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Nuoto, verso le Olimpiadi di Tokyo 2020: Federica Pellegrini ancora competitiva per un podio nei 200 sl?

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E dopo un anno di transizione Federica Pellegrini ha preso la sua decisione: spingere al massimo nel biennio che vorrà a portarla alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Avrà 32 anni la campionessa di Spinea e l’obiettivo è ambizioso ovvero essere alla sua quinta partecipazione ai Giochi e recitare un ruolo di primo piano.

Scacciati, dunque, i fantasmi di un ritiro, la veneta vorrà arrivare all’evento a Cinque Cerchi in una condizione ottimale ma il vero interrogativo verte sul suo programma di gare. La domanda è sempre la stessa: la fuoriclasse nostrana tornerà a cimentarsi nei suoi amati 200 stile libero? Al momento, non si conosce esattamente quali siano le intenzioni di Federica ma di sicuro un pensiero lo sta facendo. Il progetto della velocità più che avere un fine specifico sembra essere funzionale proprio ai 200 metri (testarsi per avere un passaggio a metà gara più veloce) e nello stesso tempo ricaricare le pile dopo essersi laureata campionessa del mondo delle quattro vasche a Budapest nel 2017, battendo Katie Ledecky.

Il ritorno della Pellegrini però va ricollegato all’attuale livello della specialità: l’azzurra sarebbe davvero competitiva? Stando ai livelli raggiunti quest’anno la risposta è affermativa. Le migliori al mondo, infatti, hanno nuotato su riscontri nel range dell’1’54” un limite che anche la nostra portacolori è stata capace di nuotare in più di un’occasione. Certo, se si dovesse andare a toccare dei limiti diversi come l’1’53” la situazione si complicherebbe drasticamente. Nell’annata corrente, al di là della Ledecky (1’54″55), è degna di considerazione la canadese Taylor Ruck che ai Panpacifici 2018 ha ottenuto il successo in 1’54″44. In evidenza poi anche la giovane Ariarne Titmus che nei Giochi del Commonwealth ha siglato il tempo di 1’54″85, senza dimenticarci della giapponese Rikako Ikee (1’54″85) e della francese Charlotte Bonnet (1’54″95).

Tante le avversarie, tenendo conto anche dei possibili inserimenti dell’argento olimpico a Rio 2016 Sarah Sjoestroem (maggiormente dedita alla velocità nell’ultimo periodo) e dell’altra australiana Emma McKeon, che possono sbarrarle la strada ma il livello non è fuori portata. Sarà da verificare, eventualmente, ciò che la veneta potrà ancora dare e quanti margini avranno le atlete citate. Su questi aspetti si svilupperà il percorso che porterà a Tokyo, passando per i Mondiali che si terranno in Corea del Sud nel 2019 e prima ancora la rassegna iridata in vasca corta ad Hangzhou (Cina), programmata a fine dicembre 2018.

 

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Diego Gasperoni

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