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MotoGP, GP Aragon 2018: Ducati per confermarsi la moto da battare. Dovizioso per continuare a vincere e mettere le basi per il 2019

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Questo Mondiale 2018 della MotoGP si sta trasformando, per quanto riguarda la Ducati, in una vera e propria occasione che la scuderia di Borgo Panigale si sta facendo scappare. Per quale motivo? Per la forza della moto che hanno a disposizione Andrea Dovizioso e Jorge Lorenzo. Mai come quest’anno, infatti, la Desmosedici si è dimostrata competitiva e pronta a vincere su ogni circuito. Uno step evolutivo notevole rispetto alla già eccellente versione 2017.

Tutto questo scenario, tuttavia, ha una differenza sostanziale. Dodici mesi fa Andrea Dovizioso riuscì a portare la lotta per il titolo fino all’ultimo appuntamento di Valencia, nonostante un avvio di campionato a singhiozzo. Questa volta, invece, nonostante un mezzo superiore a quello della scorsa annata, i discorsi in chiave titolo iridato rischiano di chiudersi in largo anticipo, visto il distacco che il romagnolo ha accumulato nei confronti di Marc Marquez.

Come si può spiegare questa disparità? Da un lato il campione del mondo in carica ha disputato una stagione praticamente perfetta. A parte il disastro in Argentina e la caduta del Mugello, infatti, lo spagnolo ha collezionato 5 successi, 4 secondi posti e un solo terzo posto. In poche parole quando arriva al traguardo non scende mai dal podio. Come si possono rimontare punti su un “martello” simile? Il quesito è assolutamente calzante, ma la risposta la troviamo 67 punti sotto, ovvero analizzando il campionato di Andrea Dovizioso.

Il pilota romagnolo (che ha centrato tre vittorie in questo 2018) paga a carissimo prezzo i tre “zero” inanellati nel breve volgere di quattro gare, tra Jerez de la Frontera, Le Mans e Barcellona. Tre cadute (la prima senza alcune responsabilità, assieme a Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa) che lo hanno estromesso anzitempo dalla lotta per il vertice. Anzi, sembrava che “Desmo Dovi” fosse finito in una vera e propria involuzione tecnica che, prontamente, ha rispedito al mittente dopo la sosta estiva.

Il titolo, ovviamente, era ormai perso, ma la Ducati ha saputo ricompattarsi e cambiare marcia, di nuovo. Tre vittorie consecutive (una anche con Lorenzo) che non sono diventate quattro solamente perchè a Silverstone non si è corso, ma che hanno ribadito che la moto di Borgo Panigale può fare davvero paura, anche alla Honda cucita addosso a Marquez. Lo spagnolo lo ha capito e, infatti, nelle ultime uscita ha badato maggiormente a limitare i danni piuttosto che affondare i colpi. E così, probabilmente, sarà anche nelle prossime gare.

No, non stiamo dicendo che la scuderia bolognese farà filotto da oggi fino a Valencia, ma i successi di tappa ci saranno e, realisticamente, saranno gli unici obiettivi rimasti a Dovizioso. Il pilota forlivese, ne siamo certi, si mangerà le mani questo inverno ripensando al suo 2018. Una stagione nella quale poteva estrarre molto più di quello che, effettivamente, conquisterà e che lascerà un enorme amaro in bocca, ma gli permetterà di gettare ulteriori solide basi verso il futuro. Il suo rush finale prenderà il via da Aragon, prima del poker di GP dall’altra parte del globo (Thailandia, Giappone, Australia, vera bestia nera per la Ducati e Malesia) e lo vedrà a caccia del maggior numero di vittorie possibili. Sempre che Marquez non decida di gettare tutto alle ortiche e riaprire la sfida, ma al momento sembra pura utopia.

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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