Pallavolo
“La battuta di Fabiola”: Serbia, ora batti la Polonia alla stessa velocità
Da atleta c’è un cosa che da sempre amo più di tutte, ed è la velocità! Amo provare e riprovare ogni gesto cercando di aumentarla sempre di più e amo ammirarla nei giocatori più forti. È una qualità magnetica, che affascina forse più della potenza nel nostro sport.
Ieri sera la Serbia ha viaggiato a velocità supersoniche e bruscamente ci ha “buttato giù” dal letto comodo di casa nel bel mezzo di un sogno. Purtroppo nella nostra metà campo insicurezze e timori, dall’altra spavalderia e coraggio. Interpretazione estrosa e perfetta quella dei serbi, un’opera che qualsiasi amante di questo sport vorrebbe veder fare alla sua squadra del cuore. Si parla di veri campioni che siamo già abituati ad incontrare nei nostri palazzetti e che non hanno avuto nessuna pietà per i loro compagni di club italiani. Non c’è niente da fare, la Serbia lascia andare il braccio più veloce di noi, reagisce più veloce di noi, pensa più veloce di noi. L’allenatore Nikola Grbic ci conosce bene, fa le giuste scelte tattiche, e i suoi ragazzi trovano una prestazione da salvare su chiavetta. Atanasijevic fa paura vicino a rete, Ivovic dai 9 metri diventa un incubo, il palleggiatore Jovovic difende come un libero e hanno la coppia di centrali tra le più forti al mondo.
Di conseguenza, sempre a grande velocità, si conclude la nostra prima serata di Final Six a Torino con un netto 3-0 e parziali quasi letali.
L’uomo della partita? Potrebbero esserlo in tanti della scatenatissima furia serba, ma scelgo Uros Kovacevic, il più veloce tra i veloci. Meno appariscente di Atanasijevic, interviene con mano fulminea nell’operazione di annientamento dei padroni di casa. Riceve meglio di tutti, chiude con 11 punti a referto e con la miglior percentuale in attacco tra i laterali (59%). La velocità del suo braccio sinistro gli permette di trovare spazi vuoti e di effettuare colpi puliti, imprendibili sia a muro che in difesa, quasi fossero attacchi di riscaldamento. C’è in copertura ad assistere i suoi compagni dai tentativi di muro azzurro, poi si rialza e chiude punti fenomenali. A malincuore, ma è impossibile non applaudire. Le sue giocate non vogliono far sentire la mancanza del grande escluso di questa fase finale, il francese Earwin Ngapeth, e tutto per lui diventa divertente. Un grande esempio di posto 4 che purtroppo ieri sera tra gli azzurri è mancato. Non è finita, bisogna incontrare la Polonia venerdì, la quale ci aspettiamo venga annichilita dalla Serbia alla stessa velocità.
Di Fabiola Facchinetti, giocatrice della Vero Volley Monza in A1
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