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Pallavolo
Volley femminile, Mondiali 2018: Paola Egonu la stella dell’Italia. Una “giovane veterana” pronta alla consacrazione definitiva
Giovane è giovane, compirà i 20 anni a dicembre e andrà a disputare il suo primo Mondiale da star nonostante l’esperienza limitata. Paola Egonu sembra sia lì da una vita, sul campo a schiacciare palloni, tanta è la maturità che dimostra ogni volta che indossa la maglia azzurra (e non solo) ed è chiamata a risolvere le situazioni più difficili. Per lei la definizione di “opposto ignorante” non calza a pennello perché la veneta di origine nigeriana, che ha rinunciato a seguire i genitori a Manchester per amore del volley, che è spinta da forze sovrumane invocate dal nonno capo tribù, è un concentrato di intelligenza e saggezza in campo.
Ha chiaramente margini di miglioramento, soprattutto nella scelta delle traiettorie e volendo, anche nella violenza del colpo, ma parte da una base elevatissima che le permette di avere la doppia cifra inserita nel database. Forte, anzi fortissima in attacco, sia quando viene chiamata in causa da zona 2 o da seconda linea, in quella che è la sua posizione ideale da opposta, sia quando attacca da zona 4, per circostanze di rotazione o perché, in casi nemmeno troppo eccezionali, Mazzanti la schiera in banda, per dare spazio a Serena Ortolani nel ruolo di opposta per l’Italia a trazione offensiva.
Egonu è un’arma importante per l’Italia anche al servizio: non sempre è la specialità della casa per la schiacciatrice azzurra ma spesso le bordate che partono dai nove metri mettono in soggezione la ricezione avversaria e sulla sua battuta spesso si può costruire un muro efficace su attacco scontato delle rivali. Non sempre efficace come dovrebbe a muro, la giocatrice azzurra, soprattutto in campionato, fatica a leggere le traiettorie delle avversarie e a trovare il giusto piano di rimbalzo ma è migliorata quantomeno nello “sporcare” le traiettorie delle schiacciatrici rivali e nella Nations League ha offerto anche buone performances in questo fondamentale, risultando la diciassettesima “best blocker” del torneo.
I numeri parlano da soli: seconda migliore attaccante dell’ultimo campionato, migliore attaccante azzurra nella ultima Nations League (settima nella classifica generale, quinta migliore europea), nella top30 sia in battuta che a muro nella manifestazione itinerante che purtroppo ha visto l’Italia fallire l’accesso alla Final Six per un avvio problematico. Paola Egonu ha le carte in regola per far compiere all’Italia il salto di qualità in Giappone anche perché l’impressione è che i margini di miglioramento siano ancora ampi e magari uno scatto di qualità potrebbe arrivare proprio durante i Mondiali.