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Mosca 2013: Bolt doppietta da storia! Eterna Defar, volo Russia

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Usain Bolt. Per l’ennesima volta in carriera. All’ennesima potenza. All’ennesimo urlo. All’ennesima esultanza. All’ennesima vittoria.

Il Fulmine vince agevolmente i 200m come da pronostico, senza avversari di primo livello, ed entra definitivamente nella storia dell’atletica leggera: è il primo uomo a realizzare la storica doppietta 100m-200m in due edizioni differenti dei Mondiali.

Tutto condito da altre due doppiette alle Olimpiadi di Pechino 2008 e di Londra 2012: record assoluto. E se domani riuscirà a trionfare nella 4×100, entrerà definitivamente nella leggenda: diventerà l’uomo più vincente nella storia della rassegna iridata eguagliando i record di Carl Lewis e Michael Johnson (8), oltre a realizzare la terza tripletta dopo quelle di Berlino 2009 e Daegu 2011 oltre alle due a cinque cerchi.

 

Il giamaicano esce ottimamente dai blocchi, come forse non gli capitava dai tempi del record del Mondo, pennella una curva stellare, inizia con grande frequenza il rettilineo e sembra lanciato verso un tempo spaziale da 19.40. A quel punto, però, non si capisce se inizi a controllare la situazione oppure se risenta dello sforzo: a occhio sembra proprio la seconda ipotesi.

Ad ogni modo chiude in un eccellente 19.66, 19esima prestazione all-time, miglior prestazione mondiale stagionale (migliorato di sette centesimi il suo precedente) e riesce a placcare la rimonta finale di uno scatenato Warren Weir. Il connazionale del Campionissimo si è reso protagonista di un rettilineo favoloso e ben tirato dove ha visibilmente ricucito la luce su Bolt, chiudendo in un super 19.79 (personale).

Per il bronzo bastava fare 20.04 e lo statunitense Curtis Mitchell coglie l’occasione, battendo di un centesimo l’altro giamaicano Nickel Ashmeade. Christophe Lemaitre si mangerà le mani: con il suo potenziale sarebbe salito sul podio facilmente, peccato per l’infortunio. Adam Gemili ha sparato tutte le cartucce in batteria e termine quinto (20.08).

 

Il salto in alto ha premiato a sorpresa Svetlana Shkolina, davanti a Brigetta Barrett e all’accoppiata Anna Chicherova e Ruth Beitia, mentre la nostra Alessia Trost è arrivata settima (cliccate qui per leggere l’articolo completo http://www.olimpiazzurra.com/2013/08/mosca-2013-trost-settima-shkolina-mondiale-chicherova-ko/)

 

Meseret Defar è eterna. L’etiope si conferma sul trono dei 5000m dopo il grande successo di Londra, riuscendo così a riscattare i terzi posti di Daegu e Berlino, replicando l’oro conquistato a Osaka 2007. Unendoci l’argento di Helsinki 2005, questa è la quinta medaglia nella rassegna iridata per una grande dell’atletica leggera che è sulla cresta dell’onda dalle Olimpiadi di Atene 2004, quando si rivelò al Mondo conquistando un grandissimo titolo.

Oggi le è bastato controllare la situazione prima di allungare nel finale e primeggiare in 14:50.19 davanti alla keniota Mercy Cherono (14:51.22) e alla connazionale Almaz Ayana (14:51.33).

 

L’atteso duello sui 100hs si è consumato. Sally Pearson si è rimessa in forma proprio all’ultimo e ha provato a difendere il titolo di Daegu con una caparbietà da vera campionessa. L’australiana esce fortissima dai blocchi di partenza, scappa via bene fino a metà gara, sembra la solita macchina ad altissima frequenza, ma poi commette una lievissima imprecisione. Brianna Rollins, primatista stagionale con un vertiginoso 12.26 (a cinque centesimi dall’annoso record del Mondo), fiuta l’impresa, si infila dentro e va al sorpasso attorno ai 60 metri. C’è lo spalla a spalla che aspettavamo ma il successo è tutto della statunitense in 12.44, sei centesimi meglio dell’avversaria.

Brianna conquista così la prima medaglia assoluta a livello internazionale, mentre il bronzo va a una bravissima Tiffany Porter (12.55, personale).

 

Pazzesco trionfo della Russia nella 4×400 femminile! Antonina Krivoshapka sorpassa la statunitense Francena McCorory durante l’ultimo rettilineo regalando un imprevisto e graditissimo oro al pubblico casalingo che finalmente ha riempito l’Olimpico. Il successo, tra l’altro, è arrivato mentre la Shkolina saltava i 2.03 che le regalavano l’oro! 3:20.19 a 3:20.41, mentre terza è un’ottima Gran Bretagna (3:22.61).

La staffetta italiana sorprende davvero in positivo. Chiara Bazzoni, Marta Milani e Maria Enrica Spacca combattono come sempre avremmo voluto, sono sempre in sesta posizione e sognano un piazzamento di grandissimo prestigio. Consegnano il testimone in mano a Libania Grenot. La panterita si scatena, confermando un ottimo stato di forma, sorpassa l’Ucraina e sfreccia verso il quinto posto. Negli ultimi cinque metri però, nello spalla a spalla viene toccata da Nataliia Pygyda e la panterita perde il testimone. Come da regolamento (107.6, bisogna superare il traguardo col testimone in mano) la nostra Nazionale viene squalificata. Inutile il ricorso, perché l’Italia non può essere riclassificata: un vero peccato perché era un sesto posto con un eccellente 3:27.39.

 

Il ceco Vitezslav Vesely conquista il primo successo internazionale tirando il suo giavellotto a 87.17m. Una bella bordata al primo tentativo, che l’eterno finlandese Tero Pitkamaki non riesce a superare, spingendosi a soli dieci centimetri dall’avversario al terzo tentativo..

Il simpaticissimo keniota Julius Yego, grandissima sorpresa, ha accarezzato fino all’ultimo il sogno di una medaglia di bronzo con la sua bomba di 85.40 (record nazionale). Ma il russo Dmitri Tarabin ha cancellato la magia all’ultimo assalto grazie a un tiro a 86.23m.

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