Sci Alpino
Sci alpino, Karoline Pichler e la fine di un incubo: “Temevo di non poter tornare. Ora sono una persona migliore”
ESCLUSIVA OA SPORT – La Coppa del Mondo di sci alpino 2019 è pronta a scattare sabato, con lo slalom gigante femminile di Soelden. La tappa austriaca, ormai da tradizione, sancisce il via ufficiale della stagione ed il ritorno sulle neve delle atlete. Tra loro ce n’è una che, senza alcun ombra di dubbio, sta vivendo questa attesa con una emozione assolutamente particolare. Si tratta di Karoline Pichler, atleta azzurra classe 1994 che, dopo una incredibile serie di infortuni, torna finalmente alle gare, dopo uno stop di addirittura due anni e mezzo.
Il calvario della sciatrice di Nova Ponente, in provincia di Bolzano, ha inizio nel gennaio del 2015. Dopo aver fatto il suo esordio in Coppa del Mondo nello slalom gigante di Kühtai, infatti, arriva il primo infortunio, la rottura del menisco del ginocchio destro. Dopo l’operazione ed il ritorno alle gare nella stagione successiva, ecco il secondo stop, e non di poco conto. Il 13 febbraio 2016, infatti, si rompe il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro e l’annata è conclusa anzitempo. Nemmeno il tempo di rientrare che, ad ottobre dello stesso anno, nel corso di un allenamento in Val Senales, l’atleta azzurra rimedia un altro terribile ko al ginocchio destro. Dopo tanta sofferenza, tuttavia, la sfortuna non ha cessato di colpirla e, il 24 settembre 2017, arriva ancora uno stop per una ennesima lesione al legamento crociato del ginocchio sinistro.
Una sequela di infortuni incredibile ma, ora, sembra che l’incubo sia finalmente concluso? “Non riesco davvero ad esprimere le emozioni che sto vivendo in queste ore che mi separano dalla gara di Soelden – ammette Karoline Pichler – L’attesa, dal mio punto di vista, è immensa, dopotutto sono lontana dalle gare da più di due anni e mezzo, e non vedo l’ora di tornare a gareggiare sul serio”. Non deve essere stato facile reagire ogni volta a questi scherzi del destino. Cosa ti ha infuso la forza per non mollare? “No, non è stato semplice ripartire ogni volta, specialmente quando metti tutta te stessa per recuperare e, appena torni sugli sci, arriva un altro grave infortunio che ti ferma. Sono stati mesi difficili, con tante ore di riabilitazione, enorme sofferenza, ma ho avuto la fortuna di avere vicino a me persone speciali che mi hanno aiutato a non mollare mai”.
Qual è stato il momento più duro? “Senza dubbio il ko di ottobre 2016. In quel momento posso dire di avere toccato il punto più basso della mia carriera. Lo staff medico, addirittura, non era certo che sarei mai potuta tornare a gareggiare, perchè l’infortunio era davvero brutto (rottura del legamento crociato anteriore e del menisco laterale, più diversi strappi al crociato posteriore, ai collaterali e al menisco ndr) e sarebbe occorso diverso tempo per rimettere tutto a posto. Invece ce l’ho fatta, ancora una volta, ed eccomi qua! In questi lunghi mesi ho lavorato duramente, ho colto anche l’occasione di laurearmi, ma la neve è la mia vita e mi mancava davvero troppo”. Farai tesoro di questi mesi di sofferenza per essere più forte a livello mentale? “Sicuramente. Ho sempre voluto guardare a queste difficoltà dal punto di vista giusto, sfruttandole per crescere e diventare una atleta e una persona migliore. Ora ho una scorza più dura e il mio carattere è forte e deciso come non mai”.
Dopo tanti discorsi sul passato, pensiamo al presente. Cosa ti aspetti di provare sabato a Soelden al cancelletto di partenza? “Se devo essere sincera, non ne ho la minima idea. Quando penso alla mia carriera, non mi rendo conto di essere stata fuori dal circo bianco così a lungo. Sembra quasi che il mio percorso si sia solamente messo in pausa, invece non è così, ed è tutto assurdo. L’emozione sarà notevole, non c’è che dire, ma sono carica e non vedo l’ora di ripartire”.
Sei nata come gigantista, eppure hai dimostrato doti interessanti anche nelle discipline veloci. La strada della polivalenza ti intriga, magari dopo essere tornata competitiva in gigante? “Ad onor del vero nelle mie primissime uscite in Coppa Europa ero più una atleta polivalente poi, con il passare del tempo, mi sono concentrata maggiormente sul gigante. L’idea, quindi, sarebbe quella di cimentarmi in diverse specialità ma, al momento, meglio non forzare troppo. Il tempo per la discesa libera arriverà, ma non subito”.
Guardando più a lungo raggio, qual è il tuo obiettivo stagionale? “Dopo quanto mi è accaduto direi vivere una stagione senza intoppi, nella quale possa ritrovare la giusta continuità, dato che mi manca ancora qualcosa. Ho bisogno di mettere su chilometraggio e, non ultimo, di ritrovare il giusto feeling con le piste”. I Mondiali di Åre sono un sogno? “Troppo presto per fare discorsi simili. Al momento preferisco non pensarci e in questa annata voglio ragionare tappa per tappa senza pormi obiettivi nel lungo periodo”.
Quanto è importante per te e le altre ragazze giovani potersi allenare in una squadra italiana così competitiva? “Importante? Direi che è fondamentale! Il vero, grande, punto di forza del team. Quando una gigantista come me si può confrontare giorno per giorno con le più forti del mondo della specialità, gente come Sofia Goggia, Marta Bassino o Federica Brignone, tutto diventa più facile. Capisci il tuo livello e, soprattutto, dove andare a migliorare”. A proposito di più forti del mondo, chi vincerà la Coppa del Mondo 2019? “Troppo facile: Marcel Hirscher tra gli uomini e Mikaela Shiffrin tra le donne. Scontato, ma sono davvero due fuoriclasse pazzeschi”.
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: pagina FB Karoline Pichler