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F1, tra mancanza di competizione e giochi di squadra, cosa farà Liberty Media?

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il Gran Premio di Russia 2018 di Formula Uno, per usare un eufemismo, non deve essere piaciuto in maniera particolare ai “padroni” del Circus. Liberty Media, che ha acquistato il carrozzone ormai due anni or sono, non ha gradito quanto successo nel corso dei 53 giri di Sochi, sotto forma del “gentile regalo” della scuderia Mercedes alla sua punta di diamante Lewis Hamilton. Il “sacrificio” di Valtteri Bottas deve essere stato davvero fumo negli occhi per la dirigenza statunitense che, provenendo da una cultura ben differente, farà fatica a mandar giù il boccone.

Gli States, il regno del “merito” e del “tutti devono avere pari diritti e chance di vincere”, non sono la Formula Uno, anzi. Da Chase Carey in giù, infatti, se ne devono essere resi conto in poco tempo. Speravano di avere terreno più fertile e, soprattutto, maggiore libertà di azione. Invece, per un motivo o per un altro, sono molto più distanti dai loro progetti di quanto si possa pensare. Andiamo con ordine.

Liberty Media, in perfetto stile a “Stelle e strisce” voleva, e vuole, bilanciare le prestazioni delle varie scuderie. Lo strapotere di Mercedes e Ferrari, che rifilano, spesso, oltre un secondo a giro a tutti (con la Red Bull che, in selezionati tracciati, si iscrive alla lotta) non è accettabile da gente che arriva da un mondo dello sport dove tutti, davvero tutti, partono con le stesse possibilità (più o meno) di competere, tra salary cap e tetti di ingaggio. Non è solamente una questione di spesa, ovviamente, ma di sicuro non va dimenticato. Quando i top team possono spendere quasi mezzo miliardo di euro a campionato, contro le “piccole” che devono barcamenarsi per trovare uno sponsor per concluderlo, quel campionato, si capisce che lo squilibrio è troppo evidente.

Il secondo piano è tecnico. I proprietari della F1 avevano lanciato le loro proposte (nel corso del fine settimana del GP del Bahrein) venendo respinti con perdite proprio da Ferrari e Mercedes che, dalla loro posizione prominente, avevano minacciato l’addio alla massima categoria del motorsport. Riduzione costi, aerodinamica rinnovata, Power Unit più economiche erano le idee per avvicinare, almeno in parte, tutte le squadre presenti. Al momento tutto ciò è stato rimesso nel cassetto e, almeno fino al 2021, non si parlerà di rivoluzioni particolari. La situazione, dunque, a meno di clamorosi ribaltoni, punterà ulteriormente verso una forbice tra top team e gli altri che andrà ad aprirsi. L’equilibrio tanto agognato non si vedrà e le gare rischieranno di avere i soliti 3-4 dominatori con tutti gli altri costretti a ricevere le briciole.

Senza dimenticare la questione “giochi di squadra”. Sia ben chiaro, quello che la Mercedes ha fatto tra Ungheria, Monza e, soprattutto, Sochi è assolutamente legale e, come si sta vedendo, porterà l’ennesimo doppio titolo iridato, ma a Liberty Media, anche questo, non può certo far sorridere. L’idea di togliere nuovamente gli ordini di scuderia potrebbe essere sempre dietro l’angolo (ricordandoci che, anche quando non si poteva, succedevano comunque) perchè, sportivamente parlando, vedere un pilota che deve rinunciare ad una vittoria (che sarebbe stata la prima della sua annata) per un compagno che, oggettivamente, non ne aveva nemmeno tutto questo bisogno, non si può definire “splendido”. 

Sono numerose le “patate bollenti” per Liberty Media che, come detto, sperava in un ambientamento più morbido nel mondo della F1. Per il momento hanno fatto tante cose interessanti, ma tutte di “facciata”. Dalla maggiore apertura ai tifosi, alle interviste in pista post-gare e qualifiche, alla spettacolarità in stile americano. Ma, ed è un grosso “ma”, per ora non hanno ancora messo la loro firma sulla massima categoria del motorsport. A livello tecnico, economico e filosofico, non è stato ancora realizzato nulla, o quasi. Le scelte future, che arriveranno a breve, saranno quanto mai interessanti e decisive. La Formula Uno ne ha bisogno, per non avvitarsi su sé stessa e per diventare di nuovo il più grande spettacolo della velocità.

 

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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