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Formula 1
F1, analisi qualifiche GP Russia: bandiera bianca Ferrari. Ora la resa è anche tecnica: Mercedes tornata nettamente davanti
La faccia di Sebastian Vettel al termine delle qualifiche del Gran Premio di Russia 2018 di Formula Uno non lasciava troppo spazio alle interpretazioni. Il quattro volte campione del mondo cerca di professare ottimismo, ma il distacco di oltre mezzo secondo nei confronti di Valtteri Bottas, poleman di giornata, è la conferma che la Mercedes, ormai, è tornata a scavare un discreto gap nei confronti della Ferrari. Anzi, senza la penalizzazione prevista, anche le Red Bull si sarebbero portate davanti alle due vettura di Maranello.
La scuderia emiliana è sulle ginocchia, non c’è troppo da girarci attorno. Dopo la “scoppola” di Monza, infatti, sembra che piloti e team non si siano più riavuti. Dopo diverse gare con una SF71H eccellente e performante (ma che ha raccolto solo le briciole) ora la Mercedes è tornata. Rabbiosa. Cattiva. Impeccabile. Come sempre. La Rossa ha permesso questa “resurrezione sportiva”, ed ora ne paga le conseguenze, con un Lewis Hamilton che domani potrebbe davvero mettere la ciliegina sulla torta della sua stagione, andando a distanziare definitivamente il suo rivale tedesco.
Andiamo indietro di qualche mese con la memoria. Torniamo ad inizio anno. La Ferrari impressionava, mentre la Mercedes correva in difesa, con Valtteri Bottas che, spesso, faceva anche meglio del compagno di box. La W09 appariva nervosa e difficile da gestire in gara, in attesa dello sviluppo necessario. Un primo step arrivò, ma non fu sufficiente. Il punto più basso si toccò al Red Bull Ring con il doppio ritiro delle due Frecce d”argento, che soffrivano di surriscaldamento della vettura e, soprattutto, a livello di gomme.
Nel breve volgere di poche settimane la scuderia di Brackley è intervenuta e, dal ritorno dalle vacanze, ha risolto ogni problema. Gli pneumatici vengono gestiti in maniera accurata (per esempio togliendo in largo anticipo le termocoperte per non portarli a temperature troppo elevate) e, con diversi accorgimenti a livello addirittura dei cerchioni, tutto è stato portato al massimo livello. In questo momento la Mercedes gestisce le gomme (tutte) alla perfezione. I problemi di graining sono un lontano ricordo e, come visto nelle qualifiche di Sochi, i piloti possono sbriciolare i record della pista anche al quarto tentativo sulla stessa gomma. In poche parole dove una volta c’era una criticità, ora c’è un punto forza che, nella F1 attuale, vale quasi come la potenza del motore.
Già, la potenza del motore. L’aspetto nel quale ora eccelle la Ferrari. La vettura con il Cavallino Rampante nei mesi è cresciuta tantissimo e, spesso, in velocità pura, si fa addirittura preferire rispetto ai rivali, ma sotto gli altri aspetti le cose non sono migliorate. Anzi. Ad inizio campionato era la Rossa ad essere gentile con gli pneumatici, mentre ora, come visto in Ungheria, Monza e Singapore, con alcune mescole e finestre di utilizzo, soffre. Si ha la sensazione che, per andare a pareggiare la Power Unit (formidabile) della rivale, non si sia riusciti, di pari passo, a rispondere sui dettagli, se non con varie evoluzioni del fondo. Uno dei punti di forza della Ferrari 2018 è stata la trazione, mentre in Russia, dove questo aspetto è decisivo nel terzo settore, la SF71H è apparsa nervosa, difficile da guidare e incapace di portare la giusta velocità in curva.
La sintesi è tutta qui. Dopo diverse gare nelle quali la Ferrari poteva, e doveva, approfittare del momento non ottimale della Mercedes, ora la vettura anglo-tedesca è nuovamente scappata in avanti, tanto da monopolizzare, con oltre mezzo secondo di vantaggio, la prima fila di Sochi. Un anno fa era stata la vettura emiliana a fare uno-due, salvo poi sprecarlo in pochi metri, con Bottas che seppe sfruttare la scia delle due vetture che lo precedevano. Domani, a questo punto, toccherà a Vettel compiere questa impresa. Senza un sorpasso al via la gara si farà davvero in salita e, di conseguenza, anche il suo Mondiale che, da -40 punti nei confronti di Hamilton, appare come una scalata quanto mai complicata.
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alessandro.passanti@oasport.it
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