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Ciclismo
Mountain Bike, Gerhard Kerschbaumer: “Prima o poi Schurter andrà in pensione… Quando sto bene posso giocarmela con tutti”
Una medaglia che era attesissima, ma che non può far gioire il pubblico italiano: la mountain bike azzurra è rinata grazie a Gerhard Kerschbaumer, che in questo 2018 ha riportato il tricolore in alto, dove mancava da qualche anno (Marco Aurelio Fontana nel 2012 colse uno strepitoso bronzo a Londra 2012). Il nativo di Bressanone ieri è andato a prendersi un meraviglioso argento nella prova iridata del cross country a Lenzerheide, alle spalle solo del profeta in patria Nino Schurter, al settimo titolo.
“Nino è Nino.. è un campione immenso. Io ho provato di tutto oggi, ma non si poteva fare meglio. Il ricordo di questa gara la porterò sempre con me: gareggiare con un pubblico così caldo, intenso, è stata una sensazione incredibile” – le parole nel dopo gara dell’azzurro alla Federciclismo – “Sono partito bene e in poco tempo sono riuscito a tornare su Nino. Siamo andati via insieme. Ho provato a forzare verso metà gara, ma ho visto che teneva nei tratti tecnici e in salita. Oggi non avrei mai potuto batterlo”.
Un 2018 da incorniciare: “Già lo scorso anno ero riuscito a cogliere risultati importanti, come il campionato italiano e un terzo posto in Coppa. Ho iniziato la stagione tranquillo, consapevole delle mie possibilità. La prima parte mi è servita per entrare in condizione, poi ho iniziato a centrare risultati in Coppa del Mondo: la vittoria ad Andorra, i secondi posti… Quello di oggi, però, è il risultato sicuramente più bello”.
Una battuta su Schurter: “Prima o poi andrà in pensione! A parte gli scherzi: Nino è un grande campione, i suoi complimenti a fine gara mi riempiono di orgoglio e mi fanno capire di aver fatto una grande cosa”.
Una rinascita improvvisa quella di Kerschbaumer, che da giovane dominava, poi ha sofferto il passaggio tra gli Elite: “Ero abituato a vincere e il cambio di livello non è stato così facile, anche perché la concorrenza è molto più elevata. Ero andato in crisi, ma dopo il terzo posto in Coppa del Mondo in Canada ho capito che stavo tornando. Quando sto bene so che posso giocarmela con tutti. Certo, poi Schurter è un fenomeno… ma ho 27 anni e conto di averne altri 10 davanti di professionismo” le parole alla Gazzetta dello Sport.
gianluca.bruno@oasport.it
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Foto: Nicola Fabbian