipline sportive.