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Volley femminile, Mondiali 2018: la giovane Italia outsider di lusso della rassegna iridata

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Outsider di lusso. Questa può essere la definizione giusta per l’Italvolley rosa che si prepara ad affrontare la cavalcata mondiale in Giappone. Non è sicuramente tra le grandi favorite la squadra allenata da Davide Mazzanti ma la rassegna iridata mai come stavolta appare incerta e senza un vero padrone alla vigilia e, in una situazione del genere, potrebbero aprirsi spazi interessanti in un torneo lungo e difficile come il Mondiale.

L’Italia è una squadra molto giovane che fa di entusiasmo e doti fisiche i suoi punti di forza maggiori. I centimetri e i muscoli non mancano certo alla squadra di Mazzanti e in un torneo con impegni ravvicinati e dove la potenza potrebbe essere decisiva, un piccolo vantaggio la nazionale azzurra potrebbe anche averlo in partenza. Per tante atlete del gruppo di Mazzanti manca l’esperienza a questi livelli ma gente come Egonu, Pietrini, Fahr, Lubian, Sylla qualche esperienza a livello internazionale (tra giovanili e tornei vari con la nazionale maggiore) se l’è fatta e cercherà di farne tesoro per Giappone 2018 in un torneo dove anche l’aspetto psicologico fa la differenza.

Esperienza che non manca, comunque, nella formazione azzurra: Serena Ortolani è qui per questo, per dare equilibrio e fare un po’ da chioccia ad una formazione che punta tanto sulla linea verde ma anche Bosetti, De Gennaro e Chirichella (che era nei panni delle compagne più giovani quattro anni fa nel Mondiale italiano) daranno il loro apporto in questi termini, con tutte le battaglie a livello internazionale che hanno affrontato negli anni di carriera. Nel mezzo del guado c’è la batteria di palleggiatrici, Malinov e Cambi, da annoverare tra le giovani ma non giovanissime che possono (anzi devono) dare stabilità alla squadra.

Si può dire tranquillamente che quello di Mazzanti è un progetto a lunga scadenza, che mira a portare la squadra ad essere finalmente protagonista ad altissimo livello ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 ma su questo percorso c’è un’altra fermata giapponese e allora perché non provarci. A dare coraggio alla squadra italiana c’è il successo recente nel prestigioso torneo di Montreux: partenza in sordina, esattamente come nella Nations League, e finale di grande spessore con i successi in serie contro nientemeno che Cina, Brasile e Russia, tre delle super favorite della vigilia del Mondiale, assieme a Stati Uniti, Olanda e Serbia. Un cambio di passo che lascia ben sperare anche se non deve illudere perché, si sa, la marcia di avvicinamento ad una grande manifestazione viene affrontata in modo differente dalle squadre che puntano a quell’obiettivo.

Piace la spavalderia della squadra di Mazzanti, il modo in cui affronta di petto anche le situazioni più difficili e le rivali più pericolose, la capacità a volte di assorbire anche serie negative che potrebbero mettere in ginocchio chiunque, piace meno proprio la tendenza a far seguire un errore all’errore precedente, aspetto sul quale il tecnico italiano ha lavorato molto nella lunga estate che ha preceduto la kermesse giapponese. I frutti di questo lavoro si sono visti, lo scetticismo di qualche mese fa ha lasciato spazio ad una fiducia che le ragazze potrebbero percepire anche se così lontane dall’Italia e la speranza è che la squadra maschile possa ulteriormente tirare una volata ad un’Italvolley in rosa che vuole costringere gli appassionati a puntare la sveglia negli orari più impensati.

 





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