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F1, Mondiale 2018: Ferrari, quanti errori! Team, piloti e sviluppo inefficaci e titolo sfumato

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Come si suol dire: “Ormai manca solo la matematica“. Sì perché Lewis Hamilton è ormai prossimo a vincere il titolo iridato di F1 2018, il suo quinto in carriera, dopo l’ennesimo trionfo di Suzuka in Giappone. La nona vittoria stagionale (la n.71 in carriera), dopo l’ottantesima pole nel Circus, scolpisce ormai nella pietra l’esito di questo Mondiale a quattro gare dal termine. Il vantaggio di Hamilton sul ferrarista Sebastian Vettel è di 67 punti e la serie terrificante di 6 vittorie a 1 nelle ultime 7 corse in favore del britannico parla chiaro.

Una Rossa che si è sciolta come neve al sole quando il gioco è iniziato a contare maggiormente e le responsabilità, mai come in questo caso, sono di tutti. Le scelte strategiche del team riguardo gomme e lettura del weekend, in alcune circostanze, hanno un po’ lasciato a desiderare e lo stesso Maurizio Arrivabene (Team Principal) ha riconosciuto l’errore dopo quanto avvenuto nelle qualifiche in terra nipponica. Un problema che si era già palesato quando la pioggia aveva fatto visita, si pensi all’Ungheria o al Belgio dove anche lì si fece confusione mentre i rivali di Brackley conservavano il cosiddetto sangue freddo.

Mancanza di certezze che, purtroppo, è da ricondurre anche ai piloti, in particolare in chi avrebbe dovuto guidare il Cavallino Rampante al successo. Sebastian Vettel non è stato sufficientemente costante. Gli errori di Baku, Le Castellet, Hockenheim, Monza e la scelta di tempo non ottimale a Suzuka sono costate molto caro. Tentare il sorpasso ai danni di Max Verstappen, notoriamente un pilota pericoloso in quel frangente, non è stata a conti fatti l’opzione migliore, quando Seb, godendo di una vettura con il motore più potente, avrebbe potuto giocarsi le proprie carte in altro modo, consapevole anche della penalità dell’olandese. Certo, fuori dalla macchina è facile però rispetto ad un Lewis che ha ponderato ogni scelta nel dettaglio, quanto fatto da Vettel pesa negativamente.

E poi lo sviluppo. L’estate era stata quella delle illusioni in casa Ferrari. Si diceva che la macchina fosse la più veloce del lotto e probabilmente in alcuni frangenti lo è stata. Si pensi alla Germania, al Belgio e all’Ungheria. Però il vantaggio tecnico non è stato monetizzato al meglio per quanto detto precedentemente e, nello stesso tempo, dopo Monza, le Frecce d’Argento hanno cambiato passo, lasciando sul posto la scuderia di Maranello. Le gomme Pirelli, così amiche della SF71H, sono improvvisamente diventate indigeste e nello stesso tempo la power unit ha perso quel ruolo di riferimento. Tutto nel giro di poche settimane. Un vero peccato perchè si sarebbe potuto e dovuto fare di più ma questa ennesima sconfitta deve forse far riflettere sull’intero organigramma ferrarista visto che certe problematiche sono ricorrenti.

 

 

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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