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Atletica
Mosca 2013: tripletta per la Fraser, 800m a sorpresa, Kiprop c’è
Ultima giornata di gare a Mosca, dove i Mondiali di atletica leggera si sono chiusi con dei bei botti.
Il francese Teddy Tamgho ha vinto il salto triplo entrando nella storia grazie a un volo oltre i 18 metri (cliccate qui per leggere l’articolo), Bolt è entrato nel mito diventando il mito (cliccate qui per saperne di più). Completiamo il pomeriggio con gli altri risultati.
Anche la 4×100 femminile conquista l’oro per la Giamaica e l’isola caraibica si porta a casa tutti i sei ori della velocità pura! Carrie-Russell, Kerron Stewart, Schillonie Calvert e Shelly-Ann Fraser-Pryce sfrecciano in un bellissimo 41.29, nuovo record dei campionati. Dietro il vuoto su una grande Francia guidata da Myriam Soumaré (42.73), mentre gli Stati Uniti sbagliano un cambio e si devono accontentare del bronzo (42.75) grazie all’ultima frazione della Freeman.
La Fraser riesce così a completare la magica tripletta 100m-200m-staffetta come ha fatto il suo connazionale Usain Bolt, ma per lei è la prima volta di sempre.
Finalmente Christina Obergföll. Dopo una carriera infinita in cui si era sempre accontentata delle posizioni di “rincalzo” (sempre tra seconda e quinta nelle grandi manifestazioni), la tedesca riesce a farsi il regalo più bello per le trentadue candeline che spegnerà tra quattro giorni: il titolo iridato. Tirando il giavellotto a 69.05m, la vicecampionessa olimpica sovverte il pronostico che vedeva favorita la russa Mariya Abakumova (poi terza, 65.09) e conferma che il dominio mostrato in Diamond League aveva un motivo. Seconda la sorprendente australiana Kimblerly Mickle (66.60, personale all’ultimo tentativo).
Questa è la terza medaglia mondiale per Christina che si va ad aggiungere agli argenti di Helsinki 2005 e Osaka 2007, riscattando il quinto posto di Berlino 2009 e il quarto di Daegu 2011.
Doppietta per Asbel Kiprop! Il keniota si conferma sul tetto del Mondo nei 1500m. Dopo aver fallito l’assalto al titolo olimpico, il Masai controlla davvero agevolmente i quattro giri di pista: gli basta un piccolissimo allungo finale per mettersi l’oro al collo in un discreto 3:36.28. La Nazione africana, però, fallisce clamorosamente l’obiettivo di occupare tutto il podio con le bandiere scudate. Secondo, a grande sorpresa, il bravissimo statunitense Matthew Centrowitz (3:36.78) che sfrutta al meglio una gara tattica. Terzo il sudafricano Johan Cronje (3:36.83).
Gli 800m scrivono un bel film. La statunitense Alysia Johnson Montano, favorita per le medaglie, scappa via inspiegabilmente prima della metà gare. Da dietro la inseguono e riescono a riacciuffarla sul rettilineo finale quando lei si pianta (quarta, 1:57.95). La super favorita Mariya Savinova sembra uscire bene a 50 metri dal traguardo, ma all’interno la sorprendente keniota Eunice Jepkoech Sum stringe i denti e vola verso un successo che nessuno si sarebbe aspettato (1:57.38, personale) proprio davanti alla padrona di casa (1:57.80).