Atletica
Spettacolo Diamond: Merritt è record sui 110hs!
Bruxelles. Memorial Van Damme. Stadio della capitale belga strapieno per calare tutti insieme il sipario su una grandissima stagione di atletica leggera. Seconda finale della Diamond League, il circuito internazionale che da tre anni ha sostituito la Golden League. Dopo i titoli assegnati settimana scorsa a Zurigo, stasera erano in palio altri 15 diamanti di 4 carati (valore di 40000 dollari ciascuno).
Il momento top non può che essere il fantastico record del Mondo di Aries Merritt sui 110m ostacoli. Lo statunitense si presentava ai blocchi di partenza convinto di avere il primato nelle gambe. Gli era sfuggito per partenza falsa due settimane fa ma oggi, finalmente, corona una stagione spettacolare in cui è sceso per ben otto volte sotto la sempre fatidica barriera dei 13’’. Questa sera col suo sontuoso 12.80 entra definitivamente nella storia di questo sport, abbattendo il 12.87 che il cubano Dayron Robbles aveva fatto registrare quattro anni fa a Ostrava.
Condotta di gara perfetta per il campione olimpico che parte benissimo, ingrana subito la marcia giusta, perfetta macchina messa in movimento già a partire dal quarto ostacolo, poi progressione agilissima, sempre ben alto sopra le barriere, sprint finale micidiale e tutti zitti. Dietro di lui l’annichilito connazionale Richardson in 13.05. Per il dominatore di questo 2012 arriva il premio finale, strappato al rivale/compagno di squadra. Terzo il giamaicano Parchment, sorpresa dell’anno (13.14).
Nel 2011 questa pista consacrò definitivamente Yohan Blake. Dopo aver vinto l’iride sui 100m grazie alla partenza falsa di Bolt, il giamaicano volò sui 200m in 19.26, seconda prestazione all time. Il ventiduenne quella volta abbatté il personale di ben 52 centesimi in una sola volta: partì male, si controllò in curva prima di sprigionare tutta la sua potenza sul rettilineo finale (mangiato in 9.07). Oggi, invece, il canovaccio di gara si capovolge totalmente: esce stupendamente dai blocchi, pennella una curva spettacolare, velocissimo, di gran forza poi però non riesce a forzare fino al traguardo, probabilmente anche a causa della mancanza di un degno avversario (l’anno scorso ci fu Walter Dix) e si deve fermare a 19.54. Che è un gran correre, sia ben chiaro! L’anno venturo ne vedremo davvero delle belle. Secondo il connazionale Jason Young (19.92), terzo il francese Lemaitre (20.14) che chiude una stagione ben al di sotto delle previsioni. L’evento non era inserito nel programma della Diamond (successo andato ad Ashmeade).
Usain Bolt assisteva da spettatore molto interessato, quasi timoroso che il suo 19.19 sulla distanza potesse essere abbattuto. Poi un bel sospirone di sollievo. Pochi minuti prima si era presentato sui 100m, alla prima uscita sullo sprint per eccellenza dopo il trionfo olimpico. Ne esce una gara non spettacolare, al livello di una passerella per il supercampione di tutto: uscito malamente dai blocchi, deve lottare spalla a spalla con Kim Collins (poi quarto in 10.03), prima di riuscire a distendersi, mettere in moto il treno, indirizzarlo sui binari e portarlo alla vittoria con 9.87 che gli consegna anche il diamante. Poi solito show (contenuto a dir la verità) col lancio delle scarpette a un pubblico festoso per tutta la serata. Secondo Nesta Carter in 9.96, poi Biley col primato personale (9.97).
Usain si improvvisa deejay durante la premiazione per il super festone finale che chiude il programma. Sempre più personaggio.
Si attendeva molto da Anna Chicherova nel salto in alto. Niente da fare. La russa, proprio qui dodici mesi fa, aveva tentato il record del Mondo a 2.10. Oggi si sperava che la campionessa olimpica provasse a superare di nuovo il 2.09 della bulgara Kostadinova che regge da quindici anni. Arriva comoda a 1.95 poi commette tre nulli a 2 metri, misura non di certo eccezionale per la sua levatura e si deve accontentare della seconda piazza. Vince la gara la connazionale Shkolina che supera quell’asticella. Il diamante va alla statunitense Chaunte Lowe, uscita delusa dalla rassegna a cinque cerchi in cui terminò sesta.
Nei 200m donne si cimentava la nostra Libania Grenot, reduce dal buon 22.85 di Padova e col mirino il primato italiano di Manuela Levorato (22.60). La sua gara, però, delude parecchio viste le ottime ultime uscite in cui aveva fatto capire che c’era e che il lavoro sulla velocità stava dando i suoi frutti. Il 23.17 con cui conclude in settima piazza non può assolutamente soddisfarla. Vince in 22.62 la francese Soumare, mentre il diamante va alla statunitense Williams. Mancavano tutte le big.
L’altra azzurra impegnata nel meeting era Silvia Weissteiner che ancora una volta dimostra di non essere all’altezza. I suoi 5000m sono un calvario concluso poi con un ritiro. Vince la keniota Cheruiyot (14:46.01) che porta a casa anche il diamante.
Doppietta belga sui 400m per la gioia di tutto il pubblico. Vince Kevin Borlèe (44.75) sul gemello Jonathan (45.02): al primo va anche il premio finale.
Nei 3000 siepi il keniano Paul Kipsiele Koech incappa nella terza sconfitta stagionale su otto gare: a beffarlo i connazionali Brimin Kiprop Kipruto (8’03″11) e Conselus Kipruto (8’03″70). Si consola col terzo posto e col diamante.
L’attesa sfida negli 800 fra Pamela Jelimo (che vince il diamante) e Mariya Savinova, le olimpioniche rispettivamente di Pechino e Londra, si è risolta in un nulla di fatto: le due si sono fatte sorprendere dalla giovanissima Francine Nyonsaba, che a 19 anni ha centrato il primato nazionale del Burundi con 1’56″59, seconda prestazione dell’anno.
Poi finale con le lacrime. Un’icona dell’atletica si ritira. Gerd Kanter trionfa nel lancio del disco con 66.84 e annuncia il ritiro: a 40 anni suonati, con una bacheca che comprende 2 titoli olimpici, 2 mondiali e un europeo, ha deciso che può bastare così.
Nell’asta la tedesca Silke Spiegelburg azzecca il 4.75, vince meeting e diamante davanti alla brasiliana Murer che chiude nel peggiore dei modi una stagione deludente in cui non ha nemmeno centrato la finale olimpica.
Barbara Spotakova con 66.91 domina ancora il giavellotto (il diamante era già suo da un pezzo).
Nel triplo successo della kazaka Rypakova (14.72) che porta via il diamante all’ucraina Saladuha (seconda con 14.40).
Nei 1500 il keniano Silas Kiplagat, vice-campione del mondo, vince con un ottimo 3’31″98 precedendo l’etiope Mekonnen Gebremedhin, vincitore a Losanna e Birmingham; buon rientro per l’olimpionico di Pechino 2008 Asbel Kiprop, che alla prima gara dopo l’infortunio che lo ha costretto all’ultimo posto ai Giochi di Londra, chiude quinto in 3’32″88.
stefano.villa@olimpiazzurra.com